Capitolo Ventinove.

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Capitolo Ventinove.

-C-Con il v-vostro permesso- chino il capo e, a passo svelto, esco dalla camera chiudendo la porta alle mie spalle. Appoggio la schiena contro la parete dietro di me, chiudo gli occhi e mi porto una mano davanti alle labbra, sopprimendo un singhiozzo.

Inizio a correre, senza una meta precisa, lungo il corridoio. Salgo le scale e mi rifugio nell'unico posto in cui mi sento al sicuro: la biblioteca. Chiudo la porta, appoggio la fronte contro di essa, stringo le mani in un pugno lungo la vita e mi lascio andare in un pianto liberatorio.

Lo sapevo; sapevo che c'era qualcosa di strano in lei.

Era troppo perfetta.

Nel suo sguardo ho letto l'amore, l'attrazione e l'affetto che prova nei confronti di Douglas sin dal primo giorno in cui è arrivata, ma io sono stata cieca ed ho ignorato i segnali che avevo davanti agli occhi.

Il Re Henry ed il Re Auguste combineranno il matrimonio tra i due, per mostrare ai paesi confinati ed al proprio popolo, che tra Inghilterra e Francia ci sono ottimi rapporti. Si sposeranno, avranno dei bambini - futuri eredi al trono - di sangue reale e vivranno la loro vita insieme, amandosi.

Immagini di loro due, insieme, si proiettano davanti ai miei occhi e non riesco a restare in piedi. Scivolo a terra, le mie ginocchia toccano il pavimento freddo e provo a nascondere dei singhiozzi portandomi le mani davanti alle labbra.

-Isobel- una voce richiama la mia attenzione e spalanco gli occhi, spaventata. Lentamente alzo lo sguardo, puntandolo nella direzione di chi e parlato e, seduto su una poltrona con un libro sulle ginocchia, vedo il Principe Maximilian.

Trattengo il respiro.

Che cosa ci fa lui qui, a quest'ora del mattino?

Chiude il libro, con un tonfo sordo che rimbomba nelle mie orecchie, e lo appoggia sul tavolo. Si alza dalla poltrona e, con la sua maestosità e classe, cammina verso di me.

Deglutisco.

Non riesco a muovermi.

Si inginocchia davanti a me, allunga una mano verso il mio viso ed io chiudo gli occhi, impaurita per ciò che vuole fare... ma, quando sento le sue dita asciugare le mie lacrime, li riapro sorpresa.

-Che cosa è successo, Isobel?- chiede dolcemente guardandomi negli occhi.

Dischiudo le labbra, incapace di parlare.

-È stato lui, vero?- chiede, di nuovo, senza aspettare una mia risposta. Capisco perfettamente a chi si riferisce e distolgo lo sguardo dal suo, sentendo gli occhi riempirsi di nuove lacrime.

-Smetti di amarlo, di pensarlo. Finirai col farti del male- queste parole risuonano nel mio cuore ed alzo lo sguardo, inarcando un sopracciglio confusa.

Che cosa vuol dire?

Prima che possa parlare, con un movimento fulmineo, le sue labbra si posano sulle mie, facendomi spalancare gli occhi. Il mio corpo s'irrigidisce e appoggio le mani sulle sue spalle provando ad allontanarlo, tentativo inutile.

Afferra le mie mani, stringendo i miei polsi in modo che non possa muovermi mentre le sue labbra continuano il loro assalto. Incastra il mio labbro inferiore tra i denti, facendomi gemere di dolore, ed infila la lingua nella mia bocca cercando la mia con violenza.

Non mi muovo, fa tutto da solo.

Calde e amare lacrime scivolano lungo le mie guance, per ciò che sta facendo. Dopo qualche secondo si allontana, per riprendere fiato e mi guarda negli occhi.

Intravedo nel suo sguardo una strana luce; la tenerezza di poco fa è stata sostituita dal desiderio.

Mi libero dalla sua presa e mi alzo da terra, allontanandomi da lui il più possibile. Accarezzo le mie labbra con le dita e continuo a ripetere che è stato solo un brutto sogno, non è successo davvero.

-Sei la prima donna che non ricambia un mio bacio- dice attirando la mia attenzione, passandosi la lingua sulle labbra. Ridacchia scuotendo la testa, avvcinandosi sempre di più a me. -Non mi è piaciuto, Isobel- riduce gli occhi a due fessure, fulminandomi con lo sguardo.

Dischiudo le labbra, pronta a parlare, ma con uno scatto afferra il mio corpo e mi ritrovo piegata sul tavolo, con il viso contro il legno.

-Che cosa fate?!- esclamo alzando il tono della voce, ma non ottengo nessuna risposta. Solleva il mio vestito, insieme alla sottoveste, sulla vita e fa scivolare la mia biancheria intima lungo le gambe, scoprendo il mio sesso.

Inizio a scalciare e urlare, cercando di allontanarlo ma, quando una sua mano viene a contatto con il mio fondoschiena, i miei movimenti cessano e spalanco gli occhi.

-Zitta, o dovrò imbavagliarti- sussurra rude contro il mio orecchio, facendomi rabbrividire.

Lo sento armeggiare con i suoi vestiti dietro di me e, quando sento il tintinnio della sua cintura contro il pavimento, capisco le sue intenzioni.

-Vi prego, no...- sussurro scuotendo la testa, ma questo non gli piace.

Afferra i miei capelli, sbatte il mio viso contro il tavolo e sento il suo membro accarezzare la mia entrata. -Io sono il Principe Maximilian di Francia. Tu sei solo una sgualdrina e, come tale, devi eseguire ogni mio desiderio, chiaro?- alza il tono della voce ed io ricomincio a piangere, singhiozzando rumorosamente.

È vicino, vuole possedere il mio corpo.

Il bussare alla porta risuona nella stanza, bloccando il suo assalto. Borbotta qualcosa di incomprensibile, prima di allontanarsi e sistemare i suoi vestiti.

Lo imito velocemente, indossando la biancheria, e facendo scivolare il vestito lungo le gambe, in silenzio. Mi asciugo le guance con il palmo della mano e fingo di osservare i libri presenti negli scaffali, quando la porta si apre rivelando la figura della Regina Veronica.

-Buongiorno Principe Maximilian- saluta con un inchino l'uomo seduto aulla poltrona, il quale si alza e posa un bacio sulla sua mano.

-Buongiorno, vostra maestà- dice inarcando le labbra in un sorriso, come se non fosse successo niente.

-Maestà- la saluto con un inchino.

-Isobel, mia cara- mi rivolge un tenero sorriso e si avvicina a me. Avvolge le braccia intorno al mio corpo, sorprendendomi, e mi stringe forte a sè. -Grazie, per aver trovato Douglas ed averlo soccorso. Senza di te non sarebbe qui, è tutto merito tuo- dice scaldandomi il cuore.

-Non preoccupatevi, è il mio dovere prendermi cura di Voi- costringo le labbra ad arricciarsi in un debole sorriso.

-L'intera famiglia è in debito con te. Chiedi qualcosa, qualsiasi cosa, e ti sarà data-

-V-Vi ringrazio- sono sorpresa.

Sento lo sguardo del Principe bruciare sul mio corpo.

-Con il vostro permesso, ho delle faccende da sbrigare in paese. Vi auguro buona giornata- con un ultimo inchino lascio la biblioteca e mi reco in paese, dalla mia famiglia.

***

Buongiorno.

Che cosa ne pensate del capitolo e dei personaggi apparsi?

Grazie a tutti x

P.s scusate per gli errori, ma ho scritto questo capitolo di corsa.

Il Principe E La Serva.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora