Il cielo era di un bellissimo blu quel giorno.
Le scarpe dei pallavolisti emettevano suoni sgradevoli scivolando sul pavimento lucido della palestra, anche se minimamente percettibili sotto i grandiosi cori in tribuna e le piccole risate delle studentesse – le quali sembravano essere più interessate ad altro invece che alla partita in se stessa, ed Hisoka, nel profondo, sapeva di non potergli dar torto.
Forzato a stare seduto nelle tribune tra ragazze urlanti per un lasso di tempo che pareva infinito, si era riproposto più volte di porre fine alle sue sofferenze.
A metà del terzo set erano arrivati alcuni suoi compagni, ma nemmeno le poche chiacchiere che si scambiarono poterono alleviare quel supplizio.Appena la partita fu terminata, con una schiacciante vittoria della squadra di casa, Hisoka fu trascinato via dai suoi compagni, mentalmente maledicendoli per avergli fatto fare tutta quella fatica per sopravvivere solo per poi perdersi l'uscita dei giocatori dallo spogliatoio.
Hisoka era il leader del club scolastico che si occupava di occulto, il secondo dalla sua fondazione. Tecnicamente il club si doveva occupare di evocare demoni e quant'altro, a detta di tutti, e questo era il motivo per cui lui e gli altri membri erano malvisti all'interno della comunità scolastica pur non avendo mai causato guai di alcun tipo. Infatti, le ore di attività del club dopo la scuola venivano passate per lo più a leggere libri su materie come l'alchimia e l'astrologia, creando un piacevole salotto in cui conversare sugli interessi che associavano più o meno tutti i membri.
I capelli corvini, che gli scendevano fino alle spalle, dove si poggiavano delicatamente con disordinate onde e piccoli riccioli alla fine, continuavano a cadergli sugli occhi mentre se ne stava chino sul libro che avrebbe dovuto leggere, e lui li spostava con la mano destra delicatamente, mentre gli occhi, di un blu molto scuro, distrattamente scorrevano sulle parole stampate, senza però apprenderne il significato, poiché la sua mente era da tutt'altra parte.
Il giovane aveva scoperto cose interessanti su se stesso negli ultimi anni. Alla fine della terza media aveva avuto la sua prima esperienza con un ragazzo che, diciamocelo, lo cambiò completamente. Sarebbe anche opportuno specificare che questa prima esperienza non andò a buon fine, ma sicuramente fece conoscere ad Hisoka una parte di sé che non sapeva esistesse, ed anche una parte delle persone che aveva intorno che non aveva mai conosciuto prima.
Dopo le ore di attività, aveva deciso di andare a fare una chiacchierata con uno dei pochi amici che aveva al di fuori del suddetto club. Questo era Odayaka Amao, un ragazzo dolce e gentile con cui aveva subito fatto amicizia nel suo primo anno. Si erano conosciuti durante le visite guidate per convincere i genitori ad iscrivere i loro figli a quella scuola, le quali avevano come guide alcuni studenti. Amao, al secondo anno, era uno di questi. Si erano parlati per la prima volta alla fine della visita, Amao aveva deciso di farselo amico, dato quanto sembrava a disagio. Probabilmente soffre di qualcosa tipo l'ansia, si era detto, e non era riuscito a fermare il suo istinto materno. Alla fine andò tutto bene però, ed i due si erano incontrati di nuovo dopo l'estate, all'entrata della scuola. Da quel giorno in poi Hisoka era praticamente dipeso da Amao, il quale gli faceva conoscere gente e lo introduceva alle dinamiche della scuola superiore. Fu lui ad incoraggiarlo ad entrare nel club dell'occulto, e poi ad accettare il ruolo di leader quando la sua passione per le materie trattate lo fece brillare tra gli altri. Gli occhi verdi di Amao erano quelli che lo scrutavano mentre questo gli raccontava di se stesso, ed era la prima volta che Hisoka lo aveva visto preoccupato. Dopo quello, non ci fu mai un altro momento di tensione tra loro, e Hisoka ancora si chiedeva perché il ragazzo castano fosse stato così preoccupato nel rivelargli che era gay, nonostante non facesse così tanto per nasconderlo: "Dirlo non è così facile come farlo capire, sai." Gli aveva risposto Amao.
Non ci volle molto tempo perché Hisoka si aprisse con lui a sua volta, e scoprì che Amao era veramente l'amico migliore che chiunque potesse desiderare. Tornando agli eventi correnti, Hisoka era attualmente al terzo anno, ed Amao al quarto, poiché questo stava ripetendo l'anno.
"Oh! Buongiorno!" Lo aveva salutato dolcemente il castano, quando Hisoka varcò la porta della stanza designata al club di cucina, di cui Amao era l'amatissimo presidente.
"Buongiorno, Amao" lo aveva salutato a sua volta l'altro, non altrettanto caldamente, ma il dolce cuoco capiva, anche troppo bene, il linguaggio che il suo amico usava.
"Tutto bene, Oka?"
"Io? Si, certo, cioè, più o meno, come sempre, dipende"
"Da cosa dipende?"
"Da cosa intendi"
"E cosa intendo?"
"Quello che vuoi intendere"
"Ma cosa voglio intendere?"
"Non lo so, sei tu che devi dirmi cosa intendi"
"Ma come faccio a dirti cosa intendo se non capisco cosa intendo?"
"Questo non lo so, devi capirlo da solo" aveva riso Hisoka alla confusione dell'altro.
"Però sei crudele, a confondermi così!"
"Io?" Ancora non aveva finito di sogghignare."Sì, tu. C'è qualcosa che non va, vero?"
"Perché? Cioè, qualcosa che non va nel mondo c'è sempre, no?"
"Perché sarò stato bocciato l'anno scorso ma non sono stupido,
e poi blateri quando c'è qualcosa che non va." Amao stava agitando il mestolo di legno davanti alla faccia del corvino con fare minacciosamente materno, e Hisoka, ritrovandosi con le spalle al muro, cercò di cambiare argomento.
"Oggi c'è stata la partita di pallavolo... Non ho visto la tua classe, dov'eravate?"
"Non siamo potuti venire, compito di geografia. Com'era?" Quando Hisoka non voleva parlare di qualcosa, non lo avrebbe forzato, a meno che non si trattasse di una cosa veramente seria.
"Belli... Cioè- Bella, una bella partita, abbiamo vinto."
Il sorrisino rivoltogli gli fece raggelare il sangue nelle vene, e fu a quel punto che capì che non solo si era rimesso da solo con le spalle al muro, ma ci aveva anche battuto la testa.
"Ma la hai almeno vista passare la palla? Sei proprio disperato!"
"Ma che dici! No. Forse. Va bene, magari hai ragione. Forse."
Hisoka abbassò la testa e la nascose tra le braccia, seduto al bancone della cucina. Amao pensò che sembrava proprio un bambino, con quei grandi occhioni che cercavano in tutti i modi di evitare il suo sguardo."Sei proprio un disastro" rise, cercando di far uscire di nuovo Hisoka dal suo guscio.
"Non è colpa mia se tu piaci a tutti."
"Allora vieni con me ogni tanto, troveresti sicuramente qualcuno che ti piace."
"No grazie. Continuerò a fare il disastro da solo.""Se riuscissi ad evocare un demone sono sicuro che anche lui ti direbbe che sei disperato."
"Non ci vengo nei locali con te. E oltretutto, vendono alcool, e ho sedici anni."
"Ma infatti mica devi bere!" Amao si era fermato un attimo, ed era improvvisamente diventato serio, ed aveva tirato fuori il mestolo un'altra volta: "Non ci pensare nemmeno, tu non bevi."
Hisoka rabbrividì.
"Ma chi ha detto che voglio bere?!"
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Succubus {サキュバス}
RomanceStoria in via di sviluppo realizzata in contemporanea con "Almond Shell" di KawaiiNekoPanda! (Le due storie sono collegate tra loro, come potrete constatare man mano che andranno completandosi) // Lui, Il mare negli occhi, Ghirlande di stelle come...