Thomas e Lucy.

15 2 0
                                    

Apre la porta. L'aspetto in ginocchio, l'anello in mano. Un po' di luce filtra nella stanza buia, i suoi capelli color rame ondeggiano nella penombra. Mi guarda incredula, la mano davanti alla bocca, commossa. Oddio, amore. Lucy, amore mio, vuoi sposarmi? Annuisce più volte, senza quasi accorgersene. Le infilo l'anello al dito, dopodiché mi alzo e la bacio. Un bacio di quelli lunghi, quasi adolescenziali che non hanno da chiedere niente in cambio ma nascono spontanei, leggeri, liberatori. Le lingue che si incrociano, le labbra che si accarezzano. Poi tutto d'un tratto si stacca. Ma dove siamo? Ha importanza?! Replico. No, è solo che mi sembra tutto così strano... Ho deciso di chiederti di sposarmi qui perché volevo rimanere solo con te, senza rumori di sottofondo né distrazioni. Non volevo avere gli occhi di tutti addosso, volevo solo rimanere insieme a te, per chiederti scusa. Scusa?! Sì. Ti chiedo scusa per tutte le volte che ti ho fatta piangere e non ho fatto nulla per rimediare. Ti chiedo scusa se qualche volta non ti ho rispettata oppure considerata. Ti chiedo scusa se non sempre riesco a dimostrarti l'amore che provo nei tuoi confronti. Sai, diamo troppe cose per scontate. Questo, ci indico, quello che abbiamo noi, è tantissimo, unico. Non possiamo proprio sprecarlo, non sarebbe corretto nei confronti di chi l'amore ancora lo sta cercando. Per questo ti chiedo scusa. Per non averti sposato prima, per non essere stato all'altezza ogni giorno. Piange dalla gioia. Potrai mai perdonarmi? Sì, certo che sì, lo voglio.  

La stanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora