Capitolo 7

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La tavola è imbandita. Tovaglia di puro lino interamente ricamata a mano colore di un azzurro chiaro molto flebile ed elegante, piatti bianchi in ceramica con incisioni di fiori blu sul bordo con un piccolo filo doro che circonda il piatto, i calici di cristallo splendono come diamanti sotto la luce della stanza che proviene dal grande lampadario sopra le nostre teste. Gli adulti stanno conversando, la signora Schwarz e mia madre su qualche vestito o sulla moda ma non mi interessa, i tre uomini intenti nei loro discorsi politici e di guerra, mentre io e Mark siamo muti non ci rivolgiamo parola e intanto lui gioca con la sua forchetta, che noia voglio sparire da qui.

-Si sono d'accordo dopo tutto sono un problema per la società- dice il signorSchwarz, è molto attento a ciò che sta dicendo mio padre e mio nonno annuisce.

-Si il piano è almeno trovarli un bel po nei paesi vicini così possiamo fare una grande portata iniziale e poi spostarci in altre nazioni- continua spedito mio padre. Eppure non capisco, di cosa parlano? O di chi?

-Padre posso sapere l'argomento della vostra discussione, di chi parlate?- chiedo incuriosita, dopotutto anche io faccio parte di questa società.

-Non sono argomenti che ti riguardano Angela, nessuno ti ha interpellato-risponde mio padre con aria di sufficienza e io mi sento piccola vicino a lui in questo momento.

Mark alza finalmente gli occhi dalla sua forchetta e guarda prima mio padre e poi me, vorrei sostenere lo sguardo di mio padre ma non ci riesco è troppo duro e freddo, ingoio un groppo di saliva e ritorno a guardare nel mio piatto senza spiccicare parola. Sento un piccolo sospiro fuoriuscire dalla bocca di Mark.

La cena continua tranquillamente, con alcune parole da parte delle donne e discorsi diplomatici degli uomini a parte Mark che è rimasto zitto tutto il tempo. Arriva il momento del dolce, finalmente così posso rientrare in camera mia, ma la mamma di Mark mi fa una domanda inaspettata.

-Allora Angela, so che sei una brava studentessa, cosa pensi di fare dopo la scuola? Continuerai gli studi?- dice prendendo una pezzo di fetta della torta alle fragole. In realtà non ci avevo mai pensato, mi piace lo studio però i professori a noi poche femmine che si trovano nella scuola fanno fare pochi argomenti per ogni materia forse pensano che non siamo all'altezza, invece, ai maschi li caricano di compiti e studio. In realtà le donne non dovrebbero andare a scuola, però io me lo posso permettere perché sono di famiglia elevata come Rose, ma sono veramente pochissime le ragazze che studiano.

-Assolutamente no, se mia figlia vorrà continuare a studiare potrà fare la maestra massimo la segretaria di qualche piccolo ufficio- risponde mio padre.

-Oppure potrà diventare un ottima moglie per Mark e lo aspetterà a casa come una buona donna deve fare- risponde mamma cicciuvettola.

-Ancora meglio...- fa un sorriso tirato papà - Non è vero, Angela?-

Ma un attimo, stanno organizzando la mia vita? Sono senza parole e come posso vedere dal viso della signora Schwarz è molto titubante su ciò che hanno detto i miei genitori.

-Scusate se mi intrometto, ma se la ragazza vorrebbe frequentare l'Università? Tipo la Friedrich-Wilhelm Universitat*, so che è ottima- si intromette nel discorso la mamma di Mark.

Mio padre ride sotto i baffi insieme a mia madre, ma cosa? -Non penso che sei nella posizione di parlare Agnese- risponde con fermezza mio padre -Decido io il destino di mia figlia e poi con questi tempi duri non è il massimo frequentare l'Università- conclude il discorso.

La nonna mi fissa dispiaciuta. Non so davvero cosa dire, guardo la mia fetta di torta che non ho minimamente toccato. Mi guardo intorno spaesata, mi alzo di scatto dalla sedia, non riesco a stare più qua, non un minuto in più,  mi sento oppressa, come se fossi in carcere.

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