Il regalo di Dazai.

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La serranda sbattuta con violenza, la colazione bruciata nel fornetto e il vino terminato nel frigo.
Quella era una normalissima e noiosa giornata per Chuuya,  se non una delle più brutte.
Eppure sarebbe dovuto essere un giorno importante, il giorno in cui lui era nato.
Con il solito nervosismo che lo caratterizzava prese quella colazione e la mangiò nonostante fosse terribile, non aveva tempo per prepararne un altra. Andò a vestirsi, non scordando il suo amato cappello come tocco finale.
Non sarebbe voluto andare a scuola,  sapeva che i suoi compagni di sicuro lo avrebbero riempito di auguri, abbracci e quant'altro ma doveva...  purtroppo doveva.
E se c'era una faccia che non avrebbe voluto vedere era quella di Dazai, il suo compagno di banco e il suo" amico " d'infanzia.

Fece un enorme sospiro, prese il suo zaino ed aprì la porta d'uscita.
Ci voleva una buona dose di calma interiore prima di vedere quella faccia da schiaffi di Dazai, e Chuuya solitamente non ne aveva.
Mentre che andava a scuola iniziò a pensare.
Cose banali, anche carine.
Cose come "Chissà che tipo di torta mi piacerebbe."

Non avrebbe mai detto che aveva curiosità simili, o desideri simili,  insomma lui era Chuuya, aveva un orgoglio tanto grande da poter ospitare tante persone come fosse una villa.

Sbuffò arrabbiato con se stesso.
Era conscio che forse in fondo al suo cuore le attenzioni degli altri non gli sarebbero dispiaciute almeno il giorno del suo compleanno.
Arrivò davanti a quella struttura malconcia, ovvero la sua scuola e la fissò con un po' di stizza.
Era davvero una scuola orribile,  chissà perché ci si era iscritto.
Mancavano persino le maniglie delle porte.
Quando attraversò il cancello gli arrivò subito qualcuno da dietro,  gli posò le mani sugli occhi e gli sussurrò all'orecchio facendolo rabbrividire.

-Chi sono Chu chu? -

Chuuya fece dei grossi sospiri, così gli aveva detto l'ultima volta la psicologa,  perché si,  era andato da una psicologa a lamentarsi di quanto volesse prendere a pugni Dazai.
Iniziò anche a contare, ma non riuscì ad arrivare a 3.

-Solo quel coglione di Dazai puoi essere.- disse limitandosi alle parole.

Era il suo compleanno e non voleva picchiarlo, forse.

-Cattivo come sempre- disse ironicamente togliendo le mani permettendogli di vedere.

Chuuya si voltò con la sua solita espressione da "Aggiungi un altra parola e ti faccio diventare donna" che a Dazai ormai non faceva alcun effetto.

Infatti il moro prese abilmente il cappello del rosso mettendoselo in testa.

-Dazai bastardo! - ringhiò Chuuya iniziando a sporgersi per prenderlo.

Il moro sorrise maliziosamente gli cinse i fianchi e gli diete un bacio in guancia.

-Auguri Chuuya- sentenziò rimettendogli il cappello in testa.

Il più basso arrossì fino alle punte delle orecchie e rimase un secondo immobile mentre Dazai sorrideva soddisfatto.

-Da DAZAI! - Urlò iniziando a tirargli pugni che l'altro prontamente bloccava.

Ogni volta che stava con il moro subiva questi atti,  imbarazzanti o spesso umilianti, davvero non poteva resistere.
Poco dopo arrivarono Akutagawa e Atsushi.
Gli fecero anche loro i dovuti auguri cercando di farlo calmare.
Akutagawa era l'unico a riuscire a placare Chuuya,  anche loro si conoscevano da un po'.
Andarono in classe e lì tutti accolsero il rosso calorosamente, fondamentalmente gli piaceva essere voluto bene, ma come sempre non l'avrebbe ammesso.
Lanciò un occhiata furtiva a Dazai mentre gli facevano gli auguri.  Il moro ridacchiava con Atsushi parlando di cappi più resistenti e fatti a mano.
Invidiava un pò il minore, che attualmente era nella loro classe solo a causa di Dazai d'altronde come Akutagawa.
Tutti e due ammiravano Dazai e lo seguivano spesso,  avevano un rapporto totalmente diverso con lui rispetto a quello che aveva Chuuya.
Non sapeva bene definirlo,  ma Dazai era...  più gentile,  era più normale, sopratutto con Atsushi,  che avevano conosciuto solo quell'anno.
Anche lui avrebbe voluto che Dazai lo trattasse con quella gentilezza.
Sorrise tristemente abbandonando quei pensieri e tornando a ringraziare gli altri. Quando i due se ne andarono raggiunse Dazai e si sedette al suo posto. La giornata si prospettava noiosa come tutte le altre.
Doveva prepararsi una scaletta di cose da fare sulla strada del ritorno.
Ad esempio comprare assolutamente ul vino.
Così iniziò ad appuntare sotto lo sguardo attento di Dazai.
Quando la campanella segnò la ricreazione il moro si alzò stiracchiandosi e accarezzò la testa di Chuuya ricevendo in cambio un occhiataccia.

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