Capitolo 57: Sconsiderata?

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Shiho si risveglia tra le amorevoli cure di Yukiko, ormai stabilizzatasi al piano di sopra della villa del Professore, in una stanza condivisa con Elena Miyano.

La giovane scienziata si alza e si prepara un thè, perfettamente in grado di camminare da sola e senza postumi della sbornia.

Yukiko la guarda sospettosa, avvicinandosi a sua madre che invece sembra molto meno preoccupata di lei.
<<Non ha bevuto.>>
Le chiarisce la donna.

<<È laureata in biochimica, conosce la biologia e la genetica come le sue tasche; sono certa che l'idea di imbottirsi di liquore non le abbia nemmeno sfiorato la mente, avendo presente quali mutazioni o malformazioni potesse creare al bambino.>>

L'attrice si congratula nella mente con la ragazza, ancora più orgogliosa di lei per aver imparato a recitare alla perfezione  -a sua insaputa-  da mamma Yukiko.
Shiho si volta incuriosita verso di loro, la calda tazza di thè stretta tra le mani che pian piano iniziano a scaldarsi.

La madre adottiva la saluta con un gesto della mano, mentre Elena le sorride soltanto.
<<Che c'è...?>>
Domanda ingenua la ragazza, senza immaginare di cosa le donne stessero discutendo.

O fingendo di non saperlo.

Recitare le veniva talmente bene che delle volte finiva col credere anche lei a ciò che diceva o faceva; molti anni prima aveva convinto un compagno di classe che i suoi genitori erano morti per salvare lei e i suoi tre fratelli da un terribile incidente stradale, nel quale la loro auto aveva preso fuoco.
Shiho aveva aggiunto al racconto il suo tocco magico: lacrime finte, guadagnandosi la merenda di una buona parte della classe.

Se lo ricorda bene, è stata l'unica volta che ha parlato con loro.

Tornata nella casa che l'organizzazione aveva trovato per lei e i suoi badanti, la piccola si era messa a piangere rannicchiata nel lenzuolo del materasso, ripetendo la frase "Sarei dovuta morire con loro".

I badanti non la consolarono quel giorno; non solo perché i ragazzini dovevano imparare a cavarsela da soli, ma perché non conoscevano il giapponese, e in questo modo costringevano i bambini a parlare in americano, la lingua locale.

L'unica cosa che ancora doveva perfezionare era il fingere di dormire, quello continuava ad uscirle in modo terribile.

Shiho si appoggia con la schiena al bancone della cucina al centro del piano terra dell'edificio, estraendo il cellulare dalla tasca dei calzoncini del pigiama.
Tre messaggi.

Uno da Higo...
<<Ehi, dove sei sparita?! Sono al bancone, ma il barman dice che sei andata via con un altro ragazzo... Chi era? Un mascalzone?! Mostrami il suo viso, e se si è azzardato anche solo a toccarti ci penserò io!>>

Uno da Kudo-kun...
<<Tutto bene stamattina..? Non dovresti bere, sapendo quello che potrebbe accadere alla piccola/al piccolo... Se ti venisse un'altra idea simile chiamami, te la farò passare io.>>

Il tono sembra quello serio di un ottantenne, ma quel "te la farò passare io" fa arrossire di botto la scienziata.
"Ma come si permette, quel cretino! Chissà cosa cavolo avrà avuto per la testa mentre lo scriveva.."

Un ultimo messaggio, da...

"Ran...? Vorrà chiedere di uscire anche a me? Non credevo fossi nei suoi gusti.."

<<Ciao, Ai-chan! Volevo chiederti se per caso avessi sentito Shinichi rientrare stanotte...Mi ha lasciata in un bar in centro e poi è sparito...Ho paura possa succedere ciò che è successo più di due anni fa, a Tropical Land...>>

Sherry le risponde con un messaggio veloce, "Tranquilla, è a casa. Dev'essersi sentito male per essere fuggito dal bar e lasciarti così. Magari aveva intenzione di tornare, ma si sarà addormentato."

Invia delle risposte a tutti e tre, riprendendo poi in mano la propria bevanda, e posando inconsciamente l'altra mano sul ventre quando sente il liquido caldo scorrerle giù per la gola in direzione del piccolo.

A pochi metri di distanza, in un'altra lussuosa casa, un ragazzo sta ancora dormendo disteso nel proprio letto, il viso appoggiato su una rivista di moda che la madre aveva impilato sul suo comodino con altre riviste, tra cui "Valzer 2000" e "Come ricamare le lenzuola a punto croce!".

Il suo cellulare, gettato la sera prima dentro una delle pantofole, segna 5 chiamate perse e 12 messaggi, la maggior parte di Ran.

Quando il telefono vibra ancora, il giovane si accorge che è già mattina.

Si alza di scatto, con una sottile pagina profumata ancora attaccata alla guancia.
Se la stacca dal viso, e lancia uno sguardo alla rivista sul cuscino, curioso nel sapere che cosa avesse pescato dal mucchio di giornaletti per quarantenni la notte prima.

"Fare a maglia in poche semplici mosse!"
Shinichi sospira, deluso dal fatto di sembrare una vecchia zitella ancor prima di aver compiuto venti anni.

E soprattutto di essere una vecchia zitella-uomo.

Si affaccia scomposto e sbadigliante dalla finestra accanto al letto, in modo da osservare parzialmente l'interno della casa e Doc, in cerca di Shiho.
Ma il suo letto è vuoto.

Kudo si inginocchia barcollante sul materasso, visibilmente agitato e col cuore a mille.
"Dove sarà?! Si è sentita male?! Oh Santo cielo ha le nausee mattutine! E se fosse svenuta?!"

Si infila dei pantaloni sopra il pigiama ed esce di corsa a petto nudo verso la casa del suo vicino, infilando il cellulare in tasca ancor prima di averci dato un'occhiata.

Bussa insistentemente alla porta principale, in pantofole e calzoncini, quando una divinità celeste gli appare di fronte, con un leggero e corto pigiama rosa, una tazza di thè stretta tra le dita, e un'espressione dubbiosa dipinta sul viso.

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora