15. Sapore di Harry e non cedere

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La nostra mente è in grado di ingannarci in modi a noi ancora sconosciuti; è la più forte persuaditrice, al punto da convincerci che le scelte che compiamo siano frutto di un'analisi attenta e precisa, di una ragionevole attenzione.

Spesso non ci accorgiamo che rimaniamo sulle nostre posizioni anche quando sembrano vacillare, quando non riusciamo più a ricordare le ragioni per le quali le supportavamo.

Altre volte parliamo di destino, che è l'invenzione più illusoria che l'uomo abbia mai utilizzato: cerchiamo di levare il peso delle responsabilità che la vita comporta, ammettendo che determinati eventi sono stati già scritti, posti nei tasselli del nostro percorso e che qualsiasi nostra azione sia inutile di fronte al fato.

La vita è fatto solo di scelte, di scoperte, di novità. Nulla di nuovo potrà mai essere nocivo, poiché se lo scorrere del tempo deteriora la verità rendendola fasulla, esagerata, mistificata, solo il nuovo, con la sua immediatezza, può garantire veridicità.

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Sospirai mentre sfogliavo gli appunti di storia della filologia, riordinandoli e verificando che fossero coerenti e precisi. Alzai velocemente lo sguardo mentre notavo l'aula liberarsi dopo la lezione della professoressa Green: alcuni continuavano a discutere sull'accuratezza delle trasposizioni medievali di alcuni documenti latino, reduci dall'analisi linguistica di autori romani. Dopo essermi assicurata di aver preso tutto, mi avvicinai alla porta quando sentii una mano sulla spalla.

"Ellie, ciao" mi salutò timida Deborah "non vorrei chiedertelo ma avrei bisogno dei tuoi appunti sull'ultima lezione di storia romana" mi disse, mentre mi fermavo nel corridoio per parlarle. Le annuii serena, mentre rastrellavo la mente per ricordare a quale lezione si riferisse.

"Età repubblicana, giusto?" chiesi io, sorridendole "te li farò avere per posta elettronica" le posai una mano sulla spalla, mentre le si illuminarono gli occhi.

"Non so davvero come ringraziarti" esordì, prima di salutarmi e correre velocemente verso la sua prossima lezione.

Camminai lentamente per i corridoi mentre controllavo il cellulare, consapevole di aver terminato i miei corsi per quel giorno; notai una chiamata persa di mia sorella, ma la ignorai conscia del fatto che volesse farmi le scuse per il suo atteggiamento, sicuramente spinta da mia madre. Quando eravamo rientrate da Shrewsbury, la stanchezza aveva avuto la meglio su tutti, tranne che su di lei che molto sveglia si era prodigata in un'aspra lite con la sottoscritta riguardo il pomeriggio passato con Tom. Mi aveva attaccata, ritenendo fossi indifferente al carico di preparativi e che non mi ero minimamente preoccupata per lei; avevo taciuto, d'accordo con le sue accuse, anche se le ritenevo puerili e sterili. Notando la mia muta risposta aveva iniziato a lanciarsi sul mio legame con Tom, definendolo del tutto "fuori luogo" da parte di entrambi e si era guadagnata uno sguardo iracondo di mia madre e la mia incredulità, di fronte alla quale non aveva potuto continuare oltre.

Messaggio da: Gwen

ore 11:26

Scusami davvero tanto per ciò che ti ho detto, non ne avevo intenzione.

Sono molto stanca per il matrimonio in questo periodo, perdonami.

Scossi la testa e sorrisi amaramente a quelle scuse, mentre cercavo di non far risvegliare la mia mente dai ricordi sopiti e dalla rabbia recintata in un angolo remoto della mia psiche.

Messaggio a: Gwen

ore 11:28

E' okay, tranquilla.

CANTHARIDE- [H.S. AU]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora