Cap. 14

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« Già in piedi? »
« Si! »
Megan mi squadra da capo a piedi con un sopracciglio alzato e la mascella serrata. Si è appena alzata, sono riuscita ad arrivare in tempo fortunatamente.
Mi sembra di essere sveglia da una vita. Quando in realtà sono solo poche ore. Stranamente non percepisco ancora nessun tipo di sonnolenza o stanchezza. Gli occhi non bruciano e le palpebre non ne vogliono sapere di chiudersi, anche solo per un minuto.
Meglio così.
Loro non devono sapere nulla.
Continuo a prepararmi delle scuse, per tentare di nascondere la verità, nel caso avessero sentito puzza di bruciato.
In poco tempo la mia mente si riempie di frasi e parole.
« Da quanto sei alzata? » Mi domanda la ragazza, sistemandosi i lunghi capelli dello stesso colore del cielo di questa mattina, in una coda alta.
« Non lo so precisamente. Qualche ora, presumo. » Improvviso, cercando di stare calma e di controllare il timbro della mia voce.
Per quanto possa sembrare strano, fatico a mentire.
« E che hai fatto per tutto questo tempo? » Continua.
La conversazione presenta lo stesso tono vivido, accompagnato da sguardi attenti, di un interrogatorio di polizia.
Deglutisco prima di rispondere.
« Niente di che. Ho assistito alla nascita del sole. »
Non segue nessuna parola da parte di Megan. Abbassa lo sguardo e continua ad allacciarsi le scarpe, con un' espressione cupa in volto.
Pare non essere del tutto convinta.
D'altronde, non sarebbe Lei.
Sospiro.
Per un attimo ho pensato che si fosse accorta della mia assenza, come se non avesse fatto in tempo a fermarmi nel momento in cui stavo lasciando la caverna.
O come se l'avesse sognato.
In ogni caso, per ora l'ho scampata.
Non sta più badando a me.
Forse ha esaurito le domande di pormi.
Decido di raggiungere Logan, dato che Megan sembra essersi dimenticata della mia presenza.
È intento a sistemarsi i lacci dei pantaloni, in fretta e furia. Deve essere agitato quanto me per il suo nuovo lavoro.
No, mai quanto me.
« Heilà! » Esclamo, attirando la sua attenzione.
« Buongiorno Allison! » Sposta gli occhi di scatto dai calzoni a me, per poi raddrizzarsi col busto.
« Pronta? »
So cosa vuole intendere e non esito a rispondere.
« Speriamo. » Sospiro, alzando gli occhi al cielo.
« Sono sicuro che ce la farai. Non è poi così male. » Esclama dopo avermi guardata per qualche secondo, cercando di interpretare la mia precedente risposta.
« Avevi ragione. » Affermo. « Prenderò il tuo posto. » Concludo sorridendo.
Vedo il suo viso illuminarsi.
« Sono molto contento per te, credimi. » Dice, poggiandomi una mano sulla spalla, come per tranquillizzarmi. « Ti piacerà, vedrai. Ne sono certo. »

***
" Terza stalla da sinistra, Horizon. "
Le parole di Logan si fanno spazio nella testa in mezzo a tutti gli altri pensieri mentre cammino su questo morbido tappeto di erba. È completamente rivestito di fiori, differenti l'uno dall'altro per dimensioni e forme.
Cerco di non calpestarli, cosa che passa inosservata dalla maggior parte degli individui davanti a me.
La luce del sole, potente ed accecante, fa risaltare il singolare colore giallo oro dei petali, splendente ai miei occhi.
Lo sguardo è incollato al suolo e le braccia tese lungo i fianchi, simile ad un robot.

Continuo imperterrita ad avanzare, quasi come se non ci fosse nulla di più bello e di migliore da fare. Con la bocca chiusa e i battiti del cuore intenti a sfondare il petto.

***
« Seguimi. » Mi ordina Megan senza nemmeno voltarsi a guardarmi.
Non si torna indietro ora.
Mi trovo davanti al luogo in cui passerò intere giornate, immobile.
Ancora non riesco a capire perché l'abbia fatto, ma cerco di non fossilizzarmi a lungo su ciò. Rischierò di perdere la pazienza troppo presto.
La ragazza, con un abile gesto della mano fa scattare la chiusura di sicurezza in legno prima di aprire il portone ed, infine, condurmi al suo interno.
Il palmo della sua mano è appoggiato al centro della mia schiena, come al solito.
Non ho chiaro se sia per incitamento, per costrizione o semplicemente come atto di potere su di me.
Mi spinge, facendomi inciampare sui miei stessi piedi.
Una volta dentro, noto immediatamente delle stalle vuote, sono tre in tutto.
Un grande tonfo dietro di me segnala che l' uscio è stato riportato alla sua posizione iniziale, chiuso.
Non rimane più molta luce e la polvere nell' aria, sollevata poco prima dal movimento delle grosse ante, provoca fastidio.
Sopra ogni box sono state posizionate delle piccole aperture e, unicamente tramite quelle, i raggi del sole possono filtrare all' interno.
Come costruzione è magnifica ed estremamente spaziosa. Ospita una decina di cavalli ed attrezzi e finimenti di ogni genere.
Due dei sette animali presenti, sporgono fino alle spalle verso il corridoio centrale, con le orecchie perfettamente diritte, le narici aperte e gli occhi sgranati, intenti a scrutare gli ospiti di casa loro.
La ragazza dai capelli blu, senza aprire bocca, si reca verso una piccola stanza di fronte alla scuderia centrale.
Come già capitato altre volte in precedenza, non capisco quale sia il suo intento, quale tipo di ordine mi stia riservando.
Solamente il rumore degli zoccoli ed i nitriti accompagnano quel duro silenzio.
Aspetto, decidendo di accarezzare il muso di uno degli equini che mi stava osservando. Non ho idea di chi sia, ma possiede un bellissimo manto grigio e sembra essere molto gentile.
Attraverso, camminando lentamente, l'intero corridoio, da un lato all' altro e analizzo ogni animale.
Ci impiego qualche minuto, prima del ritorno di Megan.
Immediatamente mi accorgo che tiene in una mano una grossa pala mentre l'altra è poggiata sul fianco destro.
« Questa è per te. » Esclama avvicinandosi per potermi porgere l'attrezzo. Sussulto. Mi sento cedere gli arti a causa del suo esagerato peso.
Come farò a lavorare con questo?
Megan pare interpretare la fatica nel mio sguardo, ma il suo viso rimane impassibile, quasi come annoiata di stare in questo posto con me.
Non sono come lei. Sia fisicamente che caratterialmente.
Non sono così forte, così determinata.
E credo che l'abbia capito, o almeno lo spero.
Mi sento umiliata, ridicola e ferita dalla sua figura sicura di ciò che fa.
« Dovrai pulire ogni stalla, dalla prima all' ultima, tutti i giorni. E quando avrai finito con esse, passerai a quella dei cavalli. »
Perfetto. Un vero e proprio incubo.
« Gli attrezzi da lavoro potrai trovarli lì dentro, adagiati all' interno di una grande cassa. » Continua poi, indicando la piccola stanza nella quale è entrata poco prima.
È strano. La sua voce. Le sue parole.
Le frasi che sta pronunciando.
Mi sta parlando come se dovesse abbandonarmi qui, da sola. Oppure, come se volesse farlo... per sempre.
Sta cercando di distrarmi, in qualunque modo. Di farmi perdere in questo piccolo spazio.
Potrei sbagliarmi, la speranza è l'ultima a morire.
I miei pensieri vengono interrotti bruscamente dai suoi passi, insieme ad una frase: "Ecco tutto."
Si sta dirigendo verso l'ingresso, silenziosa.
La mia mente mi sta giocando brutti scherzi o sta succedendo realmente?
Senza dubitare ulteriormente, per una volta agisco istintivamente, imitandola negli atteggiamenti.
La blocco.
« Aspetta! » Grido, facendomi fin troppo sentire.
Mi sporgo velocemente in avanti per poterla afferrare.
Non si volta.
Non reagisce.
« E tu cosa farai? » Domando svelta, senza darle il tempo di riflettere.
La mia mano stringe con forza il suo polso, esattamente come una bambina afferra quello della madre, per cercare attenzione.
O per paura.
Nessuna risposta da Megan.
Passo davanti a lei, e mi posiziono tra la porta ed il suo petto.
Prima o poi dovrà parlare.
Le sto dando una mano...
Ho già vissuto questa scena, in un passato non molto lontano, quando ho notato il simbolo sulla sua pelle.
Senza accorgermene, i miei occhi si proiettano in quel punto, per controllare che sia ancora lì.
Non riesco a vederlo.
È coperto dalla manica della felpa.
I suoi occhi mi squadrano. Sembra quasi che stia pensando alla risposta.
« Non preoccuparti. » Dice poco dopo con un' espressione pacata.
Non me lo vuole dire. C'è qualcosa che mi nasconde.
Mi lascerà qua da sola?
Solo questo mi chiedo.
Solamente questo mi rende nervosa al momento.
Ho dimenticato il peso sulle spalle e i timori precedenti.
Ora c'è lei.
Ed un passo che la separa dall' esterno.
« Torno subito. » Continua per poi afferrare la maniglia della porta ed uscire lentamente dalla stanza.
Rimango senza parole.
Con la pala in mano e l'odore delle stalle che inonda l'ambiente.
Mi pare di aver sentito bene ieri pomeriggio.
"Allison, tu starai con me in scuderia."
Con me.
Due parole.
Cinque lettere insieme.
Il significato è semplice e chiaro.
Mi risuonano in testa, ad intervalli di pochi secondi.
E mi distruggono.

***
Dov'è finita Megan?
Una domanda che mi affligge ira da circa un' ora mentre me ne sto reclinata verso il terreno, intenta a lavorare, con il calore del corpo del cavallo che ospita la terza stalla a contatto con il mio.
Logan.
Terza stalla da sinistra.
Horizon.
È il suo cavallo.
Me ne sono resa conto solo ora, per ora nulla mi ha permesso di concentrarmi su me stessa e su ciò che mi circonda.
Nulla è stato in grado di aiutarmi.
Mi focalizzo sul suo manto grigio topo, pieno di polvere, la quale scompare nell' aria poco a poco.
L'animale fa altrettanto su di me.
Mi sta studiando e capendo.
Sta vedendo la disperazione nei miei occhi e la fatica in ogni parte del corpo.
Tiro un sospiro, rilasso i muscoli e appoggio la schiena sulla parete di legno del box.
Non so che fare, a cosa pensare.
Ho esaurito idee ed ipotesi.
Scavando a lungo in me, ho trovato solamente nostalgia.
Nostalgia di qualcosa che non ricordo.
Nostalgia di qualcosa che nemmeno esiste.
Perché devo vivere così?
Perché non posso semplicemente chiudere gli occhi e aspettare quel giorno tanto atteso, quando finalmente lascerò questo posto?
Mi tremano le labbra.
Non so da cosa sia provocata questa mia reazione incontrollata, ma non mi piace. Per niente.
Lei non ha mantenuto la parola data.
Mi ha ingannata ed illusa.
Non è più tornata. È via da più di un' ora ed io rimango sempre con quel pizzico di speranza che mi è rimasta, ad aspettarla, invano.
Dovrei smetterla.
È tutto inutile...
L'odore, che una volta entrata all' interno della struttura, mi ha provocato nausea, ora sembra l'ultimo dei miei problemi.
Non percepisco minimamente nessun tipo di suono o rumore che provenga dall' esterno. Le voci paiono essere state strappate via dalle gole dei ragazzi. È come se il mondo si fosse fermato e avesse, a sua volta, provocato l'arresto di qualsiasi cosa.
È così strano, nello stesso tempo, come il mio umore possa variare rapidamente, da un estremo all'altro, senza vie intermedie.
Tutto quello che so ora è che non posso rimanere qua con le mani in mano.
Devo reagire, per una buona volta.

|| SPAZIO AUTRICE ||

Heilà! Salvee
Spero vi piaccia il nuovo capitolo
A me sinceramente non convince tanto :(
Mi scuso per l'attesa.

Fatemi sapere come vi sembra!
~Valeee

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