Capitolo 1 ~ Il ladro

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Dal suo nascondiglio dietro l'orologio, Hugo vedeva tutto. Sfregò nervosamente le dita contro il suo piccolo taccuino che teneva in tasca e si disse di avere pazienza.
Il vecchio del chiosco dei giocattoli discuteva con la ragazza, che aveva più o meno l'età di Hugo. L'aveva vista spesso entrare nel chiosco con un libro sottobraccio e sparire dietro il bancone.

Il vecchio quel giorno sembrava agitato. Si era accorto che gli mancava qualche giocattolo? Bè, per il momento Hugo non poteva farci niente. Quei giocattoli gli servivano. Il vecchio e la ragazza litigarono ancora un pó, infine lei chiuse il libro e corse via.

Qualche istante dopo, per fortuna, il vecchio incrociò le braccia sul petto e chiuse gli occhi. Hugo strisciò dentro le pareti , uscì dal condotto dell'aria e schizzò attraverso l'atrio fino al chiosco dei giocattoli. Strofinò nervosamente il taccuino un'ultima volta, poi abbassò con cautela la mano sul giocattolo a molla.
All'improvviso qualcosa all'interno del chiosco si mosse e il vecchio addormentato riprese di colpo vita.
Prima che Hugo potesse scappare, il vecchio gli aveva afferrato un braccio.
Il topolino a molla che Hugo aveva preso gli cadde di mano, scivolò sul bancone e atterrò sul pavimento con un rumore secco.
-Al ladro! Al ladro!- urlò il vecchio nell'atrio deserto. -Qualcuno chiami l'Ispettore Ferroviario!-
Non appena sentì pronunciare quel nome, Hugo fu preso dal panico. Si contorse e cercò di scappare, ma il vecchio gli stringeva forte il braccio e non lo lasciava andare.
-Finalmente ti ho preso! Adesso svuota le tasche-
Hugo ringhiava come un cane. Era furente con se stesso per essersi fatto prendere.
Il vecchio strinse più forte e sollevò il braccio finché Hugo non si ritrovò in punta di piedi

-Mi fa male!-
-Svuota le tasche!-
Con riluttanza, molto lentamente, Hugo tirò fuori decine di oggetti: viti, chiodi, pezzi di metallo, ingranaggi a orologeria e rotelle dentate. Infine tirò fuori una scatola di fiammiferi tutta ammaccata e qualche candelina.
-Manca ancora una tasca- disse il vecchio.
-Non c'è niente dentro-
-Allora rovesciala-
-Non ho niente di suo. Mi lasci andare.
-Dov'è l'Ispettore Ferroviario?- urlò di nuovo il vecchio -Perché non c'è mai quando serve?-
Hugo sapeva che, se l'Ispettore Ferroviario fosse comparso in fondo all'atrio con la sua uniforme verde, tutto sarebbe finito. Provò a divincolarsi dalla presa del vecchio, ma inutilmente. Alla fine mise una mano tremante nell'ultima tasca e tirò fuori un vecchio taccuino di cartone. A forza di strofinarla con le dita, la copertina era diventata tutta Lisa e consumata.
Senza allentare la presa sul braccio del ragazzo, il vecchio gli strappò via il taccuino, lo appoggiò su un ripiano fuori dalla portata di Hugo, lo aprì e iniziò a sfogliarlo. Una pagina catturò il suo sguardo.

-Me lo ridai! E mio!- urlò Hugo.
-Fantasmi...-mormorò il vecchio. -Lo sapevo che alla fine mi avrebbero trovato- Chiuse il taccuino. L'espressione sul suo volto passò rapidamente dalla paura, alla tristezza, alla rabbia. -Chi sei, ragazzo? Hai fatto tu questo disegni?-
Hugo non rispose.
-Ti ho chiesto se hai fatto tu questi disegni.-
Hugo riprese a ringhiare e sputò a terra.
-A chi hai rubato questo taccuino?-
-Non l'ho rubato-
Il vecchio emise una specie di grugnito e all'improvviso mollò il braccio di Hugo -Allora lasciami in pace! Stai lontano da me e dal mio chiosco!-
Hugo si massaggiò il braccio, fece un passo indietro e schiacciò il topolino a molla che aveva fatto cadere. Al rumore del gioco che si rompeva, il vecchio ebbe un brivido. Hugo raccolse i pezzi del giocattolo e li mise sul banco. -Non me ne posso andare senza il mio taccuino-
-Non è più il tuo taccuino. È mio e ci farò quello che mi pare- Il vecchio sollevò a mezz'aria la scatola di fiammiferi di Hugo. -Magari gli darò fuoco!-
-No!-

Il vecchio raccolse il contenuto delle tasche di Hugo, compreso il taccuino. Mise tutto dentro un fazzoletto, lo legò e lo coprì con le mani. Hugo non aprì bocca. Il vecchio picchiò un pugno sul tavolo e fece tremare tutti i giocattoli. -Vattene, ladruncolo!-
-È lei, il ladro!- urlò Hugo, mentre si voltava e scappava via.
Il vecchio gli strillò dietro qualcosa, ma Hugo sentiva soltanto il ticchettio delle proprie scarpe che echeggiava fra i muri della stazione.

La straorinaria invenzione di Hugo CabretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora