CAPITOLO 19

36 7 3
                                    

SABATO 28 SETTEMBRE

Sentii dell'aria fresca accarezzarmi il volto. Iniziava a darmi fastidio. Aprii gli occhi, erano le nove e mezza. Mi alzai. Ecco da dove proveniva l'aria, la finestra era aperta. Non ricordavo di averla lasciata io, la chiudevo sempre...

Mentre stavo per andare in sala qualcosa attirò la mia attenzione. Sulla scrivania c'era un foglietto.

"Ciao Ari,
Ti ho detto mille volte che dovevo parlarti, e mi tratti di merda.  Perchè vuoi cacciarmi così dalla tua vita?  Non riesco davvero a capire il perchè tu mi stia buttando via come un foglio stracciato. Eri davvero una persa speciale per me, però non lo vuoi capire.Forse si, ho sbagliato a stare zitto quando mi hai detto quelle cose in bagno, ma credimi se ti dico che non immaginavo che tu potessi provare qualcosa per me. Ero scioccato e sorpreso. E quella risposta che non ti ho detto devo ancora dirtela. Non mi importa se non vorrai ascoltarmi, perchè io devo dirti una cosa, troppo importante per essere scritta. Voglio dirtela di persona e guardarti negli occhi. Quindi, sai dove cercarmi, se vuoi ascoltarmi."

Warren, avevi fatto bene ad usare il passato. Erano parole bellissime, parole che si dicono a persone speciali, agli amici. E io gli avevo già detto che non potevo esserlo, perchè credevo di provare qualcosa di più.

E non vuoi nemmeno sentire cosa ha da dirti?

No. Ero stata chiara non lui. Non lo volevo sapere.

Ecco perchè la finestra era aperta... mi aveva lasciato questo foglietto sulla scrivanie entrando da lì.

Presi quel pezzo di carta, lo strinsi al petto e poi lo buttai nel cestino, di fianco alla scrivania.

Avevo detto basta, e non sarei tornata indietro.

Iniziai a prepararmi, tra poco sarebbero state le tre e dovevo con Chloe per prendere un vestito per la festa di questa sera.

Scelsi dei comodi leggins neri, una maglia corta bianca e una felpa. Come scarpe un paio bianche. Mi truccai e lasciai I capelli sciolti. Dopo un po' sentii bussare la porta ed uscii. Insieme ci incamminiamo verso alcuni negozi.

Lei <Per te andiamo in quello dell'altra volta. È perfetto per I tuoi gusti.>

Io <Prima prendiamo il tuo.>

Così entrammo nel suo preferito. Aspettai davanti ai camerini mentre lei con cinque vestiti entrò dentro. Il primo che provò era viola e arrivava sopra alle ginocchia a maniche corte, in vita aveva un nastro nero... era bello ma non il suo genere.

Ne provò poi grigio-argentato.

Lei <Questo?>

Io <Sembri un confetto...>

Ne provò uno blu scuro ma era simile a quello che aveva preso l'altra volta, poi uno bianco ma non le stava molto bene.

Infine ne indossò uno dorato, e le stava benissimo.

Io <Prendi questo, sei fantastica!>

Si intonava benissimo al colore dei suoi capelli.

Lei <Ora tocca a te!> disse, pagò il suo abito e mi trascinò nell'altro negozio. Vidi subito un abito che attirò la mia attenzione. Lo presi ed entrai in camerino. Io a differenza sua non provavo trenta abiti, sapevo che era quello giusto al primo sguardo. Un abito semplice, ma bello.

Era bordeaux corto con la scollatura a cuore e stretto in vita.

Lei <Bellissimo!>

Pagai l'abito e poi andammo nella sua stanza.

~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora