Poggiai i piedi sul freddo pavimenti di quella che era la mia nuova camera, un brivido di freddo mi percorse lungo la schiena.
Nel Pickering (Canada) era pieno inverno, l'aria era umida e la pioggia batteva contro i vetri della mia finestra.
Afferrai gli abiti più caldi che avevo senza far caso al colore e all'abbinamento e cercai il bagno in quella casa a me ancora sconosciuta.
Percorsi un lungo corridoio e in fondo intravidi un lavabo, accelerai il passo tirando un sospiro di sollievo.
D'improvviso un ragazzo dai capelli castani e la carnagione pallida mi tagliò la strada sbattendomi la porta del bagno in faccia.
Alzai gli occhi al cielo e sussurrai: "buongiorno anche a te."Rimasi in mobile aspettando che il ragazzo uscisse dal bagno.
Dopo qualche minuto riapparse:
"cosa guardi? Non hai mai visto un ragazzo in boxer?"
D'impulso i miei occhi guardarono verso il basso , arrossì violentemente notando un cenno di erezione sotto quel flebile tessuto nero.
"Posso usare il bagno?" Chiesi mordendomi l'interno della guancia dal nervosismo.
Lo facevo spesso quando ero nervosa o ansiosa."Quindi dovrò condividere il mio bagno con te?" Sottolineò la parola 'mio' alzando il tono di voce e cominciò a guardarmi con aria divertito.
"Io sono Luna" sussurrai mentre un sapore ferroso mi invadeva la bocca.
"Sisi, come vuoi. Il bagno è tutto tuo"
Si allontanò continuando a fissarmi con un ghigno divertito mentre tornava in camera sua.Non poté fare a meno di notare i suoi glutei sodi e ben delineati.
Mi chiusi in bagno e tirai un sospiro di sollievo.
La giornata non poteva cominciare in modo migliore, il mio cosiddetto "fratellastro" era un ragazzo odioso anche se devo ammettere che era un gran bel ragazzo, corpo ben definito, quei capelli arruffati ti facevano venire voglia di affondarci le mani dentro, quelle labbra carnose, quel sorriso convinto e non dimentichiamoci del culo.Cominciai a farmi scivolare l'acqua bollente lungo il corpo mentre pensavo a come sarebbe stata da ora in poi la mia vita.
Mi posizionai davanti al grande specchio, asciugai i miei ricci color rame e cercai di nascondere quelle lentiggini che tanto odiavo con un po' di trucco.
Misi il mio maglione color crema e un paio di pantaloni neri invernali.Scesi le scale con un po' di timore seguendo l'odore di bacon che proveniva dal piano inferiore, entrai in cucina e spalancai gli occhi:
Una tavola imbandita mi si piazzò davanti.
La signora Mendes era alle prese con i fornelli, quando mi vide, mi fece un sorriso dolce, cercai di ricambiare senza sembrare troppo impacciata e poi tornò alle prese con la colazione."Su siediti luna" disse il marito distogliendo lo sguardo dal giornale per qualche secondo, nel suo piatto c'erano residui di bacon.
"Buongiorno" urlò la voce appartenete al ragazzo che avevo incontrato poco prima.
"Buongiorno figliolo" esclamò il signor Mendes mentre prendevo posto a tavola.
"Shawn lei è Luna" disse la donna distogliendo lo sguardo dalla pentola e concentrandosi sul figlio.
"Si ciao Luna" disse addentando un po' della sua colazione, mi limitai a sorridere prima di perdermi sulle vene gonfie sulle sua braccia.
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Don't call me baby.
RomanceUn'altra città, un'altra casa. Altri finti genitori, altri finti fratelli. Sono così stanca di non appartenere a nessun posto, sono stanca di essere trattata come un pacco postale, probabilmente sono stanca di vivere. Mi chiamo Luna, ho 16 anni, son...