Nel riflesso dello specchio mi guardo
"Chi sei tu, estranea?"
L'immagine ride un po' sfocata e poi tace
"Chi sei tu?" ripeto
Inclino leggermente la testa guardandola imitare i miei stessi movimenti
"Oh se potessi dirtelo"
"Dimmelo, ti prego" la imploro
"Mmm...guardati dentro, cosa vedi?"
"Del nero credo, qualcosa di oscuro che avvolge il mio cuore. Lui è un po' rotto ma ci ho messo dei cerotti poco fa. Tu credi che riesca resistere ancora?" Domando, un po' timorosa della risposta
"Non penso sai, ormai sei al limite, ormai il tuo cuore non ne può più delle brutte parole, degli scherzi, del dolore dei calci, delle amicizie finte, di quelle finite. Ha smesso di contare le pugnalate, i tagli.."
"E allora cosa posso fare, riflesso mio?" Chiedo sfiorando il mio volto attraverso lo specchio.
"Prima di risponderti devi fare una cosa. Guardami attentamente, cosa vedi?"
"Una ragazza, è piena di graffi, di lividi. È brutta, grassa e ha paura, paura di tutto ciò che la circonda. Non ha il coraggio di dire basta e forse non ne ha neanche voglia, perché ormai si è arresa, ormai sa che non c'è più nulla da fare. Ecco quello che vedo."
"Perfetto. Hai visto? Tu sai già chi sono, mi hai appena descritto. Ecco cosa siamo. Io non posso più continuare a stare in questa situazione. E quindi sai cosa devi fare? Cosa dobbiamo fare?"
"No dimmi, per favore. Non ne posso più nemmeno io"
Il riflesso ride ancora, poi torna seria e mi guarda fissa nei miei occhi verdi.
"Devi sparire. Devi andartene da questo mondo. Non c'è più posto per te qui." Pronuncia le ultime parole con freddezza e poi piano piano scompare mentre io guardo il vuoto prima di svenire sul pavimento.