Parte 1 senza titolo

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Un bel giorno Peter sfidava Trilli in volo. "Yuu" esclamò il ragazzo. "Dai aspettami Peter" gli disse la fatina. "Dai forza, muovi quelle ali." E Trilli volò di corsa verso di lui. "Gli adulti" disse "non riuscirebbero mai a fare simili acrobazie." E proprio in quel momento volò un uomo in calzamaglia. "E quello da dove sbuca?" esclamò Peter. "Non credo ai miei occhi" aggiunse Trilli. E l'uomo svolazzò sull'acqua. "Ma com'è possibile?" domandò il ragazzo. "Gli adulti non sanno volare" intervenne la fatina. E Peter volò incontrò all'uomo. "Ehi tu" disse "vieni subito qui." Ma quello non si fermò e Peter continuò a seguirlo. L'uomo passò dietro una roccia e il ragazzo lo seguì. Ma ecco che l'uomo tornò indietro e gli schizzò l'acqua addosso. Ed ecco che arrivò Trilli. "Peter" disse "ti sei fatto male?" "No" rispose il ragazzo "solo una doccia." "Mo gli farò vedere io." E finalmente l'uomo si fermò e Peter e Trilli lo raggiunsero. "Senti un pò" esordì il ragazzo "ma chi sei?" "Dovrei essere io a chiederlo" replicò l'uomo "tu chi sei?" "No, tu chi sei?" "Insomma vecchio" intervenne Trilli "deciditi a rispondere." "Non mi avete riconosciuto?" rispose l'uomo "sono Peter Pan." "Ah" esclamò il ragazzo "questa è bella! Sono io Peter Pan." "Non è possibile. Sono io." "Ma sei scemo?" disse Trilli "come fai a essere Peter Pan se sei adulto?" "Bè pure io ho ceduto alla crescita." "Ma che dici?" lo contrariò il ragazzo "io non ho mai ceduto a quella maledetta crescita." "Ha ragione" lo difese la fatina "tu sei un vecchio grassottello tipo nonnetto." "Neanche io ci volevo credere" spiegò l'uomo "e avevo dimenticato il mio passato, fino a che Uncino non ha rapito i miei figli e allora sono tornato all'isola e ho ripreso a volare." "Addirittura dei figli" esclamò il ragazzo "e tu pensi di essere Peter Pan? Sono io il vero Peter Pan, eterno bambino, non studio, non lavoro, penso solo a divertirmi e allergico alle responsabilità. Tu invece sei responsabile come tutti gli adulti." "Tutti prima o poi cresciamo" farneticò l'uomo "e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità." "Parli proprio come quei maledetti intellettuali" protestò il ragazzo. "Ha ragione" intervenne Trilli "tu non sei Peter Pan, sei solo un impostore." "Infatti" aggiunse il ragazzo "è il momento della verità. Tu chi sei?" E proprio in quel momento l'uomo cambiò aspetto. PUF "Mi chiamo Mork, su un uovo vengo da Ork" rispose cantando "imparo un po', ora il saluto ti dò. Na-no Na-no, la tua mano, Na-no Na-no apri piano, Na-no Na-no batti il palmo, Na-no Na-no ora il fianco." "Lo sapevo che non poteva essere me" esultò il vero Peter. "Ma si" rispose Mork "io sono un alieno e posso trasformarmi in quello che voglio." "Ma la tua trasformazione in Peter Pan non ti è venuta bene" precisò Trilli. "E infatti" aggiunse il ragazzo "e finalmente è svelato il mistero. Questo non è Peter Pan, è Mork che si è trasformato in un uomo, spacciandosi per me. E soprattutto ricordate: io non sono mai cresciuto e non crescerò mai." "E allora ci vediamo" concluse l'alieno e partì con la sua navicella.

                                                                                FINE

Peter Pan contro Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora