1 - L'INIZIO (PT.1)

15 4 4
                                    

Quando Aaron si svegliò, era confuso e stranito.
"Dove si trovava? Che posto era quello? Di certo non era camera sua."

Si mise a sedere e tentò di pensare a cosa era accaduto e in quale modo fosse arrivato in quella stanza. Era molto buia ma gli occhi, che si erano addattati, facevano in modo che Aaron capisse quanto fosse grande e dove fosserò i mobili. Ad un certo punto la porta si aprì, la luce del corridoio innondò la stanza e Aaron fu abbagliato.
"scusami, non volevo abbagliarti, pensavo che la luce fosse accessa" disse una voce femminile.
"Io mi chiamo Elèna, e sono la tua professoressa di addestramento, lotta e sviluppo".

Una volta che gli occhi di Aaron si adattarono alla luce, riuscì capire chi gli stava parlando.
Sulla soglia della porta si c'era u una donna sulla trentina d'anni, bel fisico, occhi marroni e capelli neri lucenti.
"E' una scuola per spie questa?" chiese Aaron stupito.
La professoressa rise di gusto, poi lo guardò con aria molto seria "spie? Scherzi ragazzino? Questa è un'accademia per ragazzi con super poteri, e poi spiegami, ti svegli in una stanza e la prima cosa ti viene in mente è se questa è una scuola per spie?" rispose poi.
"scusi, io non super poteri" ribatté subito Aaron.
"ascolta, ragazzo se sei qui un motivo ci sarà, no? Bene ti do cinque minuti per andare a lavarti e prepararti che dobbiamo scendere, fra poco inizia la cerimonia"
"cerimo.." Aaron non fece in tempo a finire la frase che la professoressa lo zittì e sbatte la porta.

Subito accese la luce della stanza e noto dei vestiti in fondo al letto. Si chiese se prima ci fossero, poi decise che non importava. Si vestì, andò in bagno a vedersi e lavarsi.
Aaron era un ragazzo di 20 anni, alto un metro e ottanta circa. Capelli neri, occhi azzurri. A scuola (che fino a ieri ci andava), lo ritenevano il classico tipo "figo" e "alla moda", due cose di cui a lui non fregava immensamente nulla.
Una volta pronto, usci dalla stanza, la professoressa Elèna lo stava aspettando.

"alla buon ora, ti avevo detto cinque minuti non un'ora" disse in tono scherzoso.
"scusi" rispose Neron non cogliendo il tono.
"stavo scherzando" disse essa ridendo, " dai, andiamo" finita la frase prese Aaron per una spalla.

Continua...

NeeronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora