Capitolo ventotto❤

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Non riuscivo a capire davvero da quanto tempo stessi strisciando dentro quel tunnel umido e freddo, ma mi rendevo conto che non avrei resistito ancora per molto.

Tra uno starnuto e l'altro cercavo di farmi forza e di non perdermi d'animo, ma ad un certo punto dovetti fermarmi a riprendere fiato.

Guardando l'orologio che avevo al polso mi accorsi che ormai, da quando ero stata prelevata per fare la tac, erano passate più di tre ore.

Facendomi coraggio ricominciai a gattonare provando a non dare troppo peso alle ginocchia che ormai mi facevano davvero male.

Respirando piano cercai di farmi coraggio e di non emettere alcun suono che avrebbe potuto far localizzare la mia posizione a chiunque fosse così abile nell'attenzione.

E se lui mi stesse cercando?

E se andando da questa parte incappassi in lui?

Non credo che fosse molto contento nel non trovarmi priva di sensi seduta su quella sedia a rotelle ma non avrei potuto farci niente lo stesso dal momento che di mia spontanea volontà con lui non sarei andata neanche in un manicomio.

Non lo tolleravo, non sopportavo che mi stesse facendo tutto questo.

Non volevo andare con lui, non volevo vivere nella paura, non volevo che facesse di me quello che volevo, non volevo che approfittasse di me.

Non volevo che facesse del male a loro per causa mia, ma qualcosa dentro di me, una sensazione strana mi diceva che presto o tardi, sarebbe riuscito a portarmi via chissà dove.

In un luogo in cui io non avrei potuto fuggire lontano da lui, in un luogo in cui avrebbe potuto riuscire a spezzarmi.

E mentre la mia mente aveva formulato quei pensieri, il mio corpo era quasi arrivato alla fine di quel lungo tunnel, ma prima che avessi potuto salvarmi la stanchezza aveva prevalso risucchiandomi con essa nell'oscurità.

~Manuel pov ~

Sembra letteralmente sparita nel nulla.

Sono ore che la cerco in tutto il vecchio reparto dell'ospedale, ma non riesco a capire come sia potuta scappare via così velocemente lontano da qui.

Le ragazze avevano tenuto d'occhio i suoi amici, ma persino loro sembravano preoccupati e alquanto sconcertati.

In poche parole, non era possibile che l'avesse inghiottita la terra.

Dovevo trovarla.

Ma adesso ero stanco e stremato.

Senza dire una parola tornai in ufficio e una volta fuori all'aria fresca, mi diressi verso la mia macchina e dopo averla aperta ed essermi seduto comodamente al posto del guidatore, avviai il motore e mi diressi verso casa continuando a pensare a lei.

~Amy pov~

Mi svegliai lentamente e quando aprì gli occhi non mi resi subito conto di dove mi trovassi.

Cercai di concentrarmi e alla fine avevo capito di essere ancora in quel buco umido e ancora più freddo di qualche ora prima.

Mi sentivo debole e senza forze, ma dovevo reagire.

Soprattutto dovevo rischiare di essere scoperta se volevo realmente salvarmi.

Provai a mettermi seduta, ma la prima cosa in quel momento che il mio cervello aveva formulato era che in tasca avevo la mia salvezza pregando Dio che la batteria non mi abbandonasse sul più bello, senza che me ne fossi resa conto prima.

Presi il mio cellulare dalla tasca destra e la prima cosa di cui mi accorsi erano state le numerose chiamate che avevo ricevuto nel corso di quelle ore.

//Tutti i miei problemi// Benjamin mascolo//❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora