Sun
Non sono mai riuscita a trovare il mio posto nel mondo, sono sempre stata la ragazza strana, di cui nessuno voleva essere amica. Venivo sempre emarginata solo perché mi differenziavo dalla massa. Ho sempre pensato che questa generazione sia andata a farsi fottere, ognuno con problemi inesistenti nati dal desiderio di piacere a tutti, quando fuori dal gruppo, nella vita reale, a nessuno importa niente di te, se non sei qualcuno. L'unica amica che abbia mai avuto è Eun, è come una sorella e condividiamo sempre tutto nella buona e nella cattiva sorte. Oggi durante la lezione mi stava prendendo in giro per il fatto che riesco a prendere sempre voti alti in latino senza studiare. Il fatto è che sin da piccola sono sempre stata predisposta a questa lingua. I miei genitori non capivano il perché, e nemmeno gli psicologi riuscivano a trovare una spiegazione plausibile. La mia prima parola l'ho detta in latino, ed è stata "lumos" cioè Luce. Oggi dopo scuola sono tornata a casa ed ho trovato i miei genitori seduti a tavola ad aspettarmi. Di solito questo accade quando devono comunicarmi cose spiacevoli, come quando ad 8 anni mi hanno detto che la mia pesciolina era "scappata".
<< Su dai, fatela breve... Cosa succede? >> chiedo. Tanto vale andare subito al punto.
<< Tesoro, è una questione molto delicata... Vedi, a tuo padre è stata data una promozione... >>
<< Sul serio papà? Sono davvero molto felice per te. Ora posso andarmene in camera mia? grazie. >>
Mentre mi incammino verso le scale, sento la voce di mio padre.
<< Dobbiamo trasferirci... >>
<< COSA?!?! >>
Non do' il tempo materiale di rispondere a nessuno che mi fiondo nella mia stanza, sbattendo rumorosamente la porta... non posso trasferirmi... prima di conoscere Eun, pregavo sempre iddio di lasciare questa maledettissima città, ma io senza di lei non vado da nessuna parte. Comincio a scaraventare per terra tutto ciò che mi capita sotto mano finché non afferro una cornice con la foto di me e Eun... l'abbiamo scattata l'anno scorso in una piccola spiaggia abbandonata. Durante quella gita, ho avuto l'impressione che qualcuno ci stesse osservando. Guardo meglio la foto. Alle nostre spalle noto qualcosa. Ma che cos'è? E come un fascio di luce molto flebile, forse e per questo che non me ne sono mai accorta. Apro il primo cassetto della mia scrivania e prendo la lente d'ingrandimento. Mi butto a peso morto sul letto e comincio a esaminare meglio la foto. Non appena punto la lente su quell'oggetto luminoso, noto subito che ha dei lineamenti ben precisi: Sembra una persona, solo che ha una carnagione molto chiara, troppo chiara. Non riesco a capire nient'altro quindi decido di lasciar perdere, e mentre penso a come evitare di trasferirmi mi addormento.
" Mi sento strana, ovunque mi volti vedo solo il nulla. Noto che indosso dei vestiti differenti dagli skinny neri con gli strappi e il top rosso. Porto un abito bianco e argenteo che sembra brillare di luce propria, non porto scarpe ed i miei capelli castani ricadono dolcemente sulle spalle. Comincio a camminare finché non noto una piccola porta al termine di un lungo corridoio. In questo momento mi sento come Alice che segue Bianconiglio nella sua tana. Appena arrivo al termine del corridoio, scorgo delle incisioni nell'arcata della porta... Sono in latino. Vedo i caratteri cominciare a muoversi finché non riesco a leggere... C'è scritto ''portale d'accesso per il regno dell'ombra''. Non so come io faccia a leggere il latino senza il minimo sforzo ma mi succede sempre anche a scuola. Ho una piccola chiave al collo, la prendo e provo ad aprire la porta la quale si apre con un leggero cigolio. Guardo dentro e vengo colpita da due colori contrastanti: da un lato un nero tenebra e dall'altro un bianco argenteo abbagliante. Continuano a darsi addosso senza sosta, arretro spaventata da ciò che sta succedendo finché non vedo un qualcosa uscire dal bianco... Sembra il fascio di luce della foto nella mia stanza. Quella cosa non ha una forma definita, sembra un essere fatto di energia pura che brilla. Non sembra voglia farmi del male, quindi mi avvicino. Proprio mentre lo sto per sfiorare sento un rumore sordo uscire dalla porta. Vedo un essere simile a quello che mi sta davanti ma del colore opposto, è nero, mi spaventa, e mi da' un senso d'angoscia che non mi è indifferente. Il fascio di luce bianca mi viene contro e subito dopo si trasforma in un ragazzo...
<< SUN!!! Corri, vattene da qui! >>
<< C-cosa? >>
Per un momento non capisco, ma poi faccio come mi dice. Inizio a camminare ma poi mi rigiro e vedo che il ragazzo si ritrasforma in quel fascio di luce, e blocca l'altra nube nera con un bagliore accecante."
Mi sveglio improvvisamente, noto che sono leggermente sudata e tutto sembra essere tornato al proprio posto. Tutto tranne il fatto che nella foto l'essere luminoso è scomparso e che porto al collo la chiave del mio sogno... Come faceva quel ragazzo a sapere come mi chiamavo? E perché mi ha detto di scappare? Nonostante sia stato solo un sogno non riesco a smettere di pensare a lui... Il modo in cui mi guardava, la sensazione di benessere che provavo vicino a lui... Non sembrava un essere umano eppure era così fottutamente vero. La sua pelle candida, i suoi capelli color della neve... I suoi occhi... Di un colore così raro, di un grigio chiarissimo da sembrar bianco... Smetto di pensarci e mi rimetto a dormire, dato che sono le 4.00 del mattino.
Jungkook
Mi sveglio all'improvviso, sono in una pozza di sudore e le mie mani tremano visibilmente... Cazzo... Ogni fottuta volta, ogni stramaledetta sera succede sempre così. Mi alzo e mi dirigo verso il bagno per mettere i polsi sotto il getto d'acqua fredda. Cerco con tutto me stesso di ricordare che cosa ho sognato ma non ci riesco. E frustrante, e non ché irritante. Ricordo solo una cosa in modo chiaro... dei bellissimi occhi nocciola... Quando mi calmo mi rimetto a letto sperando di riuscire a dormire e magari di ricordare a chi appartengano quegli occhi color cioccolato.
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First
Fanfiction> > Ha ancora il fiato corto... È bellissimo. I suoi capelli neri sono arruffati, ha le guance arrossate e le sue labbra sono ancora gonfie per il contatto con la mia pelle. > Vedo il panico dipingersi sul suo viso. > La storia può contenere un ling...