Solo io, lui ed il Lago Nero

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"Parola d'ordine?" Mi domandò la Signora Grassa con voce annoiata, sorseggiando il suo thé allo zenzero producendo un fastidioso rumore di risucchio.
"Rosso Rubino." Dissi, con voce altrettanto annoiata. Non vedevo l'ora di andare nel mio dormitorio e sdraiarmi sul mio comodo letto, avevo bisogno di pensare, ultimamente sentimenti sempre più confusi avevano preso possesso della mia mente.
"Spiacente, la parola d'ordine è cambiata ieri sera." Ribatté la donna, vagamente compiaciuta.
"Oh...io...non me l'hanno detta." Ammisi sconfortata "Lei mi conosce, non potrebbe farmi entrare?"
"Ma certo che no, mia cara. Chi mi assicura che non sei un pericoloso criminale che ha usato la Pozione Polisucco?"
Avrei tanto desiderato ribattere che sarebbe stato bello se lo fossi stata, così avrei potuto aggredire quell'oca senza dovermi sentire in colpa in seguito, e probabilmente lo avrei fatto, se una voce alle mie spalle non avesse parlato.
"Sic Parvis Magna." Disse, scandendo bene le parole con quella sua voce particolarmente irritante, che, dovetti ammettere, mi era entrata in testa così in profondità, che mi aveva perseguitata per un'intera settimana.
Fred Weasley mi guardò, esibendo un ghigno da perfetto idiota su quel suo volto pallido, ed io ricambiai lo sguardo, riducendo gli occhi a due fessure, cercando di ignorare il mio cuore che aveva preso a battere forte nel petto.
La signora Grassa si esibì in un sorriso mellifluo degno della Umbridge, e aprì il passaggio, rivelando l'entrata alla Sala Comune di Grifondoro.
"Dopo di lei." Disse Fred in tono di scherno, inchinandosi e mostrando il suo ghigno beffardo. Mi avviai quasi correndo all'interno della Sala Comune e subito mi diressi verso la scala a chiocciola che portava ai dormitori femminili, sperando di non essere diventata rossa e che Weasley non si aspettasse dei ringraziamenti o cose simili.
"Che succede Courtis? Problemi con il tuo fidanzatino?" Domandò Fred. Percepii la nota di divertimento nella sua voce perfino non riuscendo a guardarlo in faccia, e quando mi voltai, lo vidi appoggiato al tavolo con le braccia conserte e quel sorrisetto irritante sul volto. Che nervi.
"Io e Blaise non siamo fidanzati, Weasley, ed anche se così fosse non deve certo interessarti." Ribattei stizzita lisciandomi una piega immaginaria sulla gonna di velluto grigio.
Lo vidi esitare, e per un attimo credetti di essere stata troppo impulsiva.
"E se mi interessasse invece?" Domandò serio, puntando i suoi occhi nei miei avvicinandosi di qualche passo. "E se mi fosse sempre interessato?"
Al sentire quelle parole, una miriade di farfalle presero a svolazzare allegre nel mio stomaco, facendomi formicolare le guance, che in breve tempo divennero dello stesso colore dei capelli di Fred.
"Non è cosi." Mi limitai a dire. "Mi hai sempre ignorata, perché adesso dovrebbe essere diverso?"
Fred rise piano abbassando la testa per qualche attimo, poi puntò ancora i suoi occhi nei miei e disse "Non riesco a capire come abbia potuto il Cappello Parlante pensare anche solo un istante di smistarti in Corvonero. Visti i voti che prendi credevo fossi più intelligente."
Non sapevo se essere arrabbiata per il fatto che mi avesse dato della stupida, o sorpresa dato che a quanto pare Fred si ricordava ancora dell'indecisione del Cappello Parlante durante lo smistamento al mio primo anno. Erano passati cinque anni ormai, mentre lui era al suo ultimo anno. Una parte di me era sollevata, dato che così avrei potuto reprimere più facilmente i miei sentimenti, mentre l'altra parte, decisamente più grande, era molto triste all'idea di non poterlo più rivedere.
"Santo cielo Weasley, sei talmente irritante che Malfoy é un elfo domestico in confronto a te. Non riesco a capire come Ron, Ginny e George possano essere tuoi fratelli!" Ribattei con fervore, passandomi nervosamente le dita per tutta la lunghezza dei miei capelli castano scuro.
Fred rise, una risata cupa, che in poco tempo riempì la Sala Comune deserta, rimbalzando sulle pareti di pietra ed insinuandosi sempre più in profondità dentro di me.
"Tu e Zabini siete fatti l'uno per l'altra." Disse "Siete proprio identici. Entrambi vi credete chissà chi, mentre invece non siete proprio nessuno."
"Adesso basta Fred! Mi dici perché ce l'hai tanto con me? Io non ti ho fatto niente!" Gli urlai contro, esasperata dalla sua arroganza e dalla sua improvvisa cattiveria. Sentii le lacrime iniziare a pulsare contro le palpebre e cercai di fare appello a tutto l'autocontrollo che avevo per non scoppiare a piangergli in faccia. Non l'avrei mai ammesso, ma mi importava quello che lui pensava, e quando decideva di essere cattivo con me, mi feriva particolarmente.
Fred allora mi si avvicinò di qualche passo e vidi che i suoi lineamenti erano tesi, ma i suoi occhi si erano addolciti. Ormai solo una ventina di centimetri ci separava, non gli ero mai stata così vicina e il cuore mi batteva talmente forte nel petto che fui certa che persino lui potesse udirlo.
"Non mi hai fatto niente dici?" Disse piano, prendendo la mia mano destra tra le sue e portandola all'altezza del suo cuore "Mi hai preso questo Raven, me l'hai sottratto quando meno me l'aspettavo e lo hai sempre avuto tu. Ti pare poco?"
Non potevo credere a quello che avevo appena sentito. Possibile che Fred Weasley ricambiasse i miei sentimenti? Per un momento desiderai di potermi dare un pizzicotto per assicurarmi che non si trattasse tutto solamente di un bel sogno, ma gli occhi nocciola di Fred erano vivi e brillanti e cercavano i mei in attesa di una risposta.
"Fred io...-" Iniziai, ma lui mi interruppe subito dicendo "Dimmi che sei innamorata di Zabini ed io ti lascerò in pace, voglio soltanto sapere come stanno le cose, e voglio che sia tu a dirmelo." La sua voce era dolce e le sue mani premevano ancora sulla mia. Potevo sentire la stoffa leggera del suo gilet sotto ai polpastrelli.
"Io...io credevo che tu fossi innamorato di Katie Bell." Dissi piano, alzando gli occhi in corrispondenza dei suoi. Eravamo talmente vicini che le punte dei nostri nasi si sfioravano.
"Allora avevo ragione quando dicevo che non sei poi così intelligente come tutti dicono." Scherzó, sorridendo dolcemente strofinando in orizzontale il suo naso contro il mio e portando le mani ai lati del mio viso accarezzandomi gli zigomi con i pollici. Io allora sorrisi a mia volta e chiusi per un istante gli occhi per godermi quel momento che non pensavo sarebbe mai arrivato, dopodiché guardai nuovamente gli occhi scuri di Fred e dissi, senza neanche provare a nascondere il sorriso che avevo sulle labbra "Allora, hai intenzione di baciarmi oppure devo farlo io?"
Il sorriso di Fred si allargò e i suoi occhi si illuminarono ancora più di prima, ma durò pochi istanti perché poco dopo li chiuse e posò le sue labbra sulle mie. A quel contatto ogni fibra del mio corpo si tese per accogliere quella sensazione meravigliosa, e sentii un forte calore sprigionarsi dal mio basso ventre in tutto il resto del corpo, facendomi venire la pelle d'oca. Fred era così alto che per far incontrare le nostre labbra dovetti alzarmi in punta di piedi, mentre lui abbassò il viso più che poté in corrispondenza del mio, mettendo le mani sui miei fianchi e attirandomi di più verso di sé. Portai con un po' di esitazione le mie mani sulla nuca di Fred ed iniziai a passare le dita tra i suoi capelli, che si rivelarono sorprendentemente morbidi al tatto, mentre il bacio diventava sempre più dolce e profondo.
Dopo, avermi dato un ultimo bacio a stampo, Fred allontanò gentilmente il suo volto dal mio, e quando lo guardai ancora, vidi che aveva una strana scintilla di euforia negli occhi castani.
"Vieni con me." Disse sorridendo. Mi prese per mano ed uscimmo correndo dalla Sala Comune di Grifondoro, percorremmo il lungo corridoio del sesto piano, e dopo aver oltrepassato ridendo alcuni passaggi segreti del castello che solo Fred conosceva, sbucammo fuori all'aperto, esattamente dietro agli spogliatoi per i giocatori di Quidditch.
Mi bació per qualche secondo a stampo, poi disse, felice come un bambino "Aspettami qui."
Lo aspettai con il cuore che mi batteva forte nel petto e con il sorriso che andava da un orecchio all'altro, che si allargò, se possibile, quando lo vidi raggiungermi con la sua scopa in mano. Lui ci si mise seduto a cavalcioni sopra e si sollevò di appena mezzo metro da terra, girò un paio di volte intorno a me, per poi fermarsi e ridere, vedendo la mia espressione confusa.
"Signorina Courtis, mi farebbe questo onore?" Chiese in tono galante porgendomi la mano.
All'improvviso capii cosa aveva in mente, ed iniziai a sudare freddo; non ero mai salita su una scopa per paura dell'altezza, e per quanto mi fidassi di Fred, non sapevo se sarei riuscita a lasciarmi andare.
"Io non...non so volare Fred." Dissi con gli occhi sbarrati, sperando di distoglierlo dal suo proposito.
"Ma sarò io a guidare la scopa, non tu." Insistette lui, sorridendo davanti alla mia faccia impaurita.
"Io non so se...-"
"Fidati di me Raven, non farei mai qualcosa che possa metterti in pericolo."
Io allora sospirai e presi con un po' di titubanza la sua mano issandomi sulla sua scopa, dietro di Fred. Posai la testa sulla sua schiena e gli circondai l'addome con le braccia, stringendo forte. Lui accarezzó le mie mani e disse in tono rassicurante "Stringiti a me e non avere paura, vedrai che andrà tutto bene." Io annuii piano e gli diedi un bacio sul collo, lo vidi sorridere e piegarsi in avanti stringendo saldamente il manico della scopa con entrambe le mani. Stavo morendo di paura, ma nonostante questo, non riuscivo a non fidarmi di lui.
"Pronta?" Chiese, e senza aspettare una risposta da parte mia, si diede la spinta con i piedi e ci alzammo in volo sopra al campo di Quidditch, girammo intorno agli alti anelli di ferro e lentamente iniziammo a prendere quota, in direzione del Lago Nero. Il mio primo istinto fu quello di urlare e chiudere gli occhi per paura di guardare giù, ma poi sentii la mano di Fred accarezzare per qualche istante la mia, come a volermi infondere sicurezza. Mi decisi e, in un impeto di coraggio, aprii gli occhi. Credevo che il mio stomaco non avrebbe retto la tensione e l'altezza, invece fui piacevolmente sorpresa quando capii che volare non mi dispiaceva, anzi. La fresca brezza della sera accarezzava il mio viso e quello di Fred mentre le prime stelle iniziavano a comparire nel cielo, che si era appena tinto di una sfumatura scura. Non potevo crederci, stavamo davvero volando! Rasentammo il Lago Nero, facendo increspare lievemente la sua superficie al nostro passaggio. Eravamo circondati dagli alti monti che si stagliavano oltre il castello, mentre l'oscurità della notte iniziava a farsi più persistente e l'aria più fredda e umida. Fred emise un grido euforico che squarció il silenzio della sera, e prima che potessi accorgermene, mi ritrovai a ridere insieme a lui, mentre la luna e le stelle si riflettevano candide e lucenti sulla superficie placida del Lago, che si increspava solamente al nostro passaggio. In quel momento mi strinsi di più a Fred e capii che non ci sarebbe stato altro posto in cui avrei voluto essere. Solo io, lui ed il Lago Nero.

Solo io, lui ed il Lago Nero || Fred WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora