29. Cosa mi stai facendo, Cooper?

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«Sei strana, e sai che niente mi sfugge..» Jacob struscia il suo dito indice e il medio sul mio fianco scoperto, mentre ha la testa appoggiata sulla mia spalla.
«Non ho niente, davvero!»
«Blair..dimmelo.»
«Sono preoccupata per Beverly, okay? Non mangia più, non va a lezione, non ci guardiamo neanche più! È praticamente un fantasma! E a te non te ne frega niente! In questa settimana neanche ti sei preoccupato di sentire come stava.» tiene la testa bassa, mentre continua a stregare i diti che mi provocano milioni di brividi.
«Come sta?» il suo accento ironico mi fa quasi vomitare. Mi alzo schifata da lui, prendendo le mie cose.
«Sei proprio uno stronzo.» lascio la stanza velocemente sbattendo con troppa forza la porta. Nel tragitto per arrivare in caffetteria trovo Jay. Cerco di cambiare strada svariate volte, ma ormai è troppo tardi, mi ha già vista, e mi sta venendo incontro.
«Ehi! Blair, ti cercavo.» gli rivolgo un minuscolo sorriso consapevole che prima o poi questo incontro doveva avvenire. «Ti vedo strana in questi giorni, è successo qualcosa che devo sapere?» mi inumidisco le labbra, deglutendo, e prima che possa continuare a parlare scuoto la testa. Non ce la faccio. Non posso deludere un'altra persona a me cara. Voglio bene a Jay, come ne voglio a Ver, e fatico a sopportare lei che adesso mi odia, figuriamoci lui. «Sai che puoi parlarmene..qualsiasi cosa sia.» fingo il mio miglior sorriso, prendendogli la mano per sembrare più convincente.
«Sono solo stanca, credo di saltare le lezioni di questa mattina, puoi dirlo tu a Jacob?» spalanco gli occhi quando mi rendo conto di aver fatto proprio il suo nome, ma quando annuisce scrollando le spalle butto un sospiro di sollievo. Non posso più vivere così. Non posso più portare questo peso sulle spalle. Domani glie lo dico. Lo giuro.
«Sicura vada tutto bene?»
«Jay, Dio! Si.» il mio tono di voce è più alto e deciso, e quando spalanca gli occhi, non aspettandosi questa reazione così esagerata e maleducata da me annuisce soltanto. Mi sento immediatamente in colpa e con una banale scusa ritorno nei corridoi dei dormitori. Aspetto impaziente che Beverly esca dalla stanza, sapete, la tensione è al massimo, e non voglio essere offesa un'altra volta, mi sento già abbastanza male.
Nel momento in cui scatta la porta mi nascondo dietro una colonna, e poco dopo entro dentro, beandomi del silenzio e della compagnia di nessuno. Mi distendo sul letto chiudendo per un secondo gli occhi, la porta si spalanca, e Dylan entra, senza fare tanti complimenti si siede e sbuffando si sfila le scarpe.
«Accomodati pure..» Dico ironica. Io e Dylan ci siamo avvicinati un po' da quando abbiamo parlato in camera sua, ci sfoghiamo l'uno con l'altro, e è bello sapere di avere un amico su cui contare. «Cosa c'è che non va?» mi porge il suo telefono con rabbia, mentre batte freneticamente un piede per terra.

Da: Ethan
A: Dylan
Ti va di uscire stasera?

Da: Dylan
A: Ethan
Certo! Dove andiamo?

Da: Ethan
A: Dylan
Sasha vuole andare dal cinese, ha invitato anche un'amica..😏

Deglutisco toccandogli una spalla.
«Oh..Dylan, mi dispiace così tanto..» capisco che non ha bisogno della mia compassione, ha bisogno di distrazioni, e di divertirsi, ma in questo momento io sono l'ultima persona che può aiutarlo. Racchiudo la sua vita con le mani, in un abbraccio. Fatica a ricambiarlo, all'inizio, poi si abitua appoggiando la testa sull'incavo del mio collo.
«Sai cosa facciamo adesso?» gli prendo il telefono iniziando a digitare.

Da: Dylan
A: Ethan
Cambio di programma, ho un impegno con un'altra ragazza, scusami.

«Non ho nessun impegno con nessuna ragazza..» dice fingendo un sorriso. Alzo un sopracciglio indicandomi.
«Cosa sono io? Un cane?» ridacchio mentre accendo il portatile. «Sono sicura che ci divertiremo al luna park stasera. È aperto tutto il mese!» batto le mani comprando due biglietti. «Ti voglio pronto e carino alle 21! Passami a prendere.» mi alzo salterellando mentre inizio a tirare fuori i libri.
«Dove vai?»
«A lezione! Ne ho saltate troppe!» la sua presenza mi ha fatto bene, mi ha fatto venire voglia di rincominciare. Salterello fra la gente interrompendo la lezione di Psicologia infantile. Mi scuso sedendomi vicino ad una ragazza riccia.
Mi arriva un foglietto sulla spalla, che per sbaglio faccio finire per terra. Lo raccolgo e lo apro stando attenta a non farmi vedere dal professore. È la calligrafia di Jay, ne sono sicura.
Avevi detto che rimanevi in camera, cosa ti ha fatto cambiare idea? :)
Volto il foglio mordicchiandomi la penna. Devo dirglielo. Devo farlo per lui,
per me stessa e per Ver. Basta scappare.
Dopo le lezioni devo parlarti, ci vediamo a pranzo?
Lo tiro verso di lui, ma il vento inesistente che c'era nella stanza lo fa andare a sbattere contro Jacob. Fantastico. Roteo gli occhi indicandogli Jay. Alza un sopracciglio, ma quando assottiglio gli occhi glielo passa senza fiatare. Dio, non ho neanche un po' di mira!
Lo vedo annuire dall'altra parte della classe e per tutto il resto dell'ora non faccio altro che pensare e ripensare a che cosa dirgli.

My bad best friendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora