CAPITOLO UNO

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"Harry,cucciolo,svegliati che è pronta la colazione dai."sentivo un tocco delicato sul viso e la voce dolce di Gemma,mia sorella,che come ogni mattina mi sveglia per la colazione e poi mi accompagna a scuola.

Annuì e aprì gli occhi,mi alzai dal letto e decisi di dirigersi in bagno per lavarmi e prepararmi. Prima però presi la mia solita scatolina nera,che nascondo sotto all'armadio.
Ero sicuro che Gemma non l'avrebbe trovata perche la stanza me la sistemavo da solo quindi non avrebbe ragione di guardare sotto il mio armadio.
La nascosi sotto la maglia del pigiama per non farmi scoprire da Gemma e corsi in bagno.

Chiusi a chiave la porta e mi posizionai davanti al lavandino e allo specchio,aprii la scatolina e tirai fuori una lametta lucente pronta per l'uso,mi tolsi la maglia e mi guardai allo specchio...tutti a scuola dicevano che ero grasso,che facevo schifo a tutti e che neanche l'uomo più brutto sulla terra sarebbe capace di flirtare con me.
Mi asciugai le lacrime che scendevano dagli occhi e posizionai la lametta sul polso pronto per fare il primo taglio,il primo della giornata si intende,ormai era un appuntamento fisso,ogni mattina quando Gemma mi svegliava la prima cosa era chiudersi in bagno e tagliarmi,mi sentivo potente,sapevo che ero io che controllavo la lametta e in qualche modo mi faceva sentire bene.
'Questo è per i tuoi fianchi enormi' e feci il primo taglio.
'Questo è per la tua bruttezza' feci un secondo taglio.
'Questo è per i tuoi genitori che ti hanno abbandonato' feci un terzo taglio.
Continuai cosi per altre 2 volte e passai all'altro braccio e dicendomi cose che tutti odiavano di me e che odiavo anche io.
Decisi che 5 tagli in ogni braccio erano abbastanza e decisi di farmi una doccia per sciacquarmi i tagli e per rilassarmi un pochino.

Girai la manopola sull'acqua bollente,aspetti che si scaldasse ed entrai.
Sentì i tagli bruciare al contatto con l'acqua e bagno schiuma ma provavo piacere per quella sensazione,alla fine me lo meritavo, Tom e Gerard fanno bene a picchiarmi.
Hanno ragione,sono brutto,grasso,faccio schifo e hanno fatto bene ad evitarmi tutti gli altri,anche se speravo che Riky mi capisse,pensavo che lui si fidasse di me e che non mi avrebbe mai abbandonato,invece se nè andato come tutti gli altri.
Eravamo migliori amici da sempre,fino a quando eravamo bambini,siamo sempre rimasti uniti,ma da quando due anni fa ho fatto coming out affermando di essere omosessuale lui aveva paura che mi innamorassi di lui cosi ha preso le distanze e come se non bastasse quando l'ho detto a mia mamma lei mi ha urlato in faccia e mi ha fatto le valige perche sosteneva che avere un figlio gay come me era meglio non averlo,e Robin,il suo compagno,mi ha picchiato e sbattuto fuori di casa.
Io pensavo che almeno loro mi avrebbero accettato e che mi avrebbero aiutato a superare i bulli a scuola ma invece sono i primi ad avermi spezzato il cuore.
Per fortuna che mia sorella mi è sempre stata vicina e si è presa cura di me facendomi vivere con lei e pagando lei le spese della scuola.
Lavorando in ospedale riesce a permettersi un buon stipendio per tutti e due. Lei è la mia roccia e senza di lei probabilmente sarei morto 2 anni fa.

"HARRY MUOVITI CHE FAI TARDI!!" intanto bussava alla porta tentando di buttarla giù.

"Scusa Gem,mi sono dilungato un pochino,ora esco!"chiusi la manopola dell'acqua e uscii.

"Finalmente Harry...vai a vestirti che in tavola ci sono i pancakes e il succo su!"detto questo mi prese per il braccio e mi spostò dalla porta del bagno e mi spinse fino in camera.
Riposi la scatolina sotto all'armadio e scelsi dei vestiti.
Scelsi dei jeans beige,una t-shirt bianca e un cardigan blu scuro a maniche lunghe,sapevo che eravamo a maggio inoltrato ma non volevo che vedessero i tagli cosi presi quello più leggero e me lo misi.
Scesi le scale e mi seddetti a tavola dove mi aspettava la colazione e mia sorella.

"Hey finalmente sei pronto,ci hai messo più del solito..."cavolo,so dove vuole arrivare,adesso mi chiederà se sto bene,se ho altri problemi oltre hai bulli e che con lei potevo parlare.

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