Sono le otto e mezza precise e sono puntuale. Accidenti, chi l'avrebbe mai detto? In realtà questo fenomeno del tutto fuori dall'ordinario, anche perché teoricamente non sono sul posto di lavoro, è dovuto ad una piccola, spiacevole sensazione: l'ansia.
Quando la prima fase del meeting di oggi si è conclusa alle quattro e mezza di pomeriggio, con una pausa nella fascia oraria intermedia, mi sono fiondata immediatamente fuori dall'hotel per prendere una boccata d'aria e cercare di capire che diamine mi era passato per la mente: accettare l'invito a cena di Ethan? Ma quanto sono idiota da uno a dieci?
Per tutto il tempo della presentazione e del dibattito non ho fatto altro che restare seduta composta, rigida e quasi immobile, timorosa che qualsiasi mio movimento potesse attirare l'attenzione di Ethan. Lui, da perfetto stronzo rigido, mi ha bellamente ignorata tutto il tempo e ha ascoltato davvero con interesse ogni singola parola che è stata proferita durante il tutto.Certo, non nego di averlo guardato con la coda dell'occhio almeno un migliaio di volte, ma ciò che più mi ha turbata è stato la tachicardia persistente del mio cuore. Se il suo ginocchio mi sfiorava distrattamente avvampavo come una sedicenne arrapata; se si sfiorava distrattamente le labbra con le dita, immagini di me che gliele mordicchio si presentavano nitidamente nel mio cervello.
«Contegno Rei!» sbotto schiaffeggiandomi sotto lo sguardo allibito di una coppia di anziani che sfila vicino a me iniziando a mormorare fittamente. Scommetto gli attributi che non ho che mi stanno dando della pazza.
Forse hanno ragione.Una volta rientrata nella mia camera mi sono fiondata immediatamente nella doccia e quando sono uscita dal lussuoso box in vetro, ancora avvolta da una nebbiolina acquosa, il mio pensiero è tornato all'uomo con gli occhi verdi e la strana sensazione di eccitazione, mista ad euforia ha preso il sopravvento sulla razionalità e sulla prudenza. Per una volta volevo sembrare veramente adulta, anche se all'alba di quasi ventisette anni mi sento ancora una sedicenne! Ho scelto con scrupolo l'abito verde scuro a motivi floreali che sto indossando.
Certo, è sempre fuori luogo se paragonato a tutta questa sfacciata ricchezza che i clienti del Marriott Hotel sventolano a destra e a sinistra, ma è quanto di più elegante e mio possa sfoggiare. Ai piedi mi sono rifiutata categoricamente di rimettere le décolleté di pelle nera, così ho sfilato dalla valigia le mie amatissime ballerine blu notte. Sid le definisce anti sesso, ma stasera nessuno deve fare niente.
A proposito di Sid; quella ragazza non me la racconta giusta. Mi ha scritto durante il meeting informandomi che venerdì verso le tre di pomeriggio atterrerà con la Airways British a Dublino e che si fermerà da me per due settimane o più.È quel "o più" che mi preoccupa, ma non appena provo a chiederle spiegazioni lei svia l'argomento sostenendo che le devono molte settimane di ferie arretrate.
«Rei, sei straordinariamente puntuale».
Mi volto di scatto e due occhi verdi illuminati da un sorriso ampio mi accolgono immediatamente. Le mie labbra si schiudono mentre il mio cervello elabora freneticamente le immagini e tenta di comporre anche una frase grammaticalmente decente da proferire: «Ehm... Certo. Uh... ho messo la sveglia!».
Forse il mio cervello è ancora dotato del sistema operativo Windows 93: evidentemente non riesce a fare due cose contemporaneamente. Ethan ridacchia piano e scuote il capo. È decisamente più... più... più rilassato oserei dire. Non indossa la cravatta ed è abbastanza insolita come cosa. I primi tre bottoni della sua camicia bianca sono sbottonati, l'abito blu scuro è leggermente sgualcito e i capelli scompigliati. Non sembra affatto il classico Ethan Huges, quello rigido; perfetto; impeccabile e intransigente.
«Hai messo la sveglia?»
«No, in realtà no. Mi sono solo imposta di essere puntuale almeno una volta nella vita. Potrebbe essere un caso di estrema rarità» dico riprendendo il controllo su me stessa, ma le guance in fiamme e il formicolio ai polpastrelli delle dita delle mani tradiscono il mio evidente nervosismo. Non è un appuntamento Rei, non è un appuntamento, mi ripeto mentalmente più volte mentre lui mi squadra dalla testa ai piedi con fare impassibile. Mi sento una mucca pronta per essere valutata e poi destinata al macello.
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Literatura FemininaUn avvocato specializzato in economia e un agente di polizia del distretto di Dublino. Uno rigido, severo e consumato dalla monotonia del suo lavoro; l'altro sfuggente e con un mistero alle spalle che gli impedisce di avere una relazione. Uno è il s...