Ricordi

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Le sue mani mi strinsero i fianchi, e allora capì che era più sveglio di me. Con imbarazzo, abbassai lo sguardo, e lui cercò le mie labbra quasi con insistenza. Non ne capivo il motivo, oppure semplicemente lo ignoravo. Ero pronta per donarmi a lui? Se avevo deciso di incasinarmi la vita a causa sua, perché non dovrei farlo? Era inutile porsi tante domande in quel momento, dovevo agire con il cuore, non con un contorto ragionamento. I suoi occhi parevano preoccupati, cercai di sorridergli, sperando che non avesse notato la guerra che si combatteva in me.

<<Scusami, mi sono fatto trasportare>>, deglutì, cercando di ricomporsi.

<<No, mi è piaciuto, invece>>, gli dissi.

<<Non voglio che tu pensa male di me, ma è impossibile... insomma, ti ho strappato dal luogo in cui sei cresciuta, dal tuo Shawm e da tua zia. Sono un essere spregevole>>, si maledì.

<<E' vero, hai commesso queste azioni. Ma non sei un essere spregevole. Sei la ragione per cui ho deciso di vivere. Ho deciso io di venire con te, di ricordarti e, soprattutto, amarti. Capisco che è stato un amore malato, fuori dal comune, ma... voglio viverlo sulla mia pelle, e non immaginarlo e basta>>, lo incoraggiai. In fondo, non era colpa sua. Era solo confuso e frustrato.

Un largo sorriso mi scaldò il cuore, e gli accarezzai i capelli per poi far andare la mia mano destra su una sua guancia. Lo guardai, ammaliata da tanta perfezione distruttiva. Il suo sguardo era indecifrabile, e due braccia mi strinsero forte contro di lui; rimasi sorpresa, ma mi accorsi che era rimasto immobile, a un soffio dalle mie labbra. Forse, aveva temuto la mia reazione... restammo a fissarci per un tempo indefinito. Mi morsi il labbro inferiore, e quando finì di farlo, me lo morse lui e la trovai una cosa perversa e dolce allo stesso tempo. Gli strinsi le spalle quando il bacio cominciò ad intensificarsi, e lui riprense a stringermi sempre più forte; quando cominciò a scendere e a baciarmi sul collo, sentì la pelle bruciare e non solo quella, anche il cuore batteva più del solito, talmente tanto da sentirlo sul collo e sentire la temperatura salire.

<<Credo che sia meglio fermarsi qui>>, deglutì con l'affanno.

<<Cosa? Perché?>>, chiesi contrariata.

<<Potrei perdere il controllo>>, ammise.

<<E quindi? Ti sembra una buona scusa? Hai avuto il coraggio di farmi perdere la memoria, di avermi fatta scappare dall'ospedale, di avermi fatta innamorare di nuovo di te, e ora te ne esci così!?>>, sbottai. <<Se le cose stanno così, forse è meglio che sparisca>>, cercai di alzarmi, ma mi trattenne. Non volevo guardarlo, avevo solo tanta confusione in testa, e avevo bisogno di una boccata d'aria fresca.

<<Allora scusami se sono spaventato>>, mormorò.

<<Spaventato... da cosa, Justin?>>.

<<Da me stesso. Dai miei impulsi>>, ammise infine.

<<Tu sei spaventato da te stesso, ma non sei spaventato da tuo zio o che so io, dalla polizia che potrebbe scoprirci da un momento all'altro? No perché, se non ti è chiaro, tu mi hai rapita. Okay?>>,cercai di farlo capire.

Sembrò pensarci su, e il suo viso si illuminò appena realizzò il tutto <<volevo solo fare l'amore con te. Ma forse, non sono ancora pronto...>>, si giustificò.

<<Allora sei un fallito. Se non ci provi, non lo saprai mai... Juss>>, lo incoraggiai. Mi sedetti su di lui, e avvicinai il mio viso al suo <<allora, cosa vuoi essere?>>, gli chiesi a quattrocchi.

<<La tua ragione di vita>>, dichiarò. L'attimo dopo eravamo di nuovo labbra contro labbra, e quel momento non sarebbe mai finito, perché ne ero certa.

Fu un momento intenso, delicato, forte e passionale. Mi tolse i vestiti con delicatezza, sentì il profumo della mia pelle, baciò ogni centimetro del mio corpo, e mi sentì sua in tutti i sensi. <<Sei magnifica, Jess>>, sussurrò al mio orecchio, mentre la sua mano varcò la soglia della mia intimità. Mi strappò un gemito, e mi aggrappai a lui chiudendo gli occhi, godendomi il momento e un'immagine di noi stesi sull'erba mi balzò nella mente.

<<Perché ti comporti così?>>

<<Perché so cosa significa lottare da soli. E a volte non ci riesci>>, mi rispose guardandomi con uno sguardo duro, ma anche ferito. E molto.

<<La tua lotta è finita?>>

<<Oh, al contrario. È appena iniziata, Jess>>. Volevo tanto proporgli di aiutarci a vicenda, ma ero come bloccata. Forse per paura della sua reazione.

<<Beh, guarda il lato positivo. Non sei il solo sofferente a questo mondo>>, dissi sorridendogli cercando di risollevargli il morale.

<<Sì. E credo anche che in due si lavora meglio. Sai, come il sesso. Che senso avrebbe farlo da solo, senza complicità fisica o chimica? Nessuno. Per questo, ti propongo di aprirti a me. Lo farò anch'io. Un giorno>>

Stavo riavendo un sacco di ricordi riguardanti Justin e realizzai che i suoi baci mi erano mancati più della libertà che avevo assaporato qualche ora fa.

<<Fammi tua per l'ennesima volta, Juss>>, gli mormorai presa dall'eccitazione.

Era sopra di me, completamente nudo. Sembrava un dio greco da quanto era perfetto... entrò in me, e mi sentì piena. Cominciò a muoversi, e i nostri affanni, i nostri versi, i nostri baci... erano perfettamente sincronizzati e ormai, ricordavo tutto. La gola era secca, il corpo trasudava di sudore, eppure era un momento magnifico, e avrei voluto che non avesse una fine. In parte, fu così perché facemmo l'amore per tutta la notte, con coccole e carezze. E fu semplicemente la notte più bella della mia vita.

<<Cosa... faremo adesso?>>, gli chiesi mentre lo abbracciavo.

<<Partiremo, Jess. Lasceremo tutto e tutti un'altra volta. Ho una casa di proprietà acquistata grazie a un lavoro ben pagato>>, si vantò.

<<Droga?>>, chiesi contrariata.

<<Molto meglio. Musica. Ho pubblicato alcune canzoni quando eri in cura, e sono piaciute a molte persone>>, mi sorrise <<e questo... grazie a te>>.

<<Quindi, alla fine sono stata una medicina efficace?>>.

<<Molto più che efficace. Mi hai conquistato e non me ne sono accorto>>.

<<Justin...>>, mormorai imbarazzata. Volevo dirgli una cosa molto importante, ma forse non mi aveva sentita perché pareva ignorarmi.

<<Ti amo, Jessica>>, le mie guance diventarono rosse dalla dichiarazione. Sapevo che era innamorato di me, ma sentirselo dire fa tutt'altro effetto.

<<Ti amo, Justin>>, sorrisi guardando le nostre mani intrecciarsi.

Presto, avremmo cominciato una nuova vita, spero, migliore di quella che stavamo vivendo.

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