L'amore ha il tuo nome. Capitolo 58

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Emily.

Ho il cuore che mi scoppia dalla gioia. Adesso che ho mio figlio tra le braccia posso dire che tutto quel dolore del parto ne è valsa la pena. Gli bacio la manina stretta intorno al mio dito mentre lo allatto pensando che lui sia il bimbo più bello del mondo. Michael è la spiccata fotocopia di Eric, tranne per il colore dei capelli, i suoi sono biodi e gli occhi di uno spettacolare azzurro striato di viola e per il momento anche il carattere sembra uguale a quello del padre, prepotente e esigente: piange disperato stringendo i pugni pretendendo il mio seno ogni due ore. Ed io sono stanca e assonnata e solo grazie a Santa Felicia che riesco a recuperare il minimo di forze per la successiva poppata. Lei, oltre ad assorbire con i suoi poteri i miei dolori del parto, si è presa cura di me anche dopo, mi ha pulita e vestita, poi si è occupata delle esigenze del bambino dopo ogni allattata e poiché nella stanza blindata dove ho partorito non c'era una culla Michael ha dormito tra le sue braccia, e adesso è in camera da letto con me continuando ad accudirmi in attesa che mio figlio decida di essere sazio.

Eric.

Non si è accorta di me. Mi appoggio all'anta della porta, infilo le mani nelle tasche del pantalone e resto a guardarla, la mia amata è nel nostro letto e allatta Michael e per me questo è una delle meraviglie del modo, lo spettacolo più bello che abbia mai visto. La mia Emily è estasiata dal piccolo ma allo stesso tempo il suo volto esprime stanchezza mentre si copre il seno. Rivolge uno sguardo di gratitudine a Felicia mentre le passa il bambino e poi la sua espressione diviene pensierosa e poi quasi si trasforma in panico. Sicuramente sta rimuginando su qualcosa che la preoccupa e la spaventa. Questo suo stato d'animo si riflette su me tramite il legame di sangue e mai come adesso vorrei essere dotato del potere di leggere le menti così saprei cosa le pasta per la testa e come affrontarla senza scatenare una crisi d'umore e di pianto dovuta ai suoi ormoni ancora in subbuglio. Le sfugge un gemito disperato mentre si rosicchia le unghie e si dondola seduta nel letto. Questo atteggiamento rispecchia la gravità dei suoi pensieri e l'istinto di vigliaccheria mi suggerisce di voltarmi e andarmene, anzi sarebbe meglio sparire per non far alcun rumore, ma l'amore che ho per lei mi spinge ad avanzare fino a raggiungerla. Mi siedo sul bordo del letto e mascherando l'ansia con un sorriso, per il timore di poter dire qualcosa che lei possa fraintendere, le prendo la mano tra la mia che lei sta torturando con i denti e le chiedo <<cosa c'è? Cosa ti preoccupa?>> <<Michael>> <<non devi, lui è un bambino sano>> <<lo so, in realtà sono io il problema. Ogni volta che lo tengo tra le braccia sono felicissima ma poi mi assalgono mille pensieri. Lui dipende in tutto da me ed io mi chiedo se sarò capace di soddisfare le sue esigenze, oppure di capire quali suono i suoi bisogni primari e se sarò all'altezza di educarlo nel modo giusto o peggio ancora di ferirlo in qualche modo>>. In poche parole si sente insicura e non all'altezza nell'educare nostro figlio. Pensando che sia normale avere queste insicurezza per una donna appena diventata madre, cerco d'incoraggiarla dicendole <<sono certo che tu sarai un'ottima madre>> <<e come fai a saperlo>> <<perché ho visto come tratti Letizia>> <<non è la stessa cosa. Le zie non educano, sono solo complici di marachelle>>. Il tono di voce si è alterato ed è meglio per me non contraddirla <<hai ragione e poiché non ci capisco nulla di bambini impareremo insieme ad essere genitore>> <<non vorrei toccare un tasto dolente per te, ma ti ricordo che tu sei già stato padre, perciò non trattarmi da stupida usando belle parole>>. Accidenti, si è innervosita di più e il suo sguardo è diventato aggressivo e tra poco se dirò un'altra parola che lei riterrà sbagliata mi riempirà di insulti. Ignorando il suo atteggiamento, con cautela le dico <<ai miei tempi le cose erano diverse>> <<in che senso?>> <<Io non ho mai assistito a nessuna nascita delle mie figlie, il parto era una cosa tra da donne esperte e in caso di complicanze dal medico del villaggio. E come padre, poiché ero un Re, sono stato poco presente e poi l'educazione delle bambine era assegnata a delle istitutrici. Quindi oggi posso dirti che siamo sullo stesso piano>>. Lei batte una mano sul cuscino facendomi segno di stendermi. Mi poggio con la schiena sul cuscino e stendo le gambe sul letto, Emily mette la testa sul mio petto dicendomi, questa volta con tono ironico, <<allora siamo nei guai! Povero bambino nelle nostre mani, specialmente con te che non ci sai proprio fare con i bambini. Eric promettimi che non userai mai i tuoi poteri su di lui per farti obbedire>> <<lo giuro!>>. Lei mi accarezza le labbra con le dita ed io l'abbraccio, poi la bacio. Per il momento, crisi scongiurata, ma c'è ancora qualcosa che le frulla per la testa! Poggiata con il suo torace sul mio le accarezzo i capelli nella speranza che si addormenti, ma quel pensiero sembra resistere alle mie carezze, infatti traendo prima un respiro mi dice <<Eric, dopo che mi avrai trasformata potrò continuare ad allattare Michael?>> <<No, perché non avrai più latte>> <<e non credi che sarà un male per lui?>>. Comprendo quello che sta cercando di dirmi, vuole restare ancora umana per nutrire nostro figlio. Riflettendoci non credo sia una mossa giusta trasformarla adesso perché dovrei allontanarla dal bambino per la sua sicurezza e lei, nel migliore dei casi, non vivrebbe i primi mesi della sua vita e questo non mi sembra giusto. La amo e la voglio per l'eternità ma mio figlio viene prima dei miei desideri e sfidando il destino le dico <<ancora un anno da umana, ma per la tua sicurezza ti prego di darmi sempre ascolto>> <<giuro che non ti contraddirò mai e ti starò appiccicata come una calamita. E dal momento che ti amo immensamente, lasciami fare una cosa per te>>. Si sposta i capelli dal collo e me lo offre. La vena pulsa invitante sotto la pelle chiara e scatena la mia sete. Ho la mia donna tra le braccia che mi dona il suo sangue caldo e la gola mi brucia dal desidero di dissetarsi, ma così la renderei ancora più debole e togliendo qualcosa anche a mio figlio e l'uomo ha la meglio sul Vampiro e prima di catturare la sua bocca le dico <<baciami! Da te voglio solo un lungo bacio>>.                    

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