Nuova meta

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Dicembre ho sempre amato questo mese: la neve, il ticchettio della pioggia sul vetro, i bambini che pattinano su piccoli laghetti ghiacciati, il mese in cui persi tutto...riuscii a farmi forza pensando a questo, fatta eccezione dell'ultimo pensiero.
Camminavo lentamente la neve mi impediva di accelerare il passo, la stradina era deserta nessuno in quel periodo usciva alle prime ore del mattino, mi fermai oltre gli alberi, il panorama era magnifico: il freddo sole che si elevava nel cielo attraverso le grigie nuvole, i suoi fievoli raggi che illuminavano le lontane case di San Pietroburgo...quella cittadina aveva il suo fascino anche in quel periodo. Ripresi il cammino finché non mi ritrovai davanti un cartello e due sentieri; avevo due opzioni: procedere per la via o dirigenti a San Pietroburgo. Stetti qualche secondo a pensare non prendendo nessuna decisione, presa dai pensieri non mi accorsi che la mia sciarpa iniziò a scivolare, finché non cadde a terra, mi abbassai per riprenderla ma qualcuno fu più veloce di me...mi ritrovai davanti un piccolo cane grigio che mi osservava con due occhi da cerbiatto, iniziò a scodinzolare e corrermi intorno. Era solo, al freddo un po come me, mi inginocchiai lo presi fra le mi braccia e alzandomi ebbi la risposta alle mie domande " San Pietroburgo" era lì il mio posto grazie a quell'esserino avevo trovato la mia strada, grazie a Puka avevo una nuova meta.
Puka! Una sola parola per descriverlo STRAORDINARIO in quel poco tempo in cui decisi che doveva essere il mio compagno di viaggio non smise un attimo di farmi sorridere, correva come un pazzo qualche volta si fermava aspettandomi e qualsiasi bambino incontrassimo si divertiva con lui, era quello il sorriso di quei bambini ed era bello il luccichio negli occhi dei genitori, fantasticai su come poteva essere averli ma Puka mi ricordó che la strada era ancora lunga. Arrivati a San Pietroburgo rimasi sbalordita dal fascino della piazza, i suoi abitanti, il mercatino con pellicce, quadri, oggetti in vetro raffinato, antichi soprammobili...ripensai alla scritta sul mio ciondolo Parigi era il passo successivo nessuno mi avrebbe fermata, apparte il ferroviere che mi chiuse le finestrelle in faccia dopo avergli confessato di non avere il visto d'uscita, quello che mi disse con garbo e gentilezza
-"Niente visto d'uscita niente biglietto"
Si penso proprio che si chiami sfortuna, stavo per girare i tacchi ero inciampata nell'ennesima delusione della mia vita; ma com'è si dice? si chiude un portone e si apre una porta "nel mio caso" un'asiana signora che aveva assistito alla scena avanzò di qualche passo
-"So chi può aiutarti, cerca Dimitri al vecchio palazzo reale"
Annuì con la testa é pocodopo si allontanò. Uscita dalla stazione iniziai subito la mia ricerca, chiesi a diversi passanti che senza risposta mi superarono alla fine un signore che squadrandomi per bene mi rispose
-"Il vecchio palazzo di Caterina!? é dall'altro lato della città..." osservandomi un'ultima volta continuò
-"é proibito andarci"
lo ringraziai sfregandomene delle ultime parole avviandomi al palazzo. La visuale che mi di presentò davanti?...un maestoso e imponente edificio, la facciata principale era consumata sicuramente erano anni che nessuno vi mettesse piede, a coprire i lati enormi rampicanti che si intrecciavano nelle colonne risalendo sulle finestre continuando sul retro.
Non ebbi problemi ad accedere e arrivare al palazzo, qualche vandalo aveva cercato di entrare forzando il cancello continuai a camminare a passi veloci la strada era piana, nelle ore precedenti non era caduta neve quindi ebbi l'opportunità di arrivare velocemente al tettuolo, l'area intorno al territorio era disabitata ma la prudenza non era mai troppa, arrivata all'entrata principale tastai per bene il portone forse erano riusciti a forzare anch'esso...
-"Chiuso"
Sospirai, iniziando il giro nel retro, talmente presa dalle ricerche non mi accorsi che Puka non era già da un pezzo nella mia visuale.
-"Puka!Puka dove sei?"
Lo sentii lamentarsi quindi era nelle vicinanze, notai in un angolo una coda scodinzolare, Puka era riuscito ad entrare nascosta vi era una piccola porticina sbarrata con delle asse in legno, lui era riuscito ed io? Puka iniziò ad abbaiare é scomparve nuovamente dalla mia vista
-"Puka aspetta, fermo sto arrivando...Puka"
Urlare il suo nome servì, presa dall'ansia tirai con gran forza l'asse ritrovandomi stesa a terra con essa sopra, la spostai ed entrai...

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Ecco il secondo capitolo, buona lettura!
Un bacio Fede

L'ultima dei RomanovDove le storie prendono vita. Scoprilo ora