La gola di Harry si serrò. Il capitano - non poteva più chiamarlo Louis adesso, quando lui l'aveva chiamato Sir Styles - gli stava offrendo una via per risolvere i suoi problemi.
Se l'avesse sposato, non ci sarebbe stato alcun biasimo per la sua reputazione; né avrebbe perso la sua eredità. Anzi, avrebbe potuto continuare a provvedere a zia Ellen. Tutto quello che doveva fare, era accettare la sua proposta.L'altro si allontanò di un passo. <<Se... se pensate di poter accettare... sono abbastanza ricco da farvi vivere nell'agio, e il titolo che erediterò è rispettabile. Non vi eleverà nella società, certo, ma neppure vi avvilirà.>>
La sua voce era così rigida, formale. Era così diverso dall'uomo che l'aveva confortato e l'aveva tenuto tra le braccia. Era un uomo buono, si rammentò Harry, e stava facendo quello che riteneva di dover fare, non quello che desiderava, nello stesso modo in cui aveva cambiato la propria vita passando dall'esercito alla gestione della proprietà a vantaggio delle sorelle.Egli tornò a voltarsi verso di lui, ma non lo fissò in viso. <<Non parlate, sir Styles.>>
Harry sentì di amarlo. Era un uomo determinato a fare ciò che era giusto a dispetto dei propri desideri, anche se gli si spezzava il cuore al pensiero di essere solo un altro dovere per lui.
Gli tremarono le labbra e sperò che lui non se ne accorgesse. <<La vostra offerta vi fa onore, capitano. Ne sono lusingato, ma... non è necessario.>>
Lo sguardo di Tommo incontrò il suo. <<È necessario, invece! Il mio comportamento di questa mattina...>>Ora fu lui a distogliere lo sguardo. <<Sarebbe meglio per entrambi non pensarci.>>
Anche se non avrebbe mai dimenticato la sensazione delle sue labbra sulla pelle, il desiderio che aveva provato, il bisogno che era scaturito dentro di lui.
Prese fiato. <<Avete detto che nessuno sapeva che fossimo qui. Sono sicuro che, se mi riaccompagnerete a casa, nessuno ne saprà nulla.>>
<<Così… mi rifiutate?>> chiese il capitano a bassa voce.<<Vi libero, capitano.>>Tornò a guardarlo, ma lui gli aveva voltato la schiena, e non poté vedere l'effetto delle sue parole sul suo viso.
<<Come desiderate.>> Infine si girò, l'espressione imperscrutabile.
<<Il calesse è pronto, se volete partire.>>
Harry si alzò, sentendosi confuso per le emozioni che gli si agitavano dentro. Il dolore alla testa era solo una parte della sofferenza che provava, ma non si lamentò. Più presto avesse lasciato il capitano, più possibilità c'erano che non fossero scoperti e l'altro non fosse quindi obbligato a sposarlo.Tommo gli porse il braccio, rigido e formale, e lo accompagnò giù per le scale.
La locandiera li incrociò sulla soglia. <<Sembra che stiate un poco meglio, tesoro>> chiocciò.
Harry gli rivolse un pallido sorriso. <<Grazie ancora per la vostra gentilezza.>>
Tomlinson aprì la porta e Harry si fece avanti. <<Dov'è il vostro capello, caro? Il sole è forte oggi.>>
Lui guardò Tomlinson, che scosse il capo.
<<Ve ne darò uno di mio marito>> disse la donna correndo via.Si poteva avvertire la tensione, mentre aspettavano che la donna tornasse. Quando arrivò, portava un semplice cappello di paglia che mise sul capo di Harry, passandogli i nastri sotto il mento. Dopo un ultimo saluto, Harry e Tomlinson uscirono e raggiunsero il calesse dove Stan li attendeva. Stava parlando con due uomini, che si allontanarono in tutta fretta.
Senza incrociare il suo sguardo, Tommo sollevò Harry per farlo salire sul calesse, le mani intorno alla sua vita che gli ricordarono un altro, più intimo contatto.
Un attimo dopo partirono e lui non gli aveva ancora pronunciato una parola.
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Il Diamante
FanficSir Harry Styles è rimasto senza parole nell'apprendere la condizione inserita nel testamento del padre defunto: per ricevere il suo patrimonio, deve sposarsi al compimento del ventunesimo anno: entro quattro settimane! E lui ha appena rifiutato il...