12. Raggi di sole e rapporti famigliari

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Il sudore scendeva dalla mia fronte fino al collo sparendo poi sotto la mia maglietta; sin da quando ero piccola avevo odiato la sensazione di sudore sulla pelle, ma in quel preciso istante avevo ben altro a cui pensare. Il mio cervello stava compiendo uno sforzo immane per riuscire a convincere le gambe a compiere i pochi passi che ci separavano dalla nostra base. Sollevai lo sguardo verso il cielo, apprezzando la nuvola che nascose per rari momenti il sole cocente, lasciando una leggera brezza. Quando ritornai con gli occhi sui piedi, evitai accuratamente una radice, evitando una caduta che avrei sicuramente ricordato.

Davanti a me Aaron parlottava felice con Harry, mentre Delilah si girò verso di me e mi aspettò per poi continuare con me il percorso.

"Non è stata una bella idea?" mi chiese, notando il mio sforzo fisico, mentre ci fermavamo per bere un po' d'acqua. Ne approfittai per arrotolare la maglietta, con un nodo, sotto il seno, sperando di riuscire a percepire meno caldo di quanto già non sentissi.

"No, anzi" scossi la testa vigorosamente "amo l'attività all'aria aperta" spiegai, mentre indicavo con la mano libera lo spazio attorno a me "ma abbiamo scelto il momento peggiore della giornata per muoverci" continuai, sostenendo la mia tesi. Nonostante non indossassi l'orologio, il sole alto nel cielo poteva significare solo che dovevamo essere vicini al mezzogiorno. Fummo vivacemente richiamate da Jared, che ci sollecitò a continuare a camminare vista la meta vicina.

Quel sabato di Marzo sembrava essere la giornata ideale per ciò che Delilah aveva proposto: trascorrere una giornata fuori porta, all'aperto. Avevamo scelto il Coed Melyn Park che distava pochissimo da Newport ed era un luogo meraviglioso per trascorrere una giornata assieme. Nessuno si era tirato indietro, forse perché tutti apprezzavamo quei primi giorni di caldo primaverile dopo l'uggioso inverno inglese.

"Venite, guardate che bello!" gridò Rosie dalla cima di una collina che conoscevamo bene. Si impiegava più tempo a raggiungerla ma lo spettacolo della Newport primaverile ne valeva decisamente la pena. Si girò verso me e Delilah che eravamo le ultime del gruppo, più indietro mentre Jared e Matthew si sistemavano all'ombra di un enorme quercia. Quando vidi l'albero imponente elevarsi su di noi, sorrisi e spontaneamente sfiorai il fianco dove un piccolo tatuaggio era inciso sulla mia pelle da qualche anno; Harry mi aspettò, proponendosi di prendere il mio zaino mentre Aaron abbracciava le spalle di Delilah, assicurandosi stesse bene. Rimasi a fissare i miei amici, contenta che Aaron fosse vicino a Delilah in quel momento di crisi con Travis, che dopo l'accaduto nel locale, aveva deciso di non unirsi a noi oggi. Lei sembrava abbastanza tranquilla, anche se conoscendola sapevo non avrebbe mai lasciato trapelare la sua instabilità.

"Tutto bene?" mi chiese Harry, appoggiando la mano sul fianco, alzando i suoi occhiali da sole e rivolgendosi verso esso, cercando di prendere un po' dei suoi raggi. Ringraziai di avere la macchina fotografica con me, mentre ammiravo quella scena mozzafiato, mentre mi ritrovavo a voler catturare la sua innegabile bellezza.

"Rimani fermo così" dissi io, facendo cenno con l'indice di aspettare un minuto. Tirai fuori la macchina fotografica e misi a fuoco la sua figura, mentre dietro di lui si estendeva sfocato il panorama di Newport, il suo volto veniva illuminato dai raggi di Aprile. Finii e gli porsi la macchina fotografica, avvicinandomi a lui per vedere la sua reazione. Si voltò verso di me dopo averla vista e mi sorrise ampiamente.

"Sei bravissima" si complimentò "sembro bello" disse poi.

"Non ti dirò che lo sei solo per accrescere il tuo ego" ripresi in mano la situazione, facendogli un occhiolino "forza Styles, andiamo all'ombra, non vorrei ustionassi la tua pelle da vampiro" continuai a prenderlo in giro, mentre lo spingevo dalle spalle.

CANTHARIDE- [H.S. AU]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora