CAPITOLO 4

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Adam

Se pensava che fossimo diventati amici si sbagliava, un conto è parlare un conto è conoscere l' altra persona e come io non sapevo niente di lei, lei non sapeva niente di me e questo sarebbe stato per sempre. Perché allora mi sento in colpa? In colpa di averla lasciata sola a contrastare James, il ragazzo più scemo che io abbia mai conosciuto eppure si faceva bullizzare da lui. Perché continuo a pensarci? Devo provare a stare attento a spagnolo, non è una materia che detesto quindi dovrei riuscire a non pensarci eppure non ci riesco. Odio sentirmi in colpa, mi logora dentro. Non riesco neanche a capire perché la devono prendere in giro quando è una ragazza intelligente, simpatica e non è per niente brutta anzi...

"Cosa stai pensando?!"

Coscienza stai arrivando a conclusioni troppo affrettate sto solo dicendo che non è male, capelli lunghi e neri come anche gli occhi e un corpo da far invidia alla maggior parte delle ragazze qui presenti....

"Adam svegliati."

Ma cosa vuoi.

"La prof di spagnolo ti sta chiamando scemo."

La prof mi risvegliò dai miei pensieri:

-A cosa sta pensando? Magari vuole dirlo a tutta la classe?-

-Stavo ascoltando.- mento.

-Allora mi dica cosa stavo spiegando o preferisce uscire così non la disturbiamo.-

Ora ricordo perché non riesco a stare attento alle sue lezioni perché non la tollero, mi alzo, prendo il casco e lo zaino ed esco davanti alla faccia stupita di tutti i miei compagni.
Salì sulla moto e guidai senza una meta. Continuai i miei ragionamenti, non possono definirla sfigata e se anche fosse innamorata di me? Cosa c'è di male? Almeno non mi sbava dietro come fanno alcune nostre coetanee. Non sapevo dove mi trovassi, fermai la moto e iniziai a fare una passeggiata per quel quartiere, non avevo intenzione di tornare a casa a quest'ora. Vidi molte coppiette felici alcune anche con i bambini, non lo sapeva nessuno ma avevo un debole per loro. Una bambina con occhi verdi come i miei mi guardò con uno sguardo che mi attraversò l' anima, mi ricordava la mia infanzia, io con i miei genitori mentre facevamo delle passeggiate al parco.

*inizio flashback*

-Voglio un gelato!-

-Amore dobbiamo andare a casa- mi disse mia madre avvicinandosi alla mio viso innocente.

-Helen non succede niente se ci fermiamo in una gelateria.- controbattè papà.

-Qualcosa mi dice che non solo Adam vuole un gelato, vero Ian?- si misero a ridere entrambi.

*fine flashback*
Mi bloccai, non qua, non così, non ora, non potevo pensare a uno dei pochi ricordi che mi rimangono dei miei genitori. I miei genitori morti in questa città quando avevo circa 6 anni e che mi amavano, molto per quel poco che mi ricordo e anche di quanto si amavano e di quanto mi desiderassero come figlio come erano sempre e costantemente fieri di me.
~

Angolo autrice: questo weekend probabilmente pubblicherò un nuovo capitolo e sono contenta che la storia vi stia piacendo. Cosa ne pensate di questo quarto capitolo?

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