Le porgo la bambolina. Bionda, sorridente. Barbie. Poi guardo lei è mi incupisco. Occhi bassi, che fissano il pavimento, gambe serrate in una morsa. Lividi su tutto il corpo. Non ti va di giocare? Scuote la testa con energia. La poso amareggiato, sul pavimento freddo. Mi siedo accanto a lei, sfioro le sue ginocchia smagrire, livide. Sfregiate da una violenza disumana. Vorrei toccarla, abbracciarla, stringerla forte ma non posso. Strillerebbe. Così rimango in silenzio. Vicini. Eppure lontanissimi, separati da un muro, quello del sesso. Nascere donna a volte può essere una condanna. Questo é il caso di mia sorella. Anna... va tutto bene? Continua a guardare per terra, immobile. Mi concentro sul suo respiro, corto, frazionato. Cerco di sincronizzarlo al mio, di trascinarla a me ed allontanarla da mio padre. Il mostro.
La prima volta è successo molto in fretta, troppo velocemente perché potessi assimilare ciò che stava accadendo. Mamma piangeva in silenzio. Anna urlava. Papà si slacciava la cintura. E Io?! Immobile. Terrorizzato. Mi sono tappato le orecchie e mi sono pulito la coscienza. Non volevo sentire, non volevo rendermi conto del male di cui è capace l'uomo, di come possa odiare una creatura tanto bella ed elegante. Come possa spogliarla ed umiliarla con tanta facilità. Ma più le mie dita penetravano, più la sua voce serpeggiava nella mia testa. Chiedeva aiuto. Implorava. Ed oggi, finalmente ho deciso di accogliere la sua richiesta.
Da oggi, sorellina mia non soffrirai più, sei contenta? Alza lo sguardo impaurita, poi storce il capo cercando di capire. Non ti preoccupare, tu rimani qui. Aspettami. Ci metto poco. Le accarezzo una guancia. Mi alzo, prendo la benzina ed apro la porta. Me la richiudo alle spalle. Ciao Papà. Sdraiato su di un tavolo. Con della stoffa in bocca grida. La faccia contorta in una smorfia. Shh. O Anna ti sentirà gridare, l'hai già turbata abbastanza non credi?! Inizio a spargere il liquido in giro per la stanza. Lentamente. Non posso permetterti di andare oltre. Avrei voluto lasciarti parlare, darti la possibilità di scusarti, di chiedere perdono, ma so che mi deluderesti un'altra volta, come hai sempre fatto. Credimi quando ti dico che non sarei mai voluto arrivare a tanto ma tu mi ci hai costretto, con la tua violenza, la tua arroganza. Questa è l'unica strada che ho per poter far tornare a vivere Anna e la mamma. Brucerai, ed insieme a te bruceranno tutti i tuoi mali. Le tue urla riecheggeranno ed alleggeriranno la nostra vita. Prendo il fiammifero. Buon viaggio Papà, buon viaggio all'inferno.
Prendo Anna in braccio, finalmente si è addormentata. Torneremo a vivere, te lo prometto, e forse potrai persino tornare a sognare.
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La stanza
Misterio / SuspensoImmaginate una stanza. Buia, angusta. Dimenticata da Dio. Immaginate di entrarci e di poter trovare la donna che desiderate, come la desiderate. Soli, con lei, nessuno vi osserva, ne può sentirvi. Potete essere voi stessi, distruggere le maschere. D...