<<Hey girl!>>
La porta della mia stanza si spalanca e ne entra Ally.
Io sono appena uscita dal bagno. Appena sono tornata a casa, dopo che Taylor mi ha riaccompagnata, ho fatto un bagno caldo che è durato un'ora buona.
Sono ancora avvolta nell'accappatoio e mi sto asciugando i capelli.
Ally fa il suo ingresso nei suoi jeans skinny attillatissimi neri e nella sua t-shirt, coperta in parte dalla giacca di pelle che indossa.
In mano porta un borsone enorme ed io ho già un'idea sul perchè lei sia qui, ma decido comunque di chiarirne il motivo, non che non mi faccia piacere: ultimamente non stiamo più insieme come prima.
<<Che ci fai qui?>> Le chiedo, conoscendo già la risposta, cercando di sovrastare il rumore dell'asciugacapelli.
Le lancio un'occhiata e torno a guardarmi allo specchio.
Lei mi guarda sarcastica.
<<Secondo te? È da tanto che non stiamo un po' insieme. Quindi... preparati per un pigiama party indimenticabile. Stasera non si dorme!>> Comincia ad urlare, ma fortunatamente sto ancora asciugando i capelli e le sue urla sono attutite dal suono del phon.
<<Ho saputo quello che è successo>> dice subito dopo, facendosi seria.
Rinuncio ad asciugarmi i capelli, almeno per il momento, e sospiro, girandomi verso di lei.
<<Chi te l'ha detto?>> Chiedo, andandomi a sedere accanto a lei sul letto.
<<Taylor. Mi ha anche consigliato di venire qui. Peró...>> fa una pausa e si gira per poi iniziare a frugare nel borsone.
<<Queste le ho portate di mia spontanea volontà>> sorride.
Mette in bella mostra due bottiglie di vodka, una alla fragola, la mia preferita, e l'altra a pesca.
Scoppio a ridere e lei con me.
Meglio prepararsi psicologicamente a questa serata.<<E Adam?>> Le chiedo con la voce impastata.
Sono abbastanza ubriaca. Ho perso il conto al quarto bicchiere di vodka, ma credo di aver bevuto abbastanza visto che ormai la prima bottiglia è andata e stiamo ridendo entrambe senza un motivo valido.
Stranamente Ally sta bevendo con me, considerando il fatto che lei non beve mai.
Fa una smorfia disgustata, seguita da un lamento, poi si lancia di schiena sul letto ad una piazza e mezza.
<<È davvero uno stronzo. Mette qualunque cosa prima di me.>>
La guardo confusa e aggrotto le sopracciglia, Taylor mi ha contagiata.
<<Spiegati meglio.>>
<<Le partite di calcio, gli allenamenti, gli amici... sembra che io venga dopo tutto questo. Non mi piace essere la ruota di scorta. Quella che, quando non ha niente da fare e i suoi amici non ci sono, chiama per stare in compagnia. Non mi va giù.
Ieri sera dovevamo andare al cinema, l'appuntamento era per le otto, dieci minuti prima, mentre io ero ad aspettarlo già pronta, mi chiama dicendomi che l'allenatore l'aveva chiamato e doveva correre ad una partita. Mi sono innervosita talmente tanto che gli ho staccato il telefono in faccia e l'ho spento.
Quando l'ho riacceso ho trovato una miriade di chiamate da parte sua ma...>> si morde il labbro.
<<Non so se voglio parlargli ancora dopo questo.>>
Sbuffa sonoramente e si picchia la mano sulla fronte.
Mi tiro su con un lamento e la raggiungo, stendendomi al suo fianco.
<Ascolta Ally. I ragazzi sono tutti stronzi, ok?>> biascico con una voce che non sembra la mia. <<Ma Adam ti ama davvero. Insomma come puoi dire che mette tutto prima di te? Sono sicura che preferirebbe un milione di volte stare insieme a te piuttosto che con gli amici. Ma la partita era una cosa importante e lo sai anche tu.
Prendi Taylor. Se ne va senza darmi spiegazioni e non ho idea di quello che faccia e dove sia quando non risponde alle mie chiamate e sparisce per giorni. Cosa dovrei pensare io?
Quindi alza quel culetto perfetto, prendi il mano il telefono e chiamalo! Corri!>>
Inizio a ridere come una pazza senza un apparente motivo. Ma la cosa strana è che nella mia risata non c'è niente di divertente, c'è solo la mia immensa tristezza nel ritrovarmi in una situazione del genere, a parlare con mia cugina di quanto il suo ragazzo sia perfetto e a darle consigli, quando io per prima non so gestire una relazione.
<<Amber sicura di stare bene?>> Come al solito Ally sonda subito il mio umore.
<<No. Per niente>> sospiro.
<<Sai cosa mi ha detto? Che è pericoloso che io sappia quello che fa. Pericoloso! Esilarante>> faccio una risata amara, seguita da uno sbuffo.
Ally mi guarda e per un attimo vedo una nota di nervosismo nel suo sguardo. Ma purtroppo non riesco bene a capire se quello che ho visto sia reale perché sono ubriaca e posso facilmente essermi sbagliata, e perché ha subito distolto lo sguardo dal mio.
<<Non mi riferivo solo a quello. Parlavo anche di tuo padre. Tutto ok? So che a volte può essere molto difficile sopportare il suo carattere. Mamma mi ha detto tutto quello che tua madre le ha raccontato sulle sue pretese riguardo il vostro futuro. E poi questo... quello che ti sta facendo non è giusto, tutti sappiamo quanto tu ci tenga a diventate medico.>>
<<Non dirlo a me. Non è per niente tutto ok. Mio padre è un uomo difficile ma non posso scacciare la paura che lui stia diventando come il nonno. Non lo voglio, non sarebbe per niente piacevole.>>
Senza dire nulla, Ally mi abbraccia e rimaniamo per un tempo indefinito in questa posizione, a crogiolarci ognuna nelle proprie paure ed insicurezze.
<<D'accordo, basta così. Finiamo questa birra e prendiamo la situazione di petto. Tu chiami Taylor ed io chiamo Adam. Ci stai?>>
La guardo per qualche secondo senza dire niente, spiazzata dal suo comportamento improvviso. Io sono ancora persa nei miei pensieri ed abbastanza frastornata.
Quando realizzo quello che ha detto fino in fondo, accetto volentieri e passiamo un'altra ora a bere ed a lamentarci di quanto, secondo noi, la nostra vita faccia pena.
Ora, lei è andata nell'altra stanza a parlare con Adam, io sono qui a fissare il telefono non sapendo se chiamare Taylor.
È l'una di notte: sarà sveglio.
E se non lo è?
Forse è meglio non chiamarlo, potrei svegliarlo.
Ma no, non è il tipo che va a letto presto.
Ora lo chiamo.
No, meglio di no. Ci penso un altro po' e domani lo chiameró.
Peró domani potrei non avere il coraggio che ho ora, grazie all'alcol.
E poi se non lo chiamo cosa diró ad Ally quando tornerà?
Ok, lo chiamo.
Senza pensarci un minuto di più, digito il pulsante di chiamata, mentre vado a sedermi alla finestra.
Quando sono un po' giù, mi siedo sempre sul bordo della finestra di camera mia, le gambe penzoloni verso l'esterno, lo sguardo fisso su Miami di notte e la speranza di non cadere e schiantarmi al suolo.
Il telefono squilla, ma nessuna risposta da parte di Taylor.
Avevo ragione: starà dormendo.
Ma no, cosa dico?
Provo a richiamarlo ma, ancora una volta, non risponde.
Dopo aver provato venti volte a chiamarlo, ci rinuncio, arrabbiata più che mai.
Le mie mani scorrono da sole sulla schermo del telefono e rimangono a fissare un numero in particolare.
Decido di non pensarci troppo, come ho fatto con Taylor, perché proprio per colpa sua potrei rinunciare, e premo sul pulsante di chiamata.
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PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017
Teen Fiction"Perché questo dovrebbe essere l'amore: un mare di emozioni che non ha freni, e tocca a te decidere se domare le sue onde o lasciarti trasportare." Amber, una ragazza estroversa e solare, all'ultimo anno del liceo, diciassette anni, ma ne sta per co...