È arrivato il momento. Ero certa di essere pronta, ero convinta di non provare più nulla, eppure non mi sento tranquilla. È una sensazione che mi ha invasa dal primo momento che ho messo piede in bagno. Non è incertezza, sono sicura di quello che voglio fare. Il palcoscenico calerà il suo sipario oggi, fra pochi minuti. Il copione è già stato scritto, manca solamente l'esecuzione. Allora perché sento come se stessi improvvisando tutto? La terra sotto ai miei piedi non si è mai mossa tanto velocemente quanto ora.
E se non ci riuscissi? E se tagliassi male o la vena sbagliata? Se in un abbaglio sbagliassi tutto - come se fosse una novità – e sbagliassi persino il momento apice di questo spettacolo, lo scioglimento di tutti gli intrecci di questa fabula lenta e confusa?
Domani sarei ancora qui, parte viva e integrante del pianeta Terra. Mi risveglierei, probabilmente in un ospedale, con gli occhi dei miei genitori puntati addosso, lucidi a guardarmi come se fossi un cucciolo appena salvato dall'autostrada. Che umiliazione sarebbe, una tremenda umiliazione. Finirei da uno strizzacervelli, uno di quelli "veri", appositamente incaricato per farmi ricredere sulla vita, o magari intento a cambiarmi... Non voglio saperlo!
Verrei creduta? Ad Hannah Baker si fa molta fatica a credere, almeno cosi è stato quando era viva. Non so perché sto ragionando come se la vita già mi avesse abbandonata, mentre ancora un flusso enorme di pensieri scorre nella mia scatola cranica. Sono viva, ancora per poco.Le cassette diventerebbero un altro pretesto per sbeffeggiarmi, magari non ad alta voce questa volta, ma vedo già nelle loro menti il pensiero ricorrente: "Ha messo in scena tutto questo, ha riempito quei nastri di bugie e ingiurie per rovinare la vita ad altre persone, e poi non è nemmeno riuscita ad ammazzarsi. Hannah Baker che crea un altro dramma, incompiuto... però almeno è riuscita nel suo intento, ora ha di nuovo tutte le attenzioni puntate su di sé!". Tutto parte di uno show, ideato minuziosamente per far parlare di me, perché hanno sempre creduto di sapere che cosa io volessi, prima ancora che lo sapessi io. Non riuscirei a sostenere quegli sguardi, non riuscirei a camminare nuovamente fra quei corridoi con i loro occhi come lame puntate alla mia gola, e con i loro giudizi silenziosi ma assordanti nelle orecchie. Preferisco venir ricordata come una troia, per quanto assurdo.
Andrebbe davvero cosi? Non voglio scoprirlo. Devo farlo bene, d'altronde ho fatto le mie ricerche su Google, dovrei essere preparata. Incredibile tutto quello che si può trovare sul web, ma è anche altrettanto... normale. Il web è la realtà che ci rappresenta, siamo noi in fondo, e fra quei noi ci sono anche persone come me.
Non dovrebbe essere difficile. Sono blu, le vedo. Sono lì, delle strisce che scorrono lungo tutte le mie braccia, e si diradano diventando più sottili mano a mano che si avvicinano alla mano. Non mi ero mai soffermata a osservarle, tutti notano la pelle morbida e liscia, ma nessuno osserva quel che c'è nascosto dietro a essa. Un po' come con tutte le cose, con tutte le persone... nessuno si preoccupa di quel che c'è dentro se l'involucro si presenta bene, o semplicemente se c'è. Il tutto potrebbe essere una metafora... Sto divagando, sto perdendo altro tempo, scappando con la mente da ciò che è inevitabile.
Concentrati. Ora prendi quella lametta e affonda, è questione di attimi, di pochi secondi. Ricordati di respirare, l'hai fatto per tutta la tua esistenza, questi saranno gli ultimi.
Fa dannatamente male.
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Gli ultimi pensieri di Hannah Baker - 13 reasons why ( TREDICI )
Short StoryPrima di procedere questa lettura, voglio chiarire una cosa che dovrebbe esser già di per sé ovvia. Questa è una MIA PERSONALE INTERPRETAZIONE dei pensieri di Hannah Baker, prima che lei affondi la lametta nella sua stessa carne, per togliersi la vi...