Ali POV.
Due giorni al mio compleanno e il tempo non ne voleva sapere di migliorare. Certo, nel mio caso "migliorare" è ciò che per gli altri significa peggiorare. Si, amo quando piove e fa freddo. Quando le nuvole rendono il cielo grigio scuro, la nebbia invade la città rendendola più misteriosa e la pioggia o la neve la ripuliscono. Il freddo mi sa di pulito.
Nonostante fosse oggi il 20 Dicembre e abitassi in montagna, non un fiocco di neve era sceso dal cielo. Che tristezza. L'ultimo giorno di scuola era passato e le vacanze di Natale mi permettevano di gironzolare fin dal mattino per le stradine di montagna. La valle in cui abitavo era una conca circondata su tre lati da montagne, prima basse e piene di boschi, poi alte con le punte coperte di neve (purtroppo per me troppo lontane da raggiungere).
I boschi in cui mi aggiravo quel giorno non li conoscevo bene, mi ero inoltrata tra gli alberi più del solito, dato che ero partita la mattina presto. Quando ero stanca mi sedevo su una pietra o salivo su un albero a mangiare la frutta che mi ero portata dietro.
Più salivo più faceva freddo (evvaiiiii! ). Mi decisi a risalire il corso di un ruscello e dopo un'ora di cammino intravidi una luce bianca tra gli alberi. Sorpresa, nonostante la fatica, iniziai a correre e mi ritrovai in una radura ghiacciata. Gli alberi intorno erano altissimi e completamente ricoperti di ghiaccio e neve. Il terreno era pieno di bianchi steli d'erba. Con gli scarponi che scricchiolavano sulla neve mi avvicinai a quella che sembrava una tomba. Non lo era, era una pietra enorme conficcata perpendicolarmente nel terreno. Era al centro della radura e sembrava che il freddo e il gelo emanassero da quella. Sopra c'era scritto un nome, in inglese.
-Jack Frost?-
Un attimo dopo averlo detto la temperatura calò ancora di più.
-Who said my name?-
Disse una voce dietro di me, in inglese. Mi girai e mi trovai davanti un ragazzo alto, dai capelli bianchi e gli occhi incredibilmente chiari. La sua pelle era pallida e bianca. Stava a piedi nudi nella neve, con in mano un bastone più alto di lui e ricurvo a un'estremità.
Jack POV.
Tornak avanzò di soppiatto dietro al muretto, la palla di neve pronta nella mano. La ragazza non se lo aspettava, stava facendo girare un cumulo di neve per terra per fare la testa del pupazzo di neve. Il ragazzino si alzò e... Lanciò la palla dritta in faccia alla ragazza! Bella mira! La ragazza cadde sopra la testa del pupazzo, sputacchiando neve da tutte le parti. Il fratellino si era girato e aveva avvistato Tornak, che intanto era caduto a terra dalle risate. In un attimo il fratellino aveva fatto tre palle di neve e le aveva scagliate contro Tornak, ora con la neve che gli scendeva giù per la schiena. Si scatenò una battaglia a palle di neve tra tutti i ragazzini della scuola. Scesi dal mio bastone e iniziai a correre tra loro, facendo apparire palle di neve e ghiacciando laghetti d'acqua. Finalmente qualcuno mi vedeva! Un paio di bambini si giravano al mio passaggio e facevano uno sguardo confuso, io li salutavo con la mano e regalavo loro il mio dono, il divertimento. I bambini sorridevano e tornavano a giocare col mio nome sulle labbra.
-Jack Frost?-
Questa voce... Non veniva dai bambini. Veniva da uno dei Cuori. In un attimo mi ero volatilizzato.
Ero apparso in un boschetto, in Italia, a centinaia di chilometri di distanza da dove mi trovavo un attimo prima. Davanti a me c'era una persona, di schiena, vestita in modo molto leggero nonostante si trovasse in montagna. Aveva un cappello verde e una giacca primaverile, jeans e scarponi. -Who said my name?-
Chiesi. La persona si girò di scatto. Era una ragazza, coi capelli scuri tra il marrone e il nero che le scendevano disordinati sulla giacca e grandi occhi marroni. Le ripetei la domanda, poi capii che dovevo cambiare lingua.
-Chi ha detto il mio nome?-
Le chiesi. Non mi rispose ancora.
-Parli italiano? Inglese? Tedesco? No perché col tedesco ho qualche difficoltà.-
Si riscosse.
-No, no, italiano va bene. Grazie. Chi sei?-
-Il mio nome è Jack Frost. Il tuo invece?-
-Puoi chiamarmi Ali. Da dove spunti fuori?-
-Attualmente dalla Russia, ma quella che chiamo casa è una città chiamata Burgess, in America.-
-Non intendevo quello, ma come hai fatto a sbucare così, dal nulla. Non c'eri un attimo fa.-
-Hai detto il mio nome.-
Stette in silenzio, aspettandosi qualcosa.
-Non basta come spiegazione, sai? Le persone normalmente non sbucano fuori dal nulla solo se viene pronunciato il loro nome.-
-Ehm bé, in effetti io non sono una 'persona', non come lo sei tu, e, anche se spesso neanche io 'sbuco fuori dal nulla' come se niente fosse, è diverso quando viene letto il mio nome sul Cuore della montagna. -
-Che sarebbe?-
- Quell'enorme pietra è il Cuore. È quello che protegge la montagna e chi ci vive ed è quello che deve a sua volta essere protetto. Da me. Sai, un compito in più oltre a quello di Guardiano.-
-Guardiano? Che tipo di guardiano?-
- La smetti con le domande? Cosa ci fai tu qui?-
-Stavo passeggiando e ci sono capitata per caso.-
-Non si capita in questi posti 'per caso'.-
Feci il segno delle virgolette, mentre le giravo intorno per avvicinarmi al Cuore. Qualcosa non andava, le persone normali non capitavano in quei posti, soprattutto per caso. Che fosse una compagna di Pitch? Un altro essere scelto dall'uomo nella Luna? Eppure sembrava una tipa normale. Niente ali, niente armi, neanche i capelli di un colore strano. Non mi stava attaccando, non era terrorizzata. Il Cuore le aveva permesso di vedermi, altrimenti non ci sarebbe riuscita. Era già troppo grande per credere a Babbo Natale. E in me. Continuai a fissarla, e lei incrociò le braccia. Timida? Feci un sorrisetto ironico, mi veniva voglia di prenderla in giro. Allungai una mano sul Cuore. Era così freddo che chiunque altro ci avrebbe lasciato le dita attaccate. Stava bene, per fortuna.
-Come fai a stare a piedi scalzi?- Mi chiese.
-Puoi chiamarla una mia capacità. Non sento il freddo.-
-Uh, sei uno di quelli del Guinnes dei primati che nuotano nell'acqua gelata? Come ti invidio...-
La guardai.
-Neanche tu scherzi, eh. Ci saranno cinque o sei gradi sotto zero fuori dalla radura, almeno una decina in meno qua, e tu hai solo una giacchetta.-
-Amo il freddo, tutto qua.-
-Bene, ora... Vattene.-
-Come scusa?-
-Hai capito.-
-Tu non mi dici cosa devo fare! Neanche ti conosco!-
Ora le sua braccia incrociate avevano un significato abbastanza esplicito.
-Okay, Sorry, ti va di andare a parlare da un'altra parte? Please?-
-Ammettilo, hai freddo.-
-Non c'è essere che senta il freddo meno di me. Ora, ti prego, se vuoi seguirmi...-
Mi allontanati dal Cuore, sperando che mi seguisse. Sentivo l'urgenza di allontanarla da quel posto. Stavo per uscire dalla radura quando sentii i suoi passi dietro di me.
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Jack Frost Cuore Di Ghiaccio.
FanfictionFinalmente in Italiano una fanfic di Jack Frost, il bellissimo protagonista di 'Le 5 leggende'! Ali è una ragazza normale, forse un po' sfigata e con un gran bel caratteraccio! Per caso si ritrova in uno dei luoghi protetti dal principe dell'inverno...