Quando Eleonora di risvegliò nel suo pigiamino era fredda come un ghiacciolo. Durante la notte si era scoperta senza volerlo e così era rimasta fino a pochi secondi prima, quando aveva aperto gli occhi.
Aveva fatto un sogno così strano e profondo che nemmeno la luce dalla finestra, l'uccellino che cantava, le macchine che sfrecciavano sulla strada, tutto ciò lei non l'aveva né visto né sentito.
Non è facile svegliarsi se si sta sognando qualcosa di interessante e lei sapeva che sognare era la cosa che le riusciva meglio di tutte.
Le era capitato di chiedere agli adulti 'Cosa hai sognato 'sta notte?' e loro 'Ah, no, io non sogno di notte! O se sogno non me lo ricordo!"
Non riusciva a spiegarsi come mai non ricordassero, mentre a lei veniva facile scendere dal letto, correre dalla mamma e raccontarle tutto.
Eleonora aveva 8 anni e tanta voglia di sognare.
Andava a scuola, andava a danza, per un periodo aveva addirittura studiato pianoforte, giocava con la sua amichetta di quartiere, vedeva i cartoni in tv, la sua giornata era pienissima, ma la notte era il momento che più preferiva. Quando la mamma le rimboccava le coperte, Eleonora era così felice di sentire il lenzuolo sfiorarle leggermente la guancia che si emozionava, e per i primi cinque minuti si girava e rigirava nel letto, quasi una scossa elettrica la stesse attraversando dalla testa ai piedi.
Poi si tranquillizzava, faceva un lungo sospiro e, mentre buttava fuori l'aria, si addormentava.
