1. Storia di come un Sexy Scheletro cadde ai piedi di un Raggio di Sole

2.2K 65 72
                                    

Come aveva potuto lasciare che accadesse?! Nico si sarebbe preso a calci da solo.
Si rigirò per l'ennesima volta davanti allo specchio, facendo una smorfia di fronte al suo costume di Halloween. La morte sarebbe stata meno straziante!
Il bussare alla porta lo riscosse dalla sua contemplazione di quell'Orrore.
«Sei pronto, Di Angelo?»

~*~

Tutto era cominciato qualche ora prima, quando il Capo della Confraternita HetaBeta (nonché, una sua vecchia cotta segreta) Percy Jackson aveva lanciato l'ennesima sfida alle matricole: una specie di Verità o Penitenza, molto alcolico e molto umiliante, da fare per "riscaldarsi" per la serata. Quando era venuto il turno della gracile e pallida matricola dai capelli neri che tutti avevano bollato come "quell'inquietante emo-dark", Percy Jackson non si era preoccupato e aveva chiesto, come da rito "Verità o Penitenza?" solo per sentirsi rispondere un "Vaffanculo" borbottato a sguardo basso.
Percy sapeva benissimo che quel ragazzo non voleva stare lì e che sicuramente non sarebbe stato lì se (A) la sorellastra non lo avesse convinto e (B) lui e il suo Vice, Jason Grace, non lo avessero ufficialmente invitato a far parte della loro Confraternita. Entrambi erano a conoscenza del suo passato travagliato e avevano pensato fosse un modo per fargli fare più vita sociale.
«E Penitenza sia, allora» aveva risposto sorridendo tra sé e sé, facendo cenno a Jason di portargli il temibile Cappello delle Penitenze. Sotto il sorrisetto ironico del più grande e gli sguardi degli altri suoi confratelli, Nico si vide costretto a pescare un bigliettino da quello stupido cilindro rosa, il quale finora aveva riservato solo brutte sorprese ai coraggiosi che vi avevano infilato le mani.
Il ragazzo si era aspettato di tutto e aveva tentato di immaginarsi tutti gli scenari peggiori, possibili e immaginabili (dopotutto, finora erano usciti biglietti tipo correre nudi in giro per il Campus, andare a rubare il busto del preside in biblioteca o irrompere a un pigiama party di qualche Sorellanza e scattare qualche foto come prova). Si era ormai quasi rassegnato al suo destino quando...
«Nico di Angelo, questa sera tu dovrai presentarti alla festa di Halloween a cui parteciperà la nostra Confraternita con un costume scelto dai tuoi confratelli ed esibirti sul palco in una canzone adeguata. Accetti la tua Penitenza?»
«Col cazzo» rispose Nico a metà tra l'incredulo e l'irritato.
«Bene, allora... Tutti quanti, riunione in sala grande per decidere il costume di stasera per il nostro Di Angelo!» rispose sempre sorridendo il moro, facendo un cenno col pollice verso il salotto.
Così, Nico si era ritrovato solo nel giro di un minuto, ancora sorpreso per quello che era appena successo e incapace di elaborare a pieno la cosa. Passati diversi minuti, aveva capito che ci sarebbe voluto non poco per trovare un costume che lo avrebbe messo in ridicolo di fronte all'intero Campus, con tanto di canzone imbarazzante da eseguire di fronte a tutti quei ventenni ubriachi, così si rassegnò e si sedette in una delle tante poltrone della stanza.
Cosa ci faceva ancora lì? Perché non se n'era ancora andato? Nico era già da diverso tempo che si poneva queste due domande e ancora adesso faticava a trovare una risposta convincente: all'inizio, aveva incolpato Hazel, sua sorella, per averlo convinto con le sue moine e quei suoi grandi occhi dorati; poi, aveva incolpato Percy Jackson per averlo stregato con quelle sue spettacolari iridi verde mare, il fisico da nuotatore e il sorrisetto irriverente di chi probabilmente sta per farti uno scherzo. Eppure, ora che l'infatuazione per Jackson era passata (anche grazie alla sua storia con la Sorella Capo delle AlphaTeta, Annabeth Chase), non capiva perché se ne restasse ancora in compagnia di quelle persone.
Forse ti piace stare qui. Forse cominci a sentirti accettato da qualcuno finalmente, gli suggerì una vocina da qualche parte nella sua testa, ma lui prontamente la zittì. Non voleva neanche pensarci. Ogni volta che cominciava a stare bene, per lui le cose andavano sempre a peggiorare com'era già successo in passato.
Involontariamente, i ricordi lo travolsero, spedendo il suo morale ben oltre sotto i tacchi: non c'era da sorprendersi se cercava in tutti i modi di non legarsi più a niente o nessuno dopo quello che aveva passato. Faceva troppo male perdere ciò che si amava e Nico, a soli diciott'anni, aveva raggiunto il suo limite massimo di sopportazione. Chiedeva troppo se desiderava solo essere lasciato in pace? Stare bene?
L'aprirsi di una porta e il ridacchiare di una cinquantina di persone lo riscossero dai quei pensieri cupi, ritrovandosi poi di fronte ad un Percy e un Jason con dei sorrisi che non premettevano niente di buono. Ma ormai il danno era fatto.
«Allora» disse rassegnato alzandosi in piedi «qual'è il verdetto?»
Un'occhiata tra i due e improvvisamente Nico ebbe paura: non gli sarebbe piaciuto per niente, ne era sicuro.

ConfraternitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora