Arthur, ragazza qualunque

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 Alzati, apri gli occhi e smetti di sognare. Asciugati il sudore dalla fronte. Placa il respiro affannoso. Sssh. Il tuo incubo è qui. Davanti ai tuoi occhi. Sogghigno. Vedi... é da quando siamo nati che non fanno altro che insegnarci come vivere. No Arthur, non si parla con la bocca piena. Siediti composto. Smettila di torturare quell'uccellino. Sghignazzo. Prendo un coltello e lo affilo. Quante nozioni ci sono state imposte? Ma soprattutto quante di queste ci appartengono realmente? Cosa?! Stai dicendo qualcosa?! Mi avvicino alla sua bocca, stretta in una morsa di cuoio. Si sbrodola, urla. Vedi, tutto ciò che ci circonda é un punto di vista. Bene e male non esistono. niente in questo mondo è sensato. Scuote la testa. In molti credono di fare del bene uccidendo nel nome di Dio, tagliando teste, torturando i nemici. Altri lo fanno per sopravvivere, per necessità. Ti rendi conto?! Chi ha ragione e chi torto? Gira gli occhi. Nessuno, alzo le spalle. Punti di vista. Appoggio la lama sulla sua gamba, ghiacciata. Si contorce come se la stessi ustionando. Mi divertirò parecchio. Ed io? Che cosa sono? Un mostro? Sono forse il diavolo? No, non credo proprio. Sono come tutti voi, semplicemente ho accettato di essere fino in fondo me stesso. Devo ammettere di essere un po' agitato, l'accarezzo, sai, sarai la mia prima volta. Non ti senti onorata? Pianto il coltello vicinissimo al suo seno. La faccia disperata mi manda in estasi. Do un occhiata in mezzo alle gambe, se l'è fatta sotto. Hai fatto la pipì nel letto, non ti vergogni? Prendo la pompa dell'acqua e la bagno per toglierle via il puzzo. Curioso di come si torni bambini davanti alla morte, si invoca la mamma, abbiamo paura, siamo fragili. Estraggo la lama dal legno del tavolo. Sei pronta? Chiude gli occhi, la lama a mezz'aria. Guardami. Grido. Non obbedisce. Ho detto di guardarmi. Le pianto un dito in un occhio. Spalanca le palpebre terrorizzata. La colpisco. Una, due, tre volte. Il sangue schizza ovunque. Gorgoglia. La rabbia piano piano scema. Mi lascio cadere sulle sue gambe. E finalmente mi sento bene.  

La stanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora