Capitolo 6

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Mi sento costretta a dover stare bene.

Costretta a soddisfare i miei genitori senza avere la possibilità di deluderli.

Sono costretta a tenermi ciò che provo per me,
solo per me.
Ho ricominciato a vomitare, ormai quasi ogni giorno.

Pensavo fosse solo una cosa passeggera, invece non lo è.

Mi sento costretta anche a vomitare, perché non posso saltare i pasti, o deluderei i miei genitori.

Li deludo ogni giorno e se capissero che io sto di nuovo male, che vomito, che calcolo di nuovo le calorie e che non sono più tranquilla con il cibo e con la mia immagine, mi odierebbero, mi tratterebbero solo come un peso, e forse lo sono.

Mi sento come tre anni fa, quando tutto ha avuto inizio.

Costretta a vomitare anche se dentro di me non volevo.

Dire a me stessa "non serve calcolare le calorie, basta mangiare di meno" per poi calcolare tutto, ogni caloria, ogni grammo approssimando per eccesso.

Contare le pennette di pasta mentre le mangio.
Decidere un tot di quelle e mangiarne tre quarti.

Ed io ho paura.

Paura a parlarne con chiunque perché io ormai sono "guarita", secondo tutti, ed io non posso stare male.

Come se non fossi autorizzata, come se fossi ormai troppo grassa per poter stare male.

Le persone non capiscono, preferiscono evitare i problemi finché non sono talmente evidenti da non poterli ignorare, e solo allora forse provano a fare qualcosa, non riuscendoci perché troppo tardi.

Se ne accorgono solo quando ormai stai morendo, fisicamente, psicologicamente.

Montagne russe, una vita borderline.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora