(Seneca - Lettere a Lucilio)
"Dice un vecchio proverbio che il gladiatore decide le sue mosse nell'arena: gliele suggeriscono il volto dell'avversario, i movimenti delle mani, l'inclinazione stessa del corpo, che egli studia attentamente".Sento le grida degli spettatori sopra la mia testa.
Mi infilo l'elmo e scrocchio il collo.
Prendo la mia fuscina, assassina di molti, e la mia rete. Mi infilo il pugio nello stivale destro.
Saltello e sciolgo le braccia.
Aspetto.
-Curtius, se pronto? Tra poco devi entrare in arena.
Il mio allenatore mi dice qualche parola di conforto e se ne va.
Rimango fermo davanti l'uscita fissando il vuoto.
Penso ai miei allenamenti e ad ogni mio probabile avversario.
Si alzano le sbarre.
Avanzo sicuro di me.
Il Colosseo.
Uno stadio immenso, colmo di persone esaltate, felici di assistere allo spettacolo.
Mi scrocchio il collo una seconda volta.
Come di tradizione ci mettiamo a semicerchio sotto il posto destinato all'imperatore.
-Ave Caesar, morituri te salutant
Pronunciamo in coro e aspettiamo l'ordine dell'imperatore di iniziare il combattimento.
-Iniziate il combattimento!
Inizio a correre allontanandomi dal gruppo.
Ragiono velocemente.
Vedo un ragazzino. Gladiatore a quest'età?
Fa nulla.
Sarà lui la mia prima vittima.
Gli corro incontro.
Mi ha visto e si mette in posizione di difesa. Gli tremano le gambe, completamente scoperte.
Arrivatogli davanti, sorrido e gli lancio il tridente sulla caviglia.
-AAARGH
Cade a terra.
Guardo l'imperatore.
Pollice in giù.
Stacco la fuscina insanguinata dal suo piede e mi affretto a piantargliela nel petto. Sento la sua carne lacerarsi e le costole rompersi. Il corpo esanime si fa leggero ed estraggo il tridente dal corpo del ragazzo.
Che tu possa vivere una vita migliore nell'aldilà.
Mi giro osservando l'arena.
Da venti gladiatori siamo passati velocemente a tredici.
Con la coda dell'occhio vedo un corpo cadere senza vita a terra.
Dodici.
Osservo il gladiatore che lo ha ucciso.
È lui il mio prossimo obbiettivo.
Gli corro incontro.
Ottima guardia.
Muscoloso, forte. Suppongo.
Agile.
Preparo la rete.
Lui mi ha visto e si prepara tenendo dritto davanti a sé il gladio.
Prendo la rete.
Lancio.
Lo ho bloccato.
Non riesce a sbrogliare il gladio e gli stivali.
-NO NO. PIETÀ TI PREGO.
Mi urla disperato.
Preparo il tridente.
Continua ad urlare.
Lo zittisco quando il pollice dell'imperatore è puntato verso gli Inferi.
Il cranio si rompe sotto le lame del tridente.
Siamo in 5.
L'arena è piena di cadaveri e sangue.
Ciò non mi distrae più di molto.
Afferro la mia rete stringo la fuscina e mi preparo ad un nuovo scontro.
Decido di risparmiare le forze perciò aspetto di essere attaccato.
Un gladiatore con un urlo mi corre incontro.
Mi metto in posizione di difesa e attendo.
50 piedi.
Stringo il mio tridente.
40 piedi
Lo dovrò bloccare con la mia rete.
30 piedi.
Decido di avanzare
10 piedi.
Lancio la rete urlando.
Lui la schiva e mi salta addosso, il gladio puntato contro il petto.
Devio la lama con la fuscina.
Mi graffia superficialmente.
Sento il sangue bagnarmi la pelle nuda.
Approfitto del suo svantaggio per estrarre il pugio dallo stivale ed infilzarlo.
Lo accoltello più volte fino a quando non ha smesso di dimenarsi.
Sorrido appoggiandomi la mano sulla piccola ferita.
Nulla del quale preoccuparsi.
Non mi distraggo e uccido un altro gladiatore con il pugio lanciato in pieno petto.
Siamo due.
Lui è molto grosso.
Effettivamente molto lento. Ma forte, molto forte.
Un gladiatore classico.
Scudo piccolo e circolare più il gladio.
Mi sorride.
È veramente grosso.
Imponente avanza verso di me.
Devo puntare sulla mia agilità.
Butto la rete a terra, non mi servirà.
È certo di poter vincere.
Mi carica con il gladio puntato nella mia direzione lasciando scoperto il fianco destro.
Quando è a poco da me, scivolo e con il pugio gli provoco un taglio profondo nel fianco.
-AAAARRGH
Urla di rabbia guardandomi.
Sorrido da dietro l'elmo anche se non può vedermi.CIAOH~~~~
MI CHIAMO ALESSANDRO~~~
E NON HO NULLA DA FARE
PERCIÒ SCRIVO
QUESTA "STORIA" BREVE (SONO SOLO TESTI) LA CONTINUERÒ PIÙ AVANTI LOLOLOL
ADIOSSS