Capitolo 2

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Due giorni passarono senza che i due fratelli potessero incontrarsi.
Lucinda stava seguendo una lezione di Difesa contro le arti Oscure, che era bellissima, come al solito. La ragazza pendeva dalle labbra del professore e la mano si muoveva sulla pergamena sulla quale stava prendendo appunti come se fosse dotata di vita propria. Non aveva mai bisogno di scrivere molto, ma doveva farlo per non sembrare disattenta. Alla fine della lezione il professor Lupin la trattenne.
"Hai parlato a tuo fratello?" Le chiese.
"Sì, gli ho parlato, ma, come avevo previsto, è cocciuto e non vuole il mio aiuto."
"Non gli hai detto perché lo lo vuoi aiutare, vero?"
"Non gli ho detto che voi lo volete aiutare, né perché. Io lo voglio proteggere perché è mio fratello e perché ci tengo a lui. Credo che sia l'unica persona che mi voglia davvero bene, in famiglia, almeno."
"Sono sicuro che anche i tuoi genitori ci tengono a te."
"Mio padre è all'antica, solo i figli maschi contano davvero per lui. Mia madre è succube di mio padre, perciò tutto ciò che va bene a lui deve andare bene anche a lei. Io sono la serva di casa Malfoy, soprattutto da quando non abbiamo più un elfo domestico. Sia ringraziato Potter che l'ha liberato. Se non lo avesse fatto lui ci avrei pensato io, anche se ciò mi porta ad essere in una condizione di sottomissione. Ma davvero non ti ho mai parlato di certe cose?! Ci conosciamo da tredici anni, ormai!" Proruppe la ragazza, stupendosi dell'accuratezza con cui aveva tenuto al sicuro i suoi segreti. Il professore guardava preoccupato la sua allieva e poi riprese a parlare.
"Ehm, mi dispiace, credo. Non mi hai mai parlato della tua famiglia e quel poco che so su tuo padre l'ho appreso da quello che dicono le voci al ministero: quelle voci non accennano mai ai suoi figli. Ma non ti ho fermata per questo. Ti volevo dire che tra due anni Harry e i suoi amici saranno pronti per venire con noi, quindi potresti avvisare anche Draco. A quindici anni sarà più maturo e poi a sedici si scelgono i nuovi Mangiamorte."
"Se il Signore Oscuro risorgerà prima dei sedici anni di Draco, lui sarà spacciato. E anche io, perché verrò obbligata ad essere una di loro."
"Sei una donna di poca fede, Lulù, te lo dico sempre. Se Voldemort dovesse tornare noi ti proteggeremo. E faremo lo stesso anche con Draco."
"È molto nobile da parte sua, professore, ma finora sono riuscita a fare la spia perché i miei non sospettano di niente, se dovessi cambiare le mie abitudini sarebbe un disastro." Disse la ragazza, canzonando l'uomo. Ma fu solo un momento, poi ritornò subito seria per dover continuare ad affrontare l'argomento delicato di cui stavano parlando.
"Hai ragione, ma so che troveremo una soluzione. Nel frattempo mi devi promettere una cosa." Disse il giovane professore, guardando la ragazza con un sopracciglio alzato.
"Che cosa?"
"In privato  torna a chiamarmi Remus. E dammi del tu, è fastidioso sentirsi dare del lei." Entrambi sorrisero e la ragazza abbracciò l'amico: era da molto tempo che non si parlavano in privato e avevano entrambi molto bisogno di questo tipo di contatto.
Dall'altra parte della porta, nel frattempo, Draco si era congelato con una mano sulla maniglia. Aveva origliato involontariamente parte della conversazione e non sapeva se entrare o no, quindi rimase fermo dove si trovava finché non sentì dei passi avvicinarsi. Allora bussò. Sentì i passi arrestarsi e la voce del professore invitarlo ad entrare. "Buongiorno, professore." Disse timidamente. "Ero venuto a vedere se Lucinda era ancora qui. Dovrei parlarle."
"Sì, certo. Stava giusto venendo via. Vero Lucinda?"
"Sì, signore." Borbottò la ragazza, incupendosi. Le piaceva sempre parlare con Remus, non perché ne fosse innamorata o altro, ma semplicemente perché erano molto amici. Già da tempo tutti quelli che li conoscevano si aspettavano che si fidanzassero, ma nessuno dei due era intenzionato a farlo. Stavano bene insieme perché entrambi facevano fatica a legare con le persone estranee, erano entrambi intelligenti e avevano sempre molti argomenti di cui parlare. Ma tra i due non c'era altro. Su un punto però erano in contrasto: lei era molto meticolosa, studiava ogni particolare e non faceva mai niente che non avesse un tornaconto; lui era impulsivo, se si trattava di salvare qualcuno lui andava e basta, senza pensare alle conseguenze. Forse questo gli arrivava dalla vicinanza che aveva avuto con Sirius Black e James Potter. Tutti a scuola si ricordavano ancora del duo che si faceva chiamare 'I Malandrini'. Lucinda aveva sempre trovato il nome ridicolo e riduttivo se associato a ciò che avevano fatto i due nei sette anni che passarono ad Hogwarts. C'era un terzo componente del gruppo oltre ai due e a Remus, che però non si era mai considerato uno di loro fino in fondo. Il suo nome era Peter Minus. Tutti lo davano per morto, ma alla ragazza non quadravano alcune cose. In ogni caso ora il gruppo si era sciolto, perché James, il padre di Harry, era morto anni prima, perché Peter era disperso, forse morto e Sirius era ad Azkaban con l'accusa di aver ucciso i due amici.

"Dammi del tu, chiamami Remus. C'è qualcosa che mi devi dire, Lulù?" Fu Draco a parlare per primo, distogliendo Lucinda dai propri pensieri scimmiottando il professore.
"Hai origliato!" Lo sgridò la sorella.
"Solo l'ultima parte. Lavorate insieme?"
"Sì."
"Siete fidanzati?"
"Assolutamente no!" Si scaldò la ragazza.
"Ma tu lo ami, o non ti saresti offesa così. Avanti, a me puoi dirlo!" La ragazza si passò una mano sulla faccia, frustrata. Non riusciva a pensare che anche Draco si stesse convincendo che tra lei e Remus ci fosse qualcosa di più che semplice amicizia.
"Non siamo fidanzati e io non lo amo. È il mio migliore amico e basta. Ora, se non ti dispiace, io ho lezione." Disse definitiva
"Io invece ho un'ora buca, quindi ti aspetterò qui."
"Ma degli amici non li hai?" Chiese Lucinda, anche se non le dispiacque l'dea stare del tempo con suo fratello, dato che non conosceva quasi nessuno nella scuola.
"Sì, ma mi piace di più parlare con te. A dopo." Alzando gli occhi -senza tuttavia riuscire a trattenere un sorriso- la ragazza entrò nell'aula di pozioni, dove il professor Piton aveva già iniziato a spiegare.
"Signorina Malfoy, è in ritardo. Spero che abbia una valida motivazione per esserlo." Osservò il professore.
"Mi ha trattenuta il professor Lupin, signore. Gli avevo fatto una domanda durante la lezione e voleva capire se fosse tutto chiaro quello che mi aveva spiegato." Inventò la ragazza. Sapeva che Piton non avrebbe mai creduto alla sua scusa, ma quella serviva per non far incuriosire gli altri ragazzi. L'arcigno insegnante ebbe il buonsenso di non dire niente. La ragazza si sedette di fianco a James Lewis, suo compagno di Casa e seguì la lezione. Pensò a quanto fosse fortunata che quella fosse l'ultima ora e, quando la campanella suonò, fu la prima a correre fuori. Trovò Draco ad aspettarla, che, come promesso, non si era mosso dalla sua posizione. Insieme si recarono verso la sala comune e si separarono per andare a cambiarsi le uniformi per la cena. Un altro giorno di scuola era finito, un giorno in meno alla fatidica estate che avrebbe portato tutti, senza che nessuno potesse saperlo, all'anno in cui Colui-Che-Non-Dev'essere-Nominato risorse.

Lucinda Malfoy: la fenice e l'ordineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora