L'Iniziazione

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Il giorno prima

<< Luce, solo Luce e ancora luce.

Poi, all'improvviso, arrivava lui, chiamando il mio nome:

- Lena, Vieni! Seguimi! - diceva;

ed io, senza conoscerlo, gli domandavo: - Dove dobbiamo andare? - così, lui sottolineava: - Ti puoi fidare di me! - ed io lo seguivo.

Ad un tratto, però, il mio sguardo lo perdeva nella sala, infinitamente bianca.

- Dove sei? - urlavo; e lui all'improvviso riemergeva, incitandomi a seguirlo:- Vieni! Dai! -

Io lo supplicavo di aspettarmi, ma il panico dentro me e la sensazione di smarrimento si facevano più grandi, così, mi bloccavo per un istante.

Poi, con più volontà di prima, iniziavo ad urlare: - Aspettami! Aspetta un attimo! Aspettaaaaahhh! -

Ma, giù. Una buia voragine mi risucchiava, portandomi via da lui. >>

Era così, che nell'ultimo periodo, terminavano i sogni di Lena; ogni volta, dal nulla, appariva un dirupo nel quale precipitava.

Quei sogni erano tutti uguali: un ragazzo la invitava a seguirlo e lei, sotto l'effetto di una strana attrazione, senza neanche sapere chi fosse, gli andava dietro.

La mattina, appena sveglia, la domanda che poneva a se stessa era sempre: - Chi sarà mai? - ma non esisteva risposta. Ciò che ricordava di lui erano solo i capelli biondi e gli occhi azzurri; tutto il resto era avvolto da un accecante fascio luminoso.

Un altro giorno, comunque, era arrivato e Lena, ancora nel letto, si raggomitolava tra le lenzuola. La stanchezza era tanta; gli incubi la svegliarono ancor prima che riuscisse a sentire suonare la sveglia. Sarebbe volentieri rimasta un'altra ora a dormire, ma il dovere chiamava, così, stropicciandosi gli occhi, emettendo un enorme sbadiglio, scese dal letto alle 6:30 esatte. Andò in bagno, si lavò il viso, i denti e, guardandosi allo specchio, stese le braccia verso l'alto, allungando i muscoli. Dopo essersi vestita, andò in cucina a fare colazione.
Non passò neanche un'ora, che la madre la seguì e nel vederla già in piedi, rimase molto sorpresa. Lena, infatti, era sempre stata una ragazza molto pigra che per riuscire a svegliarsi, oltre alla sveglia sul comodino, doveva sentir suonare anche quella del cellulare; perciò, faceva strano vederla già alzata e pronta.

La madre lanciò un: - Cosa ? - mentre Lena con aria altezzosa, contenta di averla sorpresa, continuò a fare colazione dando un morso"sofisticato", ad una fetta biscottata.

Mamma e figlia, dopo un attimo d'incredulità generale, si salutarono:

- Buongiorno, gattina! -

- Buongiorno, mamma ! -

Nella mente della signora Prous, seguirono mille interrogativi:

- Come?! L'ho chiamata gattina e non ha detto nulla? ... Cosa le è successo? Starà male? Ha la febbre? Forse non ha dormito bene? ¡¡EMERGENZA!! -

Lena, infatti, odiava quel nomignolo che la madre le aveva "appioppato". Ogni volta che veniva tirato in ballo, rispondeva a tono. Ma quella mattina, stranamente, non ebbe nulla da ridire.

La signora Prous continuò:

- Lena, tutto bene ? -

- Sì, mamma, perché?-

- Ti sento un po' strana stamattina. Per caso non ti senti bene? Sei sicura di voler andare a scuola? -

A questa domanda, con poca volontà, Lena dovette rispondere:

Light's Virgins - Il sigillo del male -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora