Capitolo 19: La Metà mancante

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Quando arrivammo a Rosemary Town  provai immediatamente a mettermi in contatto con l'altro Me, provai e riprovai più volte, ma non ci riuscii; collezonai un insuccesso dietro l'altro, come mai mi era capitato prima e la cosa mi fece sentire molto frustrato.

Perché non riesco a sentirti?

Perché?!

Capii che stavo perdendo il controllo, che stavo impazzendo, ma non mi importava.

Ti troverò. Io giuro che ti troverò Ibrido.

Non seppi come mai usai quella parola, ibrido, che tanto avevo odiato e disprezzato nel corso della mia vita; una parola alla quale avevo dato sempre pesi e misure differenti.

Ordinai a Nikolaij di rintracciarlo, di portarlo da me, perché sapevo che lui conosceva l'ibrido e poteva trovarlo facilmente.

Fallì.

Fallì miseramente e così, quando tornò, gli spezzai il collo preso com'ero dalla furia e dalla delusione, ma non mi arresi: continuai a provare.

Tentai e ritentai di creare un contatto e alla fine ci riuscii.

Parlai con l'altro, sentivo che era vicino, che stava vivendo un momento di debolezza, che era spaventato e confuso.

Ci parlai anche una seconda volta e fui io a rimanere estremamente sorpreso e incredulo.

L'altro Me mi aveva chiamato per nome, sapeva chi ero e aveva accennato ad un "mamma e papà". L'ibrido aveva menzionato una famiglia, qualcosa che non avevo mai avuto, che non credevo di poter mai avere.

Alla fine riuscii a farlo venire da me, sentii il suo avvicinarsi, ora dopo ora, fremetti impaziente, fino a che non arrivò e ci ritovammo a un solo palmo di distanza.

- Ciao Elijah -

Lo guardai, anzi, la guardai.

Era uguale a me: occhi rosso-giallo, capelli nero-grigi e pelle candida.

Inclinai un poco la testa, non mi sembrava vero di aver finalmente difronte colei che mi completava. Eravamo due gocce d'acqua e guardarla era come specchiarsi.

Senza pensarci mi avvicinai a lei, dovevo sentirla e vederla, dovevo condividere ciò che ero e scoprire tutto di lei. Io dovevo conoscerla e lei doveva fare lo stesso con me.

Appoggiai la mia fronte alla sua e fummo connessi.

Finalmente eravamo nuovamente insieme.

Ogni singolo giorno della sua vita mi scorse davanti: vidi e sentii tutte le sue esperienze, le sue gioie e i suoi dolori, le sue sensazioni ed emozioni; ogni pezzetto che la componeva, anche il più insignificante, mi investii con forza, quasi con violenza, e iniziò a far parte di me.

Ero completo.

Finalmente non ero più solo.

Sentii crescere dentro qualcosa di nuovo, qualcosa che assomigliava alla speranza.

Non le avrei mai fatto del male e lei non ne avrebbe mai fatto a me: era determinata a salvarmi, a trovare una soluzione alla nostra condizione, alla nostra eredità maledetta.

Avremmo viaggiato e avremmo trovato un rimedio, un modo per non doverci mai più dividere, un modo per stare insieme.

FINE
della seconda parte

La terza ed ultima parte, "Hybrid: Twins", sarà pubblicata al più presto, in modo indipendente e non direttamente da qui:)

Vi farò sapere quando pubblicherò il primo capitolo con una parte aggiuntiva a questa storia.

Ne approfitto per ringraziare tutti i lettori e le lettrici che sono arrivati fin qui, che con pazienza mi hanno seguita e aspettata.
Grazie di cuore.
♡♡♡

A presto!♡












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