Prologo.

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Parigi...

In quella vecchia casa in periferia, riecheggiavano le voci dei troppi studenti. Risate, baccano e alcol erano ormai il tema principale di quel tipo di feste. Adèle Simon non avrebbe voluto trovarsi lì, ma era stata costretta dalla sorella gemella Camille, alla quale, questi party, entusiasmavano parecchio.

Adèle al contrario era un tipo decisamente solitario. Tutto ciò che riguardava lo stare a casa, era sempre di suo gradimento. Insomma, Camille e Adèle erano gemelle un po' per niente, potevano definirsi tali solo per la stessa data e lo stesso cognome sulla carta d'identità.

Erano proprio due mondi opposti, due idee diverse sul divertirsi e due modi diversi di vivere.

Adèle era il perfetto asso nella manica  di  Camille, di cui si serviva quando doveva dire delle bugie ai suoi genitori. La "tipica serata tra sorelle", che si trascorreva in un tranquillo cinema davanti a una bella ciotola di pop corn, in realtà era tutta una messa in scena per andare a delle stupidissime feste di adolescenti poco controllati.

Camille amava il brivido di infrangere le regole. Amava bere alcol e fumare di nascosto. Ad Adèle invece, tutto questo non l' aveva mai attratta. Ed ogni sabato sera, puntualmente, era costretta a sedersi su una squallida poltroncina di quella topaia che trasudava puzza di alcol e fumo, a guardare con disgusto quelle ragazze poco vestite e poco sobrie, divertirsi con ragazzi conosciuti qualche istante prima.

L' unica cosa che forse riusciva a distrarla da tutto quello che le stava attorno era il suo amato block notes, sulla quale scarabocchiava e abbozzava qualche abito. La moda era sempre stata la sua passione, era sempre stata sofisticata e pignola nello scegliere e abbinare i vestiti.

Ogni tanto doveva allontanarsi da quel baccano per rispondere alle telefonate dei genitori, per aggiornarli sull'andamento della serata, oramai era diventata proprio brava a coprire la sorella.

Forse il motivo principale per cui non se ne era ancora andata da quella casa era Eric Martin. Uno dei pochi ragazzi che era riuscita a superarla d'altezza e anche uno dei pochi che era riuscito a conquistarla.

Ogni sera attendeva con ansia che facesse capolino dietro quel bancone di marmo sporco, pronto a servire qualsiasi drink richiesto dalle persone. Adèle lo aveva sempre osservato mentre si cimentava nei più assurdi abbinamenti di alcolici. Con quel dannatissimo sorriso sempre stampato sul volto che lei tanto adorava.

Era giunta alla conclusione che il barista fosse la più grande passione di Eric, confermato anche dalla sorella che lo aveva beccato a lavorare nei bar più rinomati nel centro di Parigi.

Il fratello di Eric, Jordan, era l'attuale fidanzato di Camille, e questo faceva sì che lei passasse molte sere in casa sua, e si era ritrovata spesso su un dondolo nel giardino dei Martin con il suo tipico block notes su cui progettava abiti, intenta ad aspettare con ansia che la sorella terminasse le sue faccende con Jordan.

Spesso Adèle si ritrovava a rappresentare come protagonista assoluto dei suoi figurini, proprio Eric, perché secondo lei, oltre che ad essere simpatico, spiritoso e con il senso dell'umorismo –cosa che lei riteneva carente a quel tempo- era anche un bellissimo ragazzo, ed ancora non si capacitava il motivo per cui non si fosse dedicato ad una carriera da modello.

Il fatto che lei fosse praticamente sempre presente, aveva portato Eric a rivolgerle la parola, più che altro per le tipiche domande di cortesia anche se lui non era mai stato come tutti gli altri. Non la prendeva in giro e non la riteneva diversa o anche solo grassa. Non aveva mai avuto problemi a rivolgerle la parola o magari anche una semplice battuta, e forse anche questo aveva alimentato ulteriormente la cotta nei suoi confronti.

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