Eric Bilmar de Fornier. La passione ha il tuo nome.

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Capitolo 27

Eric.

La trascino per il gomito, ma lei punta i piedi e continua a protestare <<io non voglio venire con te>>. Per farle comprendere che in qualsiasi modo lei avrebbe fatto ciò che voglio, la sollevo in spalla, <<mettimi giù prepotente>> urla prendendomi a pugni la schiena. Tutti i Vampiri di guardia si voltano nella nostra direzione mentre le do uno schiaffo sul sedere dicendole <<stai zitta>>. Indignata e offesa lei continua a colpirmi mentre io le assesto uno schiaffo sul sedere ogni volta che inveisce contro di me nascondendo quando mi stessi divertendo. Arrivati in camera, la metto giù e la rabbia le sparisce dal volto per la sorpresa. Hajira è in piedi al centro della stanza vicino a un lettino circondato di ciotole piene di essenze fiorite e di ceri dallo stesso odore. La lascio a lei, non prima di averle dato un ultimo leggero schiaffo sul sedere, dicendole <<vai, strega>>. Hajira le farà un massaggio thailandese rilassante: un regalo come premio per aver affrontato le avventure di questa giornata. Tutto il piano l'ho studiato allo scopo di fortificare Emily e sembra che sia riuscito a farle superare le condizioni estreme. Devo liberarle la mente da ogni paura perché solo così posso sperare che non perda la ragione nel momento in cui mi rivelerò davvero. Mi sto nutrendo, sorridendo tra me al piacere che ho provato a maltrattare quel delizioso sedere tondeggiante, quando entra mio padre con Ugo, il capo della sicurezza, <<Eric, ci sono giunte notizie dalla Romania. Stanotte un branco verrà a rivendicare i membri uccisi da noi, ma questo non è un problema, quello vero consiste nel fatto che i mutaforme, al tramonto hanno visto dei Vampiri emergere dai terreni in Italia e a quando pare, sono dei creatori discepoli di Ludovic e dati i fatti, non è da escludere che potrebbero venirci a cercare anche loro>>. Maledizione! Devo mettere Emily al sicuro, ma non posso rinchiuderla in un rifugio senza spiegarle nulla e andare a combattere, e per giunta c'è anche Rose, l'unica soluzione è portarla in un luogo pubblico. In mezzo a una folla sarà difficile essere attaccati dai branchi e dai Vampiri senza mostrarsi trasformati. Bene, cambiamo i piani lussuriosi. Chiamo Tom, che arriva all'istante <<organizzami una serata per quattro. Tu e Carl resterete qui a dare man forte ai mannari della zona, tanto verrà Ugo con le sue guardie con noi>> <<sarà fatto>>. Albert approva il mio piano e va ad avvisare Rose. Ripongo il calice e sorrido ad Hajira che esce dalla camera dicendomi <<ho finito. È stato un piacere trattare il corpo di quella donna. Adesso vado di guardia è il mio turno, verrò a riprendere le mie cose più tardi>> <<grazie per la tua disponibilità>> <<ma figurati! Per te questo e altro>>. Raggiungo Emily, è nella doccia. Non si è accorta di me e resto ad ammirare la sua sagoma, dai vetri opachi. Ecco perché ci mette tanto tempo: per lei la doccia non consiste semplicemente nel lavarsi, ma in pratica fa uno show. Ora è passata alle gambe, se le sta lavando lentamente e mi prende una strana sensazione, una specie di formicolio nelle vene che si riverbera nei pantaloni e di nuovo sete, ma di lei. Si può desiderare una donna come me in questo momento e rinunciarci? Impossibile. Detesto che lei sia capace di farmi sentire così attratto a stento capace di mantenere il controllo. Il buon senso, mi suggerisce di andarmene per non perdere tempo, ma il mio corpo vuole possederla, ne avverto un bisogno incontenibile. Fregandomene, mi libero dei vestiti e apro l'anta della doccia. Lei gira la testa verso di me e si copre il seno con le braccia. Ignoro il suo atteggiamento pudico, entro nella cabina e mettendomi dietro di lei <<spero non ti dispiaccia condividere la doccia con me, poiché ne è una, ma abbastanza larga da contenere entrambi>>. Allungo il braccio per prendere il sapone e le sfioro la schiena con il mio petto ma lei sussulta e non si accinge a muoversi. Incuriosito, la stringo tra le braccia e la sento irrigidirsi <<cosa c'è? Hai paura di me?>> le domando. <<No, è solo disagio>> <<dimmi il perché>>. Scuote la testa senza parlare ma io devo sapere assolutamente il motivo, <<dimmelo Emily, senza timore>> <<è stupido, lo so, ma per me è la prima volta che faccio la doccia con un uomo e mi vergogno>>. La volto gentilmente e lasciandola libera le dico <<noi due ci siamo espressi in diversi modi intimi e riflettendoci, in effetti, sì è stupida la tua vergogna, ma se può servire a fare confidenza anche in questo campo, mi presento>> le tendo una mano <<Eric Bilmar e per me è un onore, essere il primo uomo con cui ti lavi>>. I suoi occhioni blu sono divertiti come il suo sorriso, mentre toglie un solo braccio dal seno per stringere la mia mano ed io la tiro imprigionandola al mio torace e m'impossesso della sua bocca avido del suo sapore inebriante. È davvero un fondersi di fuoco e acqua, come l'avevo immaginato e lei si sta sciogliendo nelle mie braccia, anche se conserva ancora della reticenza, ma io la voglio e scendo con le mani sui suoi glutei sodi e tondeggianti. Desidero possedere un ogni suo orifizio, essere ovunque in lei, ma sento del trambusto fuori e dentro casa, segno che devo fare una cosa veloce. Sempre baciandola, avanzo di qualche passo, poi la giro e le faccio appoggiare le mani e una guancia alle mattonelle e la tiro per i fianchi verso di me, in modo che sporga il sedere, afferro il mio fallo in erezione e lo guido nel varco caldo tra le sue gambe. La stringo con un braccio, poggio la fronte sulla sua tempia, in modo che lei non possa vedere il mio cambiamento, e spingo. Mi bastano pochi colpi per assecondare solo il mio piacere e mi libero in lei ansimando per trattenere il Vampiro, ma mi è impossibile e questa condizione, scatenata dalla debolezza a lei, al suo corpo e al suo odore, mi è insopportabile e m'irrita. Ritraendomi bruscamente, apro l'anta della doccia e le dico <<tra poco usciamo. Fai presto>>. Afferro un telo e vado nella cabina armadio lasciandola insoddisfatta e frustrata, in modo diverso, ma almeno quando me. Mi vesto con un abito nero in pochi secondi e raggiungo mio padre che mi attende in salotto con Rose. Mi verso da bere, offrendone educatamente anche ad Albert. Butto giù avidamente il sangue dal calice senza quasi avvertirne il sapore però ancora assetato, sotto lo sguardo ostile di quell'arpia, ne trangugio un altro. Attendiamo in silenzio che Emily ci raggiunga, ma dopo mezzora, l'impazienza di mio padre si fa sentire e dice a Rose <<vai a vedere se ha bisogno di aiuto>>. Lei si alza, dal sofà, compiaciuta di quel comando ed io afferrandole un braccio <<prova solo a farle qualcosa e giuro che questa è l'ultima volta che la vedi>>. Poi lascio che vada. Sentiamo Emily gioire per la sua presenza e per il fatto di uscire insieme e le chiede addirittura consiglio sull'abito. Passano ancora altri interminabili minuti, mentre loro continuano a chiacchierare di cose futili ed io m'innervosisco ulteriormente. Basta! Io odio aspettare. Spalanco la porta della camera dicendo <<avete finito?>>. Rose, le rivolge un sorriso benevolo, poi raggiunge Albert, ed io resto immobile abbagliato dalla sua bellezza. Emily indossa un abito nero fino al ginocchio, con l'orlo a sbuffo, di seta con una fascia bianca stretta sotto il seno e sopra un cappottino, sempre nero come i sandali. Incrocia il mio sguardo e la sua gioia sparisce e si tramuta in ansia, ed io mi chiedo il perché di questa reazione nei miei confronti. Eppure non le ho detto nulla. Forse c'è l'ha con me perché l'ho lasciata insoddisfatta nella doccia, oppure mi sono sbagliato e c'è dall'altro.

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