«Che la Forza sia con te!»

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Sam era nell'aula di tribunale aspettando che entrasse il giudice. Accarezzò la scatola contenente la bilancia che Gabriel gli aveva regalato mesi prima, non che credesse sul serio che gli portasse fortuna, però che male c'era a portarsela dietro? Sapeva che da quel caso poteva dipendere il suo futuro nello studio "Fuller&Curtis", visto che Raphael continuava a insinuare che era stato assunto solo per fare da toy boy a Gabriel e un po' di fortuna gli avrebbe fatto comodo.
Nonostante la preoccupazione, sorrise fra sé: prima che andasse in tribunale, tutti gli avevano dato consigli, più o meno fattibili: Garth, dopo averlo strizzato, gli aveva consigliato, prima di entrare in aula, di mettersi su una gamba sola con le braccia spalancate, tipo aeroplano. «Serve a renderti consapevole del posto che il tuo corpo occupa nello spazio.»; Chuck si era raccomandato di portare un registratore per poi riascoltarsi. «Quando la cassetta non ti serve più, passala a me.»; Gabriel, ovviamente, l'aveva subissato di consigli e raccomandazioni che gli aveva già ripetuto nei giorni precedenti: «Sii sicuro di te... non avere l'aria di recitare...»
«Su mamma chioccia» gli aveva detto Sam, «non essere così apprensiva.»
«Mamma chioccia io?» aveva esclamato Gabriel, fingendosi arrabbiato. «Sentirai stasera che beccate se non vinci la causa!» mentre Charlie si era limitata a raddrizzargli la cravatta e a dirgli: «Che la Forza sia con te!»
Lanciò un'occhiata alla controparte: era una ragazza magra con le labbra sottili perennemente atteggiate in un'espressione di disapprovazione. Persino con lui aveva avuto da ridire...

Quando l'aveva convocata nel proprio studio, insieme alla sua assistita, per trovare un accordo, l'aveva squadrato con aria palesemente critica. «Lei non può essere un avvocato, è troppo giovane.» Poi si era voltata verso la sua mancata suocera e le aveva detto con astio: «Tu mi hai rovinato la vita! Avrei potuto essere felice con Paul e tu me l'hai impedito!»
«Veramente sei tu che hai deciso di lasciarlo. Eri davanti a un bivio e hai fatto la tua scelta... e non dire parolacce o ti sciacquo la bocca col sapone!»
«Non ho detto niente!» strillò la ragazza.
«Però le hai pensate» ribatté Missouri.
«Vecchia strega!»
Dopo di che era stato pressoché impossibile arrivare a un accordo e così eccoli tutti in tribunale.

«Posso?» domandò Missouri, indicando la scatoletta e strappando Sam dalle sue fantasticherie. Avuto il permesso, prese la scatoletta fra le mani per qualche secondo, chiudendogli occhi. «C'è una potente magia qui dentro.»
Sam la guardò sorpreso e lei riprese: «Amore e fiducia. Non c'è niente di più potente.»
Amore senz'altro ma parlare di fiducia dopo quella scenata di gelosia...
«Se tu volessi sottoporre Gabriel alla mia prova, la supererebbe» disse Missouri.
«Eh? Ma come...?»
«Stavi pensando a lui in questo momento.»
«Allora svelami chi vincerà la causa» disse Sam con un sorriso.
«Non lo so» rispose, facendo spallucce.
«Non lo sai?»
«Mi hai forse visto tagliare a metà una pupattola tutta ossa? Credi che sia una prestigiatrice? Riesco a leggere nel pensiero e percepire le energie in una stanza, ma non faccio uscire un coniglio dal cappello.»
Oddio, forse aveva previsto che avrebbe fatto una figuraccia davanti a tutti e non voleva dirglielo. "No dai, questo significherebbe credere che sia davvero una sensitiva... Ma se non è così, come sa di me e Gabriel? Probabilmente è come Sherlock Holmes... legge il linguaggio del corpo... un paio di volte lui è entrato in ufficio mentre la interrogavo e lei deve essersi accorta delle nostre occhiate... sì dev'essere così..."
«In piedi, entra la corte» annunciò il cancelliere.
La signorina Turner si sedette al banco dei testimoni ed esordì: «Quella donna mi ha rovinato la vita! Ero fidanzata con suo figlio Paul e lei mi ha obbligato a lasciarlo!»
«Ci spieghi nel dettaglio che cosa ha fatto» le disse la sua avvocata.
«Dunque ero andata a farmi leggere la mano un po' di volte e lì ho conosciuto suo figlio Paul e dopo un'iniziale conoscenza ci siamo messi insieme. Lei è solo gelosa! È venuta da me a dirmi che aveva consultato le carte e aveva visto che l'anno successivo Paul sarebbe stato colpito da una qualche malattia che gli avrebbe paralizzato le gambe. Che altro potevo fare? A quel punto ho rotto il fidanzamento.»
«Le ho detto delle carte per verificare se era stata attenta alla mia attività» bisbigliò Missouri a Sam, «le avevo espressamente detto che non sono una cartomante.»
«Ma Paul non si è ammalato, vero?» domandò la legale.
«No! Qualche mese fa me lo rivedo bel pimpante che passeggia sottobraccio a un'altra ragazza! Sono andata a casa di Missouri a chiedere spiegazioni e lei mi ha confermato che la previsione era volutamente fasulla, mi ha ingannato! Avrei potuto essere felice e lei me l'ha impedito!»
Sam si alzò a controinterrogarla: «Perché ha creduto alla profezia della signora Moseley?»
«Aveva indovinato altre volte, quindi doveva essere vera anche questa.»
«La mia assistita non è una cartomante. Non ha trovato strano che avesse usato un altro metodo di divinazione?»
«Al momento non ci ho fatto caso.»
«E dopo?»
«Neanche dopo, va bene? Mi sono fidata di lei e mi ha ingannata!»
«La mia assistita la faceva pagare per le consultazioni?»
«All'inizio sì ma poi quando mi sono fidanzata con Paul non più.»
«Lei era innamorata di Paul?»
«Certo che lo ero! Avrei potuto essere felice con lui!»
«Se era così innamorata, perché ha rotto il fidanzamento? La mia assistita non le ha intimato di lasciarlo, vero?» domandò Sam.
«Non ha sentito la previsione? Sarebbe rimasto bloccato su una sedia a rotelle!» rispose seccata.
«Eh già, se uno non è più che sano, non merita di essere amato.»
«Obiezione!» strillò l'avvocata.
«Ritiro la domanda. Ho finito.»
Poi Sam interrogò Missouri: «Ci spieghi perché ha fornito una previsione falsa alla signorina Turner.»
«Volevo verificare se fosse la ragazza giusta per Paul. Mio figlio ha bisogno di avere accanto a sé una donna forte che non si spaventi davanti a niente, come, in effetti, è la sua attuale ragazza.»
«Anche lei è stata messa alla prova?»
«Certo e l'ha superata quando è scoppiata a ridermi in faccia replicando che non credeva a certe sciocchezze e che avrei dovuto inventarmi qualcosa di meglio per tenerla lontano dal mio Paul.»
«Che cosa avrebbe fatto se la signorina Turner le avesse detto che non le importava della sua predizione e che avrebbe sposato comunque suo figlio?»
«L'avrei abbracciata dandole il benvenuto in famiglia e dicendole che aveva superato la prova.»
Poi toccò all'avvocata della controparte: «Quindi ammette che ha mentito alla mia cliente, approfittando della sua buona fede.»
«L'ho già detto» replicò Missouri, «era una prova. Nelle favole i principi devono uccidere i draghi prima di sposare la loro principessa. Qui ho voluto invertire i ruoli.»


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