"ɴᴀᴜғʀᴀɢᴀɴᴅᴏ – ᴍᴀɴᴀɢᴇᴍᴇɴᴛ ᴅᴇʟ ᴅᴏʟᴏʀᴇ
ᴘᴏsᴛ-ᴏᴘᴇʀᴀᴛᴏʀɪᴏ""Potevamo sentirci soli mentre eravamo insieme, soli contro gli altri. Mi è capitato così soltanto una volta. Sono stato solo mentre ero con molte ragazze e questo è il modo in cui si può essere più soli. Ma noi non eravamo mai soli e non avevamo mai paura quando eravamo insieme"
(Addio alle armi, Ernest Hemingway)Kim Hanbin.
–NESSUN COLORE.Un tempo ero davvero un bravo nuotatore, veloce quasi quanto un pesce vela, e mi piaceva tanto il mare perché era bello sempre. 365 giorni l'anno, la sua bellezza non sembra cessare mai. Ero bravo a nuotare ma adesso le mie braccia sono diventate così deboli da non riuscire più a spingere l'acqua salata del mare. Non so più stare a passo con i pesci, non sopporto più i raggi del sole che mi bruciano le spalle e il profumo antico del legno delle barche. Non so più restare a galla in questo oceano fatto di ricordi, così mi lascio soltanto trasportare dalla furia delle onde,che arrabbiate, mi lasciano soltanto affondare nei fondali senza mai accompagnarmi a riva. La cruda verità è che la mia anima è formata da un grosso groviglio di difetti e errori. La mia stessa nascita può essere definita come uno sbaglio,niente amore e affetto, soltanto un profilattico bucato.
Mi piacerebbe riuscire a nascondere la testa dentro la sabbia, come fanno gli struzzi, anche se un po' l'idea mi terrorizza vorrei comunque riuscirci per potermi nascondere da tutte le persone che mi circondano. Perché da un po' di tempo i loro occhi mi spaventano. Ho paura di tutto ciò che potrebbero dirmi, delle mille parole gentili che non riuscirei più ad ascoltare. Mi spaventano i loro sguardi familiari e preoccupati, simili a quelli di mia madre, ho paura delle loro braccia morbide pronte a cullare ogni mio pianto. Io, Kim Hanbin, da meraviglioso affresco mi sono trasformato in un vecchio e polveroso quadro dipinto da un cieco. Il colorito delle mie guance è sparito,i miei polsi sono macchiati da linee storte e ho un profondo taglio proprio al centro del cuore.
Potrei paragonarmi a una sigaretta che si fuma da sola e che lascia nella stanza da letto una puzza insopportabile. È questo ciò in cui mi sono trasformato e voglio spegnermi.
A volte percepisco del leggero calore sulla mia pelle anemica,succede quando dormo, quando lo sogno, perché capita che il fantasma del mio vecchio amore viene a farmi visita. Si distende accanto a me, sul mio letto, mi abbraccia, poggia una mano sul mio petto e poi scappa via. È bello e spaventato, come una farfalla Melitea. Quando lui va via tutto intorno a me ritorna a essere in bianco e nero, il mio respiro si fa freddo e con lui il mio corpo addormentato che viene istantaneamente ricoperto da un lungo e gelido inverno.
Quando sogno Min Yoongi sento addosso una coperta fatta di miele e libellule.
Mi chiedo se esiste, in questo mondo insensibile, un cuore così dolce e grande in grado di ridare una forte scarica elettrica al mio. So che è impossibile, che un cuore fermo da tempo non può più risvegliarsi dal suo eterno incubo, il suo è un coma.
L'amore non esiste più e il mio cuore rimane addormentato,forse per sempre.
Avrei bisogno di leggeri baci sul collo, di frasi d'amore sussurrate sulla guancia, di andare al cinema durante una calda sera d'estate. Vorrei riuscire a nascondermi all'interno di due braccia amorevoli capaci di sorreggermi, vorrei ascoltare l'ultimo album dei The Japanese House e mentre vorrei poter accarezzare i capelli della persona che mi ha sempre fatto del male ma che non mi ha mai ucciso.
"Vado in bagno"
Perché il problema non sono gli altri e l'adrenalina che cerco in modo quasi disperato non è racchiusa nei cuori di tutti quelli che provano ad amarmi. Il problema si è fatto casa dentro la mia cassa toracica, nella mia coscienza e in tutte le lacrime che non riesco più a versare sul mio cuscino. Il vero problema sono io.
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RESILIENZA
Fanfic[yoonmin]❝Jimin era Gennaio, Yoongi era Giugno.❞ title cred: © blackhairblackdress