Capitolo 1

53 2 1
                                    

LUCA POV

Salve, mi presento sono Luca Ferri, ho quasi ventinove anni e sono di New York. Faccio parte di una famiglia molto ricca e molto potente di questa zona. I miei genitori sono a capo di un gruppo internazionale di alberghi a quattro e cinque stelle, la loro catena di alberghi si chiama "Ferri Group International", sono sempre in giro per vedere come funzionano al meglio le loro attività.

Io e mia sorella Giada, siamo quasi sempre da soli e dato che lei ha soltanto sedici anni e va ancora a scuola, sono io a dovermi occupare di lei. Per quanto riguarda me, sono alto, frequento la pallanuoto, ho i capelli neri molto corti tirati su col gel, occhi color nocciola, degli addominali da paura ed ho un difetto molto grande. Mi piacciono le donne. Mi piace stare con loro, per puro piacere carnale. Non ho ancora trovato la persona giusta. Sono stato fidanzato con una ragazza per tutta la durata del liceo ma, quando la scuola è finita e lei ha scelto di seguire una scuola di moda a Parigi e la distanza era troppa, la gelosia non aveva limiti e alla fine abbiamo pensato che la cosa migliore per tutti e due era separarci e, anche se a malincuore, l'abbiamo fatto. Ora sono di nuovo solo, in cerca di un amore perfetto, di una donna perfetta che mi sappia amare per quello che sono e non per la fama che i miei genitori con gli anni si sono creati.

Nel frattempo, la mia vita si divide in due: da una parte c'è il mondo della pallanuoto e le donne e dall'altra, oltre ad esserci i miei genitori che, stanno pochissimo a casa, ho la mia sorellina. La adoro, lei occupa la maggior parte del mio tempo. Mi piace moltissimo stare con lei, l'aiuto a fare i compiti, nelle faccende domestiche e le do qualche consiglio quando deve uscire con dei ragazzi.

ELENA POV

<<Qui serve urgente un idraulico. Elena occupatene tu di chiamarlo>>. Elena qui, Elena la, ecco cos'era quello che facevo ultimamente. Lavorare sodo per permettere alla mia famiglia una vita abbastanza normale e per permettere ai miei genitori di prendere le medicine al mio fratellino di soli sette anni che, sfortunatamente è stato colpito da un cancro. Dopo aver chiamato un idraulico, mi diressi alla reception per chiedere ai miei capi di dovermi assentare per rendermi utile alla mia famiglia.

Vedendo che c'era la signora, avvicinandomi, dissi:<<Mi scusi, ho svolto tutti i miei compiti. Le potrei chiedere di assentarmi per andare ad aiutare la mia famiglia?>> Lei mi rispose:<<Certo, Elena. Ma, come hai intenzione di tornare a casa?>> Le dissi:<<Non si preoccupi, prenderò un autobus. Se non le servo più andrei, altrimenti faccio tardi e rischierei di non prenderlo>>. Lei mi rispose:<<Sei sicura che non vuoi un passaggio? Ti ci potrei portare io, potrei chiederlo a mio marito oppure posso chiamare mio figlio e potrebbe farlo lui>>. Le dissi:<<Non si preoccupi signora Alice. Non c'è bisogno che si disturbi così tanto per me. Prenderò un autobus, non fa nulla>>. E, dopo aver ottenuto il suo permesso, andai a prendere le mie cose e mi recai alla fermata. Appena arrivata, c'era un casino di gente. C'erano giovani, coppiette sposate, coppie di anziani e coppie di amici. Arrivò l'autobus e, come avevo previsto, si riempì subito, lasciandomi fuori. Decisi così di incamminarmi verso casa. Odiavo passeggiare per le stradine strette e, per raggiungere casa mia, dovevo farlo per forza.

C'erano due ragazzi che stavano discutendo e, cercai di fare il prima possibile per arrivare in una strada più trafficata senza essere scoperta ma, sfortunatamente, cantai vittoria troppo presto. Purtroppo si accorsero di me e, iniziai a preoccuparmi. Era buio e, questo non giocava a mio favore. Infatti, mentre cercavo di raggiungere al più presto la strada più affollata, sentivo dei passi dietro di me, segno che mi stavano seguendo. D'improvviso, sentì una risata partire alle mie spalle, seguita da una voce che diceva:<<È inutile che tenti di scappare. Tanto non hai via di scampo>>. Prima che tentassi di capire cosa stesse succedendo, venni presa per un polso e sbattuta al muro. Stava per accadere l'irreparabile ma, d'improvviso uno sconosciuto mi salvò e, dopo aver picchiato quei due e chiamato la polizia, mi si avvicinò e disse:<<Sta bene signorina?>> Gli risposi:<<Si, grazie per avermi salvato la vita>>. Lui mi disse:<<Venga, l'accompagno a casa>>. E, dopo esserci messi in macchina e dopo avergli dato l'indirizzo, mi accompagnò a casa, dopodiché andò via.


Allora cosa ne pensate? Vi piace l'inizio di questa storia? Cosa accadrà adesso? Non vi resta che attendere il prossimo capitolo per scoprirlo! Un bacio a tutti!!!

La mia ancora di salvezza sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora