VENTI

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Megan Pov
Cammino e cammino. Non so nemmeno in che parte della città mi trovo, ma poco mi importa.
Ho bisogno di riflettere: stare con Simone in segreto è troppo.. Non dirlo a nessuno, nemmeno a Sara, credo che impazzirei. Voglio essere libera di prenderlo per mano, di stare tra le sue braccia e di baciarlo davanti a tutti, non di guardare ogni singola volta se c'è qualcuno che ci conosce che potrebbe scoprirci, come prima..
Sono così persa nei miei pensieri che non avevo sentito una presa sulla mia spalla. Chi cacchio è adesso? Stare da soli non si può?! Appena vengo girata dalla persona che mi ha trovato, la mia espressione non cambia
"Ah sei tu"
"Che entusiasmo!"
"Dato che mi hai disturbato, dimmi cosa vuoi Aaron"
A - "Disturbato? Non mi pare tu stia facendo granché, a parte camminare da sola"
"Magari avevo bisogno di starmene lontana degli altri"
A - "Perché? Cosa è successo?"
"E a te cosa importa?"
A - "Andiamo Megan, lo sai che"
"Che cosa? Tre anni Aaron, tre anni" dico con le lacrime agli occhi. La barriera che mi ero creata si sta sgretolando poco a poco con tutte queste discussioni.
A - "Ho sbagliato lo so, ho fatto la cazzata più grande della mia vita a lasciarti andare da sola. Però anche tu hai sbagliato" subito la mia faccia cambia espressione, io avrei sbagliato? A - "Lasciami finire, testarda che non sei altro!" Però a quelle parole non posso far a meno di abbozzare un sorriso, perché è vero sono una gran testona "hai sorriso"
"Vai avanti Aaron" taglio corto, voglio sapere cosa ha da dirmi.
A - "Anche te non ti sei più fatta sentire dopo quella volta in aereoporto"

Flashback
A - "Ti prego prova a ragionare a mente fredda domani mattina"
Siamo in macchina di Aaron, nel parcheggio dell'aeroporto. È stato difficile lasciare mio fratello in quella casa, come ora è difficile lasciare il mio amore..
"Vieni anche te! Ci sono tantissime squadre di alto livello in Italia e potresti vivere con me e mia mamma" dico entusiasta dell'idea che mi sono immaginata per tutto il tragitto.
A - "Sai che non posso. Io sono nato qui, poi sono già in una squadra non posso lasciare i miei compagni. Invece, tu puoi! Qui hai molte possibilità" dove? Tutte le squadre rifiutano una ragazza rotta..
"Io devo andare, Aaron. Non è casa mia questa, mi manca l'Italia, dove sono nata e mi manca mia mamma"
A - "E non pensi a tuo padre?" Con mio padre, dopo il divorzio dei miei, non ho più avuto nessun rapporto..
"Non si accorgerà nemmeno della mia assenza" dato che pensa sempre e solo al lavoro..
Noto le sue mani irrigidirsi sul volante, è arrabbiato lo so ma deve cercare di capirmi, almeno lui.
Così mi slaccio la cintura e mi avvicino a lui, gli accarezzo la guancia e finalmente si gira e mi guarda negli occhi
A - "Ti prego no, non andare, non lasciar-" non lo lascio finire perché lo bacio. Un bacio semplice a stampo ma lungo e bagnato dalle mie lacrime che non sono riuscita a trattenere..
"Ce la faremo nonostante la distanza. Ricordati di me, di noi e che ti amo.." gli sussurro e prima che possa cambiare idea esco da quella macchina, prendo la valigia e corro dentro all'aeroporto pensando di essermi lasciata tutto alle spalle ma non è così..
"Megan!" qualcuno urla il mio nome, io non mi giro e resto nella fila per il check-in.
"Aspetta fermati!" urla ancora la stessa voce, la voce del mio ragazzo. Non ho il coraggio di voltarmi perché so che poi dovrei dirgli addio e non voglio..
A -"MEGAN ANDERSON!" mi giro ed è a pochi passi da me. Posso sentire il suo fiatone causato dalla corsa "tu-tu sei la persona più testarda, più permalosa e ostinata di questo mondo" okay, ho così tanti difetti..
A - "Ma sei anche la persona più dolce e gentile e bella che io abbia mai incontrato" no, Megan non cedere, devi andare avanti con la tua decisione.
A - "Quindi ti farò solo una domanda prima che tu prenda quell'aereo" tutti ci guardano estasiati ed eccitati per la scena, ma non capiscono che qualunque domanda sia la mia risposta sarà no..
A - "Vuoi sposarmi?" resto spiazzata da quelle sue parole. Non mi aspettavo niente del genere! Non rispondo ma resto paralizzata davanti a lui, non sapendo cosa fare o cosa dire..
Fine flashback

"Io-io non ero pronta.. Mi hai spaventata, ti amavo tantissimo ma ero giovane per il matrimonio" lo guardo negli occhi e prima che possa dire qualcosa vado avanti "però il mio rifiuto non significava che non volevo più stare con te"
A - "Ho sbagliato a pensare che fosse finita così" già, ormai è andata così e le cose non possono cambiare "senti so che sono l'ultima persona che volevi trovare" non è proprio l'ultima ma nemmeno la prima "che dici di ricominciare? Una volta eravamo non solo fidanzati ma anche amici" amici, io e Russell. Ci penso su qualche secondo e poi accetto la mano che poco prima mi aveva offerto. A quel gesto sul suo viso compare un ampio sorriso e ciò mi ricorda sempre il periodo in cui ho vissuto in America..
A - "Allora che dici di andare a mangiare qualcosa? Ho una certa fame"
"Sono d'accordo"

One Job, Two LovesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora