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Ho passato il mio compleanno assieme a mia sorella e a Camila, mentre per Natale abbiamo deciso di andare da mia nonna, che con mia grande sorpresa ci ha accolte a braccia aperte, riempiendo di regali me, Kara e persino Camila. I miei genitori hanno passato le feste al solito modo, ossia seguendo il loro stile di vita.
Non vedo Chris da circa due mesi. Devo ammettere che mi manca da impazzire, ma credo che la cosa sia migliorata parecchio rispetto a qualche settimana fa. Durante le prime due settimane dopo la nostra lite non ho fatto altro che piangere. Avevo perso dodici chili e nel mio corpo cominciavano a farsi vedere le ossa. Sia io che Camila eravamo davvero molto preoccupate per la mia salute; per fortuna ora sto bene, visto e considerato che ho ripreso a mangiare.
<<Che cosa farai?>> domanda Camila distogliendomi dai miei pensieri.
Scorgo nuovamente il cellulare e osservo il messaggio di Zayn. <<Non lo so>>.
<<Non andare sarebbe orribile, ma farlo non avrebbe alcun senso>> dice Camila.
Sbuffo. <<Non andrò>>.
<<Sei sicura?>> domanda.
Annuisco senza distogliere lo sguardo dal cellulare.
Questa mattina Zayn mi ha scritto un messaggio :
'Domani alle nove di mattina ci sarà il processo. Probabilmente lo sai già, ma a Chris farebbe piacere se fossi lì per supportarlo. Sta soffrendo molto e la tua presenza non potrà che fargli bene'.
Sinceramente non so cosa fare. Presentarmi in tribunale come se niente fosse non farebbe bene nè a me nè a Chris. Stiamo soffrendo entrambi e rivederci peggiorerebbe soltanto le cose. <<Sono sicura>>.
<<Sapremo ugualmente come andrà a finire>> dice.
<<Ovviamente spero che qualcuno si prenda la briga di dirmelo>>. Sospiro.
<<Lo saprai>> ripete Camila.
Annuisco e rileggo nuovamente il messaggio di Zayn.
Ho detto che non andrò, ma non ne sono tanto sicura. 'A Chris farebbe piacere se fossi lì per supportarlo. Sta soffrendo molto e la tua presenza non potrà che fargli bene'. In questo momento avrei bisogno di un consiglio dal cielo.
'Stà soffrendo molto'. Mi chiedo se con questa frase si riferisse a noi due o al processo.
Lancio un occhiata all'orologio appeso alla parete, le cui lancette segnano la mezzanotte. <<Io vado a dormire>>.
Camila annuisce e io esco dalla cucina, diretta nella mia stanza.

Il giorno seguente mi sveglio molto presto, agitata e pensierosa. Sono le sette in punto e mancano esattamente due ore al processo.
Mi tiro su, mettendomi a sedere sul letto. Ho diciotto anni e non sono in grado di prendere una decisione.
Dopo averci pensato per alcuni minuti scendo dal letto e mi preparo in tutta fretta. Non posso lasciare che Chris affronti tutto ciò da solo. Ne abbiamo parlato parecchie volte e per altrettante volte mi ha detto che avrebbe avuto bisogno di me; non posso tirarmi indietro proprio ora.
Decido di indossare un vestito aderente nero e delle décolleté, anch'esse nere. Sistemo i capelli, arricciandoli con la piastra e legandoli in una mezza coda.
Prendo la borsa ed esco in corridoio.
<<Dove vai?>> domanda Camila uscendo dalla sua stanza, assonnata.
<<In tribunale>> dico.
Mi guarda confusa e sconvolta al tempo stesso. <<Stai scherzando?>>.
<<No. Ci vediamo dopo>> dico scendendo di corsa le scale.
Il freddo é pungente e ringrazio il cielo che il tribunale disti due isolati da casa mia.
Cammino a passo svelto, tentando di affrettarmi per arrivare in anticipo e per scaldarmi.
Quando arrivo davanti all'enorme struttura in pietra bianca percorro velocemente il giardino, diretta all'ingresso. Trovo tre persone; un uomo alto e magro che fa avanti e indietro, una ragazza sui diciotto anni seduta su una delle panchine in marmo e un uomo basso e panciuto che se ne stà in piedi accanto al portone, intento a guardarsi attorno.
<<Emily>>.
Mi volto e vedo Chris venire verso di me. Ha gli occhi sgranati per lo stupore e un mezzo sorriso stampato sul volto.
<<Ehi>> dico.
Fa per abbracciarmi ma si trattiene. <<Non ci speravo più, ormai>>.
<<Ho pensato ti avrebbe fatto piacere>> dico.
Annuisce e sorride. <<Come... stai?>>.
<<Ho avuto giorni migliori. Tu?>>.
<<Vado avanti>>.
Stringo le labbra e lo guardo. <<Sei preoccupato?>>.
Il piercing alla lingua fa capolino attraverso le labbra. Mi mancava questa sua piccole e, apparentemente, insignificante abitudine. <<Abbastanza>>.
<<Andrà tutto bene>> lo rassicuro rivolgendogli un sorriso.
<<Sei venuta quì da sola?>> domanda perplesso.
<<Si>> dico. <<Non dista molo da casa mia>>.
Mi osserva da capo a piedi e sospira. <<Sei bellissima>>.
Arrossisco e abbasso lo sguardo. <<Grazie... anche tu stai molto bene>>.
Indossa una giacca nera, una cravatta grigia, pantaloni neri e scarpe nere lucide. I capelli sono tirati indietro e fissati con il gel. È semplicemente affascinante, ma non mi sembra il caso di esagerare con i complimenti.
<<Come vanno le cose a casa?>> domanda.
Questa domanda mi irrita. Sembra passato un secolo da quando Chris sapeva esattamente come andavano le cose nella mia vita. Sembriamo due ex compagni di classe che non si vedono da anni; la confidenza è svanita con una velocità impressionante. <<Come sempre. Da te?>>.
<<Non sono cambiate. Vivo ancora alla Confraternita>> dice. <<Mamma e papà non sanno neanche del processo>>.
<<La colpa è tua. Avresti potuto dirglielo>> dico.
Annuisce e sospira. <<Non fa niente. Non ho bisogno di loro>>.
<<Avrai sempre bisogno di loro>>.
<<L'unica persona di cui ho bisogno sei tu>>.
Chiudo gli occhi e deglutisco, nervosa. <<Cambiamo discorso>>.
<<Non voglio cambiare discorso>> dice.
<<Piantala... d'accordo?>> dico esasperata.
Non risponde e si limita a fare spallucce.
Restiamo in attesa dell'inizio del processo e tento di ingannare il tempo guardandomi attorno. Chris si è allontanato, andandosi a sedere sulla scalinata del tribunale e fumando una sigaretta. È visibilmente nervoso, ma non posso fare niente per lui.
Sento dei passi in lontananza e voltandomi vedo Zayn, Paul, America, Helena e una ragazza che non ho mai visto prima. Probabilmente si tratta di Hanna, la puttanella con la quale Chris mi ha tradita la prima volta.
Al pensiero del suo tradimento perdo un battito. Ho tentato di dimenticare quel brutto episodio, ma il dolore che sento ancora oggi è davvero insopportabile.

My Everything #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora