Amicizia

57 11 10
                                    

La mia mente era imperversata da così tanti pensieri per via dell'episodio del bacio che non riuscii a prendere sonno neanche un istante. In quella solitaria e fredda stanza, avvolta da candide e bianche coperte, sicuramente nuove, mi accompagnava solo il ticchettio dell'orologio appeso al muro e la pioggia che, tristemente, batteva incessantemente sul vetro. Fissai dapprima il paesaggio fuori la finestra. Il cielo si era improvvisamente annuvolato dopo il mio svenimento, come se fosse peggiorato di pari passo al mio umore. La finestra dell'infermeria dava sull'ampio cortile principale dove predominava una bellissima fontana, la stessa dove umiliai Eiji, e nessuno, a causa della pioggia, faceva attività fisica all'aperto. Ripensando all'umiliazione che il kohai aveva ricevuto a causa mia, iniziai a provare un forte senso di pentimento. Era la prima volta, non avevo mai provato tristezza nei confronti di un ragazzo. L'arrivo di Aki, per me, era stato proprio come il passaggio di un uragano: aveva stravolto i miei pensieri, le mie azioni, la mia intera esistenza. Dovevo ammetterlo, ormai era ben chiaro.
Guardai l'orologio appeso sopra una porta color panna: segnava le due e mezza del pomeriggio. Non avevo le forze per uscire con le mie sole gambe, ma se nessuno si fosse preoccupato per me, sarei stata costretta a farlo. Ero sempre stata sola, e sarebbe stato così per sempre in fin dei conti. Chiusi nuovamente gli occhi, questo piccolo esame di coscienza mi aveva tolto le ultime forze rimaste.
Una mezz'ora dopo sentii aprire la porta e subito dopo avvertii delle voci. Speravo fossero Yumi e Akane. Volevo tornare a casa, avevo un assoluto bisogno di riposare, soprattutto per il compito d'inglese del giorno dopo. Quella pazza della professoressa, soprannominata da me strega per i buffi capelli sempre scomposti e per la sua irascibilità, avrebbe fatto venire il Diavolo in persona a casa mia se fossi mancata domani.
Qualche minuto dopo qualcuno, che riconobbi con gioia in Yumi, aprì la tendina.

<<Lynn! Cielo, come ti senti?>> mi chiese raggiante ma allo stesso tempo preoccupata.

<<Meglio rispetto a prima, grazie mille>> le sorrisi debolmente. <<Mi accompagneresti a casa? Credimi è una noia mortale stare qui e ho bisogno del mio comodo, caldo e amato letto.>>

<<Perché siamo qui allora secondo te?>> continuò lei, mettendosi a ridere delicatamente.

Quella risata mi riscaldò il cuore e alleviò la mia anima. Yumi era davvero una ragazza dal cuore d'oro. Imprecai per non averla conosciuta prima, o meglio, per non averla mai calcolata. Pensai, però, che il destino e la fortuna ci avessero comunque unite.
La mia faccia doveva essersi rabbuiata, perché notai che la preoccupazione si faceva sempre più presente nel viso di Yumi.

<<Cosa succede Lynn? Sai che con me puoi parlare di tutto, puoi fidarti di me. Io ci sarò sempre>> mi disse con un tono carico di dolcezza.

<<Oh Yumi...>> incominciai, e sentii gli occhi riempirsi di lacrime.

No, non dovevo piangere. Dovevo apparire forte davanti agli altri, come sempre. Ripresi a parlare dopo aver alzato gli occhi al cielo per un attimo.

<<Potresti abbracciarmi?>> chiesi in un sussurro, avevo paura di essere rifiutata anche da lei.

Con tutta sorpresa, però, mi fece un cenno affermativo con la testa e le sue braccia mi cinsero le spalle. Era una ragazza minuta e tanto sensibile, ma aveva un cuore davvero grande. Sentii il suo profumo, una fragranza dolce, e alcune sue ciocche ricaddero nel mio viso. Iniziò ad accarezzarmi la testa e i miei capelli, tutti scombinati e annodati.
Non riuscii più a trattenermi e scese una lacrima che, ribelle, non voleva sentirne di ritornare da dove era venuta.

<<Sshh...Non fare così, noi ci saremo sempre per te...>> mi bisbigliava dolcemente, stringendomi ancora più forte.

Bussarono alla porta e, senza aspettare alcun permesso, sbucarono Aki, Akane e Yato. Mi girai verso di loro, con il viso rigato dalle lacrime, e rimasi a bocca aperta. Non mi aspettavo una loro visita, pensavo non contassi nulla per loro.
Dovevo apparire fragile e vulnerabile quel momento, ma per la prima volta non mi importava veramente. Asciugai in fretta le mie lacrime e li salutai con felicità. Il loro affetto e la loro presenza erano un antidoto per me.

Icy Heart Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora