Capitolo 4

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Attraverso la strada a piccoli balzi, é inspiegabilmente deserta anche se sono le otto passate, probabilmente perché ci troviamo più verso la periferia.

Vado in riproduzione casuale, e lascio che la musica mi inondi le orecchie mentre corricchio superando un passaggio a livello.

Passo vicino ad un parco abbastanza carino, e decido di addentrarmici dentro: tanto prima o poi l'avrei comunque fatto, l'esplorazione è nelle mie vene, come dicevo da piccola quando i miei venivano a ripescarmi in un posto in cui mi ero persa per l'ennesima volta.

Il rumore dei miei passi sul selciato scandisce il ritmo dei miei pensieri: che cavolo ci faccio qui? É il sogno di mia sorella questo, io non studio nemmeno, non ho progetti. Eppure i miei hanno dato per scontato che mi sarei trovata un lavoro adeguato per pagare almeno l'affitto dei prossimi mesi. I primi quattro li hanno pagati loro, che anime caritatevoli, poi mi hanno mollato il pacco. Da sola sono autonoma, più o meno, ma tra quattro mesi dovrò soddisfare tutti i capricci di mia sorella solo con un guadagno di cui non so ancora l'orgine, meglio che mi ingegni in fretta.

"Ehi, guarda dove vai"

Ho urtato inavvertitamente una ragazza riccia, che se ne stava nel bel mezzo del sentiero con una sigaretta i bocca e con un iPhone tutto crepato in mano.

"Scusa, ma eri un pò in mezzo"

Provo ad essere cortese, molto spesso ho dei giudizi troppo affrettati sulle persone, e non mi va di litigare con la prima persona che incontro persino qua a Londra.

"Sono una mente libera, sto dove voglio"

annuncia la tipa, squadrandomi. Indossa un top grigio, e dei jeans a vita alta. Ha degli orecchini enormi e le labbra carnose ma un po' mangiucchiate si strigono intorno alla sigaretta. Direi che piuttosto che venire a correre, sta aspettando qualcuno.

"Perfetto, ma non ti lamentare se poi la gente dalla mente normale ti arriva addosso"

Trattiene un sorriso, poi si sposta, ed io passo senza considerarla. Mi sono già quasi allontanata, quando sento una voce palesemente maschile provenire dal punto in cui c'era la tipa dalla mente libera.

Mi giro incuriosita, e noto che alla ragazza si è avvicinato un ragazzo pelato. Ma che diavolo?

Strani gusti in fatto di tagli di capelli qui a Londra.

Accelero un po' e dò un' occhiata all'ora. Sono le nove e passa, direi che non appena riesco ad uscire da qui é meglio che faccia colazione da qualche parte. Il mio stomaco approva con un borbottio. Il problema adesso è uscire da questo parco che adesso mi sembra un labirinto.

"Ti sei persa?" sento dire dietro di me

Mi giro lentamente, e la ragazza riccia mi rivolge un sorrisetto soddisfatto. Ma ci sono solo lei e il suo amico in questo parco?

"Assolutamente no"

Sposto lo sguardo sul ragazzo. Non è pelato, ha semplicemente i capelli talmente schiariti che da lontano sembra non li abbia. Sono corti, e fanno uno strano contrasto con le lentiggini che ha sparse su tutto il viso. Il finto pelato si decide a parlare, ha una voce pulita e simpatica. É magro, ma ha gli avambracci muscolosi che si intravedono sotto la maglietta bianca. Porta una collana con uno strano simbolo al collo, e ha un anello rosso per ogni dito.

" Lu, secondo me questa è più esperta di noi su questo parco. In effetti, io ci sono venuto solo una volta per ammazzare un paio di tizi, non me lo posso ricordare da allora"

'Da allora'... pensavo di avere soltanto io l'abitudine di parlare in modo un po' più ricercato, spesso mi prendevano in giro, ma forse qua a Londra é normale, o addirittura d'obbligo.

La ragazza riccia alza il mento e lotta per non sorridere

" Già. Beh, nel caso ti servisse, noi stiamo andando verso l'uscita"

"Uscita che io conosco perfettamente"

Dico, allontanandomi a casaccio. Spero di beccarci veramente, ma so già che per la mia sfortuna cronica non sarà così

"Ehi, felpa rossa, é dall'altra parte"
Mi urla il biondo ossigenato, e sento la ragazza ridere

"Oh vaffanculo" dico girandomi di nuovo "Vi seguo"

Loro aspettano che io mi avvicini, e si incamminano verso un sentiero che non avevo nemmeno notato. Dopo pochi minuti siamo all'uscita.

"Penso che abbiamo incominciato con il piede sbagliato, io sono Lu" mi fa la riccia. Le stringo la mano con un sorriso

"Katie"

"Uh, nome non troppo comune...mi piace! Beh io sono Jasper, meglio Jas. E il suo nome intero invece è Lucille, non lo dice mai però, non so perché "

La riccia spintona il ragazzo, e lui ride da bravo stronzo

"Ti capisco fin troppo..." sorrido. Sono simpatici, strani, ma simpatici. Il tipo di gente che avrei voluto come amica, ma da cui i miei mi hanno sempre allontanata, persone libere, senza freni.

Il mio stomaco borbotta, ed io faccio un cenno

"Beh, direi che devo andare a mangiare. Qualche posto da consigliarmi?"

Il ragazzo fa un sorriso furbo

"Seguici, cinque minuti ed arriviamo in paradiso"

Li conosco da due secondi, ma ho molta fame, e stranamente mi ispirano fiducia. Di solito sono molto diffidente sulle conoscenze appena fatte, ma mi ritengo fortunata ad aver incontrato qualcuno di simpatico già da subito, e completamente per caso.

"Forza, cos'hai, due macigni ai piedi felpa rossa? Andiamo, a mezzogiorno il bar chiude" urla Lucille. Che nome...peggio del mio, e mi dispiace per lei ma non posso che esserne contenta.

Le faccio il dito medio già per la seconda volta, ma sotto sotto sto ridendo.

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Ebbene, with a piccolo sforzo, aggiorno al raggiungimento dei 10 voti♡

e i commenti sempre graditi giuro

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