Era lì, davanti a me ... Io lo guardavo dritto negli occhi, ma non riuscivo a seguire il corso dei miei pensieri. Non riuscivo ad esprimermi, mi perdevo nel verde del suo sguardo, ne analizzavo le tonalità, nuotavo tra le ombre fino agli angoli più oscuri di quell'immenso mare. Cosa voleva udire, quali parole dovevo pronunciare ...
"Scusi ... Per favore potrei ... Ma non mi sente ... ? Sto parlando con lei!"
Il cinguettio degli uccellini, le urla dei bambini, le voci delle mamme, una palla che rimbalza, il calore del sole sulla pelle, le farfalle che svolazzano nell'aria.
Mi sento trascinare con forza fuori dal mio Mondo, per tornare alla realtà che mi circonda e vedere accanto a me una bambina con i codini che cerca di attirare la mia attenzione.
La guardo senza quasi vederla, mentre il mio cuore rifiuta di abbandonare quei momenti indimenticabili.
Le sue parole risuonano ancora nella mia mente, nitide e chiare...
Il mio cuore sembrava impazzito, tanta era l'emozione."Posso sedermi accanto a lei? Tutte le panchine sono occupate, vorrei mangiare la mia merendina.
Vuole assaggiare? Se vuole gliene posso dare un pezzettino. Questa è la mia torta preferita ... Me l'ha fatta la mamma, ed è davvero buona!"Non avevo mai provato un'emozione simile, lui aspettava e io non facevo altro che guardarlo senza riuscire a parlare.
Quante volte avevo sognato quel momento, quante volte avevo provato ad immaginare come sarebbe stato emozionante, cosa avrei detto, cosa avrebbe detto. Ed ora che ero lì, mentre stava accadendo, le frasi a lungo preparate erano solo un groviglio di parole sconosciute.
"Oggi, quando sono tornata da scuola con il bus, si, con il bus della scuola. Torno a casa con quello adesso, ormai sono grande ...."
La serata era stata davvero fantastica, ricordo ogni istante ... E quell'astuccio di velluto nero ... Come mi batteva forte il cuore ... Come mi pulsava il sangue nelle vene!
Gli occhi chiusi vedevano fiori volteggiare leggeri intorno a me , e quando percepii la piacevole sensazione dell'anello che scendeva senza difficoltà lungo il mio dito, un brivido invase il mio corpo e la mia anima.
Rividi in una frazione di secondo tutto ciò che fino ad allora mi aveva legata a lui.
L'amicizia e poi l'amore ... Le liti, le risate, la paura di volersi troppo bene ... Le gioie condivise ... Ma era vero? Ero io?
O forse era un sogno ...
"La mia mamma mi permette di tornare a casa con il bus, sai? Sono anche venuta al parco da sola! Abito qui vicino, vuoi venire alla mia casa? Ho un cagnolino, si chiama Fufi, ha il pelo tanto morbido ... "
"Ti amo, vuoi sposarmi?"
Ma avevo capito bene? Forse mi ero immaginata quelle parole, forse mi ero illusa di udirle ... E cosa dovevo fare, oddio .... Vedevo i suoi occhi trepidanti, leggevo la sua ansia e non riuscivo a parlare ...
"Si, certo che si!" ... Mi perdevo nel suo sguardo e non riuscivo a riemergere ... Come era stato dolce quell'abbraccio, come era stato appassionato quel bacio ...
Ne posso ancora sentire il calore sulle labbra , posso ancora percepire la gioia che invadeva i nostri cuori.
Eravamo complici, amici e amanti, e mai lo eravamo stati tanto come in quel momento.
Poi tutto era un vortice, il tempo era trascorso velocissimo ... I preparativi, il vestito, i fiori, gli invitati ... Tutto doveva essere perfetto e si, già, perfetto lo sarebbe stato!
"Poi è simpatico, non fa male a nessuno. Pensa che un giorno è venuta a trovarmi una mia amica e Fufi ha giocato tanto con lei!
Quando vado a scuola al mattino mi salta intorno e quando torno a casa scodinzola perché è contento. Allora io gli leggo una favola. Sai che sono brava a leggere?"
Allora vieni a casa mia? Davvero, la mamma sarebbe contenta, andiamo?
Io devo andare, è tardi. Ho promesso alla mamma che sarei tornata a casa presto, allora?"
Come sono vivi i ricordi dentro me ....
"Allora? Allora? Allora?"
Mi giro verso la bambina ... Già, la bambina!
"Cara, cosa dicevi? Mi sono distratta per un attimo ... "
"Vuoi venire a casa mia? Ti faccio assaggiare una fetta della mia torta preferita! Sai, quella che avevo qui l'ho mangiata tutta, mi sono dimenticata di lasciarne un pezzettino per te, mi dispiace.
Ma cosa hai sulle gambe?"
"Un maglioncino, è per la mia nipotina. Ha quasi quattro anni, ed è tanto bella, come te!
Anche lei oggi doveva venire al parco con me, ma si è sentita poco bene, allora sono venuta da sola."
"Che bello! Invece la mia nonna non me li fa i maglioncini, ma il nonno mi porta sempre a passeggiare con Fufi. E poi tante volte mi legge le favole e mi racconta le storie di quando anche lui era un bambino come me. Che bel cagnolino, non l'avevo visto ... Come si chiama?"
"Nocciola, vedi, è il colore del suo pelo."
"Non c'era prima vero? Con chi è arrivato? ... Ah, con questo signore ... Chi è?
Ah! Ho capito ... Il nonno della sua nipotina, vero?"
"Brava, hai indovinato! Adesso però è meglio che tu vada a casa, la tua mamma ti starà aspettando!"
"Si si, è vero! Ciao Nocciola ... Un giorno ti faccio conoscere Fufi, così giocate insieme!!!!"
"Caro, sei venuto a farmi compagnia?"
"Si, passeggiamo un po'?"
Ripongo la lana e i ferri nella borsa. Mi alzo e inizio a camminare al suo fianco. Ad un tratto lui si ferma per guardarmi. Io gli sorrido. I suoi occhi sono come allora, non sembra che siano realmente trascorsi più di quarant'anni ... Gli prendo la mano e ce ne andiamo verso casa, la nostra casa, il nostro nido.
Sara Pelizzari
