9. Sei geloso, per caso?

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  Erano due solitudini che si desideravano ma non sapevano ciò che le divideva 
(

Fabio Volo) 


HARRY'S POV

"Ti piacerebbe rimanere a cena?" mi chiese Bea mentre guardavamo Malattie imbarazzanti comodamente seduti sul divano di casa sua. 

"Ti piacerebbe rimanere per sempre?" urlò di rimando la sua coinquilina mentre era in cucina. 

"Riesci a non farti gli affari degli altri?" chiese Bea urlando anche lei. Shay sbucò dalla cucina riservando a lei il dito medio e al sottoscritto un bacio volante, per poi chiudersi in camera.  

Quando un'ora prima io e Bea eravamo entrati in casa, Shay era rimasta per minuti ad osservarmi senza dire una parola fino a quando le avevo dato la mano per presentarmi. Le reazioni delle persone quando mi vedevano mi facevano ancora sorridere, nonostante ormai fossi abituato.

"La cena va benissimo" acconsentii ridendo sotto i baffi. 

Bea si alzò entusiasta dal divano e io la imitai seguendola in cucina.

"Ammirevole! Sai quello che fai, Clarke!" ammisi seduto sullo sgabello della penisola, mentre la osservavo affettare minuziosamente la cipolla.

"Te l'avevo detto che so cucinare e poi mi sottovaluti troppo tu" disse indicandomi con il coltello. Certe volte mi spaventava, davvero. 

"Quando mai l'ho fatto? Sentiamo!" 

"Ad esempio quando mi hai dato del maschiaccio solo perché guido una moto" rispose riprendendo a cucinare.

"Non mi hai ancora dato prova di essere femminile" la provocai con un ghigno malizioso.

"Ah no? Vedrai Styles, vedrai"

"È una minaccia?"

"No, più che altro è un avvertimento"

Mi divertivo a scherzare con Bea, lei stava al gioco e non era per niente intimorita da me come spesso capitava con le altre ragazze. Mi ritrovai ad osservarla mentre rigirava il sugo nella pentola. Non potei fare a meno di notare quanto fosse bella. Ero abituato ad avere a che fare con modelle meravigliose con fisici mozzafiato; ma la sua bellezza non era così banale. Non era per i suoi capelli biondi o per i suoi occhi incredibilmente azzurri. No, lei era bella per il suo accento italiano un po' marcato, per il fatto che quando sorrideva le spuntavano delle leggere fossette e la trovavo bella pure quando indossava abiti orribili, come le bermuda con Mickey Mouse che portava in quel momento.

Mi ero accorto che Bea mi piacesse fottutamente nella settimana in cui non ci eravamo visti. Avevo ripensato per tutto il tempo a quando mi aveva aiutato all'Heaven, alle nostre confidenze in Texas, al vuoto all'altezza del petto quando mi aveva detto di non voler più avere a che fare con me al di fuori del lavoro e alla delusione quando la vidi abbracciata a Marco. Mi sentivo un coglione completo e avevo provato a togliermela dalla testa, ma non c'ero riuscito. Ogni volta che la vedevo, volevo abbracciarla e passare del tempo con lei. 

C'era, però, un piccolo problema e cioè che lei era la mia manager. Stagista, ma pur sempre una manager. Sam, uno degli altri della Modest!, qualche giorno prima mi aveva espressamente detto che non dovesse passarmi nemmeno dall'anticamera del cervello di provarci. Come cazzo avesse fatto a sapere del mio interesse per Bea non lo sapevo nemmeno io. Ne avevo parlato in confidenza solo con Liam ed ero certo che lui non avesse fatto la spia; su Liam si poteva contare. Sì, anche di Niall e di Louis mi fidavo, ma loro erano più cazzoni e di sicuro qualche battuta deficiente l'avrebbero fatta. 

Managing your life ○ hes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora