Capitolo 1

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Mi sveglio sentendo un calore che scalda il mio corpo. Sposto le coperte con i piedi. Stiracchio le gambe e mi metto seduta sul letto. Immagino un sole caldo e un cielo azzurro. Il cinguettio degli uccellini. Siamo alla fine di agosto. Sento aprirsi la porta subito sorrido. Un corpo cade su di me facendomi ridere < Giodi non sei leggera> sbuffa < mi stai dicendo che sono grassa?> rido < no piccola, ma solo che sei cresciuta e non pesiamo più pochi chili.> Si alza buttandosi di fianco a me < non ci credo che domani andiamo al college > < lo so, ma è proprio così > mi alzo e vado verso il bagno. Sento Giodi dietro di me e mi irrigidisco < ehi lo so dov'è il bagno! Eh so che c'è il gradino > la sento sospirare e imprecare. Dopo la doccia mi metto davanti all'armadio prendo ultimo capo di Abbigliamento che ho lasciato per oggi. Fono i capelli e mi trucco leggermente, negli anni ho imparato a conoscere il mio corpo anche se non lo posso vedere. Conosco perfettamente ogni angolo di me. Appena metto piede in cucina la voce di mia madre mi fa sorridere < ehi universitara che vuoi per colazione ?> scuoto la testa mentre rido < mi chiamerai sempre così ?> < no, solo tra oggi e domani > due braccia mi corcondano < è solo preoccupata tua madre> < non ne ha motivo. Io e Giodi staremo bene > < lo sappiamo eppure ancora non accetiamo che siete già grandi> faccio un sorriso dolce e il mio cuore si riempie di gioia < siete fantastici ve l'ho mai detto?> mia madre la sento singhiozzare e poi parla < quasi un milione di volte al giorno in vent'anni > annuisco < vi amiamo > eccola la mia gemella che fa la sua comparsa in grande stile < e io vi ho mai detto che adoro i tuoi pancake?> scoppio a ridere e anche mio padre. Mentre mia madre sbaciucchia mia sorella, cercando di fargli posare di nuovo il pancake. Dopo colazione prendo la borsa e decido di fare ultime cose che devo fare. La voce di Giodi mi ferma < ti accompagno?> vorrei dirgli di no, ma so che non servirebbe a niente < si, grazie> quando siamo in macchina mette il volume basso < ti dispiace se passiamo a salutare Hector> < no, mi va benissimo >
Sono in macchina mentre Giodi fa il pieno di benzina quando sento un bussare al finestrino. Tirò giù il vetro < si?> < ehi scusa, ho la macchina dietro alla tua potresti spostarti ?> annuisco però non so assolutamente come fare < dovresti aspettare mia sorella, dovrebbe tornare subito> lo sento imprecare < okei, piacere Jax > metto la mano fuori dal finestrino stringendo la sua < Lily> penso che stia sorridendo, ma non ne sono sicura < un bel nome!> penso di essere diventata rossa perché sento le guance in fiamme < grazie Jax> vorrei dirgli che anche lui ha un bel nome, ma qualcuno urla il suo nome < Jax, dai cazzo siamo in ritardo > credo che si sia allontanato, ma non conoscendolo no.n Posso sapere i suoi movimenti. Mi risistemo sul sedile quando la sua voce ritorna vicino al mio orecchio < scusa Lily ma dovrei chiederti davvero se chiami tua sorella, sono in ritardo> prendo la borsa vicino hai miei piedi e una volta beccato il telefono la chiamo. Non risponde, quindi riprovo una seconda volta, ma niente < non mi risponde > ad un tratto sento la sua voce < ehi Lily scusa ero al bagno > tiro un sospiro di sollievo < c'è un tizio che deve passare, spostiamoci > accende la macchina e riparte. Non ho salutato il ragazzo, ma fa niente. Mentre entriamo al ristorante di Hector, ricevo una spallata che mi fa andare addosso mia sorella. Giodi si gira < Lily stai bene?> annuisco < si mi sono venuti addosso > lei mi sposta e vede passare un ragazzo < ehi idiota guarda dove vai > il ragazzo risponde e la sua voce è proprio quella di Jax, il tipo che era in ritardo <idiota lo dici a tua sorella> mi sento divamapare dalla rabbia e mi giro < e tu a tuo fratello > < oh sei tu! La ragazza che non guida> detta così può sembrare che non abbia la patente, ma la realtà dei fatti è che non posso guidare. Il mio essere cieca me lo impedisce. Sento una parte di me frantumarsi, ormai è così da sempre. Ogni cosa che non posso fare è come se perdessi molti aspetti della vita. Mi sento due mani sulle spalle < andiamo Lily > seguo mia sorella verso il nostro solito tavolo che Hector tiene apposta per noi. Ho sempre immaginato un posto abbastanza colorato, pieno di vita. Hector è un portoghese da molte generazioni. I suoi nonni e i suoi genitori si sono trasferiti a San Francisco molti anni fa e non sono mai andati via. Giodi ha avito una storia con Hector per qualche anno, ma poi hanno deciso che non erano fatti per stare insieme, ma erano perfetti come amici. Non gli ho mai capiti, ma so che si vogliono bene. Mia sorella è una ragazza davvero bellissima. Se vi chiedete come lo sappia essendo cieca è perché l'ho sempre immaginata, ma poi mia madre mi ha sempre raccontato ogni piccolo dettaglio non potendo vedere. Siamo entrambe bionde con occhi azzurri. I miei sono leggermente più chiari. Entrambe alte e slacciante. Siamo magrissime, abbiamo le nostre forme. Quando dico che siamo gemelle siamo praticamente uguali, ma l'unica cosa che ci differenzia è il carattere. Giodi è la stronzaggine fatta a persona, però è una eterna romantica. Io sono completamente diversa. Mi hanno sempre definito " asociale " sono una che sta per fatti suoi, non sono mai stata innamorata ( anche se ho amato solo un uomo nella mia vita ed continuerò ad amare Jhonny Depp) non ho amici, l' unica amica nella vita è stata Giodi, si non dovrebbe valere perché è mia sorella, ma per me è il mio tutto. La mia cecità ha creato muri troppo grandi, non mi sono mai lasciata andare anzi l'ho anche usata come molte scuse e Giodi non è mai stata d'accordo.
Come al solito pranziamo magnificamente. Hector è un cuoco davvero eccezionale. Mi sento stampare un bacio sulla guancia <
Olá pequeno, eu sinto sua falta muito > sorrido e lo abbraccio < anche tu ci mancherai> < allora le mie due ragazze sono pronte al college?> Giodi sbuffa < Hector cosa non capisci della frase " siamo grandi?" > Hector scoppia a ridere e poi gli risponde <
Eu amo você nunca vai ser ótimo para mim > poi torna a guardare me < sei sicura di voler passare ultimo tuo anno in questo college con lei?> annuisco < sicura> Giodi mi manda un bacio e fa la linguaccia ad Hector che cerca di acchiapparla, fallendo miseramente. Una voce diversa spezza l'armonia < irmão, temos um problema> Hector ci saluta e va via. Giodi inizia a dire parolacce e mi volto nella sua direzione < che succede?> < niente Lil tutto apposto> lo so che mi mente, ma non voglio nemmeno obbligarla ha dormì qualcosa di cui Hector non vuole assolutamente che sappia. Stiamo uscendo dal ristorante quando una mano ferma il mio polso < ehi bellissima?> mi giro e mi schianto contro il suo petto < oh scusami, non sapevo che fossi così vicino> lo sento ridacchiare < ora però ti ho addosso praticamente > faccio un passo indietro e sbatto contro a qualcosa < aspetta> prende al volo un oggetto che stavo facendo cadere. Mi viene da piangere, sto facendo la parte della sbadata, ma realmente non sono abituata ad parlare con altri che non sono la mia famiglia o Hector. C'è silenzio e penso che mi abbia abbandonata quando riparla di nuovo < ho una domanda?> lo so quale sia la sua domanda, ma non vorrei che la facesse. Annuisco e gli rispondo < dimmi pure> penso che stia provando a pensare come possa farmi quella domanda quando la fa e basta < sei cieca?> sento bruciarmi gli occhi, in tutti questi anni non ho mai dovuto dirlo a nessuno. Tutti sapevano, tutti conoscevano la mia famiglia e loro gli anticipavano, non ho mai conosciuto qualcuno a cui io debba dirlo. Trovandomi in questa situazione mi accorgo di quanto sia stata debole e che non abbia mai preso in considerazione di affrontare i miei e il problema. Aspetto un secondo e poi lo dico < si,sono cieca> non posso vederlo, ma sento il suo respiro cambiare < scusa.. Io... Io non avevo capito> alzo le spalle < fa niente, non potevi saperlo > poi prende la mia mano e la posa tra le sue baciandola < scusa ancora >
Mentre mia sorella torna a casa, io sono mentalmente ferma al fatto di come mia sia sentita debole in quella situazione. Ad un tratto capisco tutto < Giodi da oggi in poi non voglio mai più che parlate a qualcuno della mia cecità se ci sarà da doverlo dire, voglio esserlo io ha farlo> < perché? Cioè no Lil, lo facciamo noi da sempre > < appunto basta, voglio essere io ad affrontare questo problema Giodi, voglio essere io ha dovermi porre il problema e non voi > la sento sbuffare e dice cose senza senso, ma non l'ascolto. Arrivate a casa mi dirigo nella mia stanza. La prima cosa che faccio è andare in camera mia e chiudermi ha chiave. Vado davanti allo specchio che ho di fianco alla porta e inizio a ripetere una frase.

" piacere mi chiamo Lily e ho vent'anni e sono cieca"
Lo ripeto come se fosse un mantra. Sento ad ogni volta che ripeto la frase, un pezzo di me staccarsi dal mio cuore.

# salve a tutti questa è una nuova storia. Spero xhe vi piaccia.
Baci a presto con il prossimo capitolo 👍

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01, 2017 ⏰

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